Termoli

Appartamenti nuovi restano vuoti e le case popolari non bastano: “Diritto negato”

La Città Invisibile di Termoli continua la sua inchiesta sull'emergenza abitativa nel nostro territorio. Dopo essersi occupata del dato provinciale e regionale sugli sfratti, qui si affronta la specifica situazione di Termoli

Prosegue l’inchiesta de ‘La città invisibile’ sul tema dell’emergenza abitativa che attanaglia il nostro territorio. Come ricordano gli operatori sociali del collettivo, “la questione della casa nel nostro territorio è uno dei problemi sociali più gravi, ma di cui si parla molto poco. Per vergogna, scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà a mettersi insieme, chi è in emergenza abitativa spesso cerca soluzioni individuali. D’altra parte, la politica, i palazzinari e i proprietari non sono molto interessati al mercato delle case per i ‘poveri’”.

Quante persone sono sotto sfratto o che sono state sfrattate in Molise? Cosa ci dicono i dati? Quali sono le politiche degli enti locali e di edilizia popolare? Quante famiglie sono in attesa di una casa popolare a Termoli? Quali sono le risorse che il Comune potrebbe usare? Queste le domande a cui la Città invisibile – che da tempo si occupa dei cosiddetti invisibili e delle persone che non hanno un tetto – ha cercato di rispondere per porre l’attenzione su un tema sociale importante, troppo spesso estraneo dal dibattito pubblico e politico.

Nella prima parte di questa indagine – pubblicata da Primonumero.it – ci si è occupati della questione sfratti nel territorio molisano e provinciale in base ai dati del Viminale, mentre in questa seconda il focus è sulla cittadina di Termoli.

“Andando ad esaminare i dati relativi alla nostra cittadina emerge un quadro analogamente problematico. Va premesso che il Comune di Termoli non effettua politiche municipali per la casa e che quindi l’emergenza abitativa può essere affrontata solo con l’assegnazione di alloggi popolari di proprietà dello Iacp (che sono vari e dislocati in varie zone della città: via Maratona, via del calcio, via Arno, via della Vela, via Canada, via Stati Uniti, Via Asia, via India, via Tevere, via Mantova, via degli atleti, via del nuoto, via dello sport, via dei Castagni, via dei ginepri, via Amalfi): un patrimonio abbastanza grande ma insufficiente a rispondere al bisogno di casa diffuso in città”.

E sebbene nel corso degli ultimi anni alcuni alloggi siano stati assegnati, “dall’ultimo bando emesso dal Comune di Termoli nell’aprile 2019 risultano ancora 136 i nuclei familiari aventi diritto all’accesso ad una casa popolare dello Iacp”. Ma quanti l’hanno ottenuta?

La Città Invisibile punta il dito sulla speculazione immobiliare e dunque sui privati che continuano a costruire mentre il patrimonio pubblico è ‘in vendita’. “La speculazione immobiliare in città ha proceduto a ritmi serrati negli ultimi decenni: sono sorti veri e propri nuovi quartieri, dove le case spesso restano vuote e inutilizzate”.

Al contempo “gli edifici di proprietà comunale vengono alienati (messi in vendita) in barba all’emergenza abitativa di centinaia di famiglie”. Un esempio che la Città Invisibile propone è quello dell’ex caserma dei carabinieri in stato di abbandono da anni. “Quello stabile è di proprietà del Comune di Termoli e dispone al suo interno di appartamenti che potrebbero essere destinati all’emergenza abitativa. Solo per cominciare.

Inoltre per le circa 30 persone senza tetto che vivono a Termoli andrebbero strutturate soluzioni abitative stabili, come si sta facendo in molti altri territori d’Italia, che si stanno attrezzando per offrire la possibilità di inclusione abitativa anche per chi vive in strada, ad esempio attraverso progetti che si richiamano agli interventi dell’housing first”. Proprio su questo tema nel corso della Settimana dedicata alla Giornata internazionale del rifugiato era stato organizzato un convegno che faceva luce su questa problematica e sull’approccio noto come ‘housing first’ che mira a ribaltare l’attuale concezione dell’aiuto a persone in difficoltà abitativa, dando loro prima un tetto sotto cui stare, per cercare di creare quella rete di relazioni sociali che ridà vera dignità all’esistenza.

Ancora, viene proposto un ulteriore elemento su cui riflettere, alla luce anche del drammatico dato che ha visto negli ultimi anni centinaia di migliaia di giovani abbandonare i nostri territori del Sud d’Italia. “Si dovrebbero attuare politiche ad hoc per quella fascia di popolazione, spesso giovane e precaria, che non può accedere né all’edilizia pubblica né al mercato immobiliare privato. Le politiche attuate dalle amministrazioni precedenti hanno previsto centinaia di ettari di cementificazione di suolo per l’housing sociale (destinato appunto a quella fascia di popolazione): è una cosa che non possiamo assolutamente permetterci. Il mercato immobiliare privato risulta dunque spesso inaccessibile a molti, dato il costo degli affitti imposto dai proprietari solo per incassare più soldi durante l’estate con i turisti”.

Passando alle proposte, per La Città Invisibile il Comune dovrebbe guardare oltre e costruire politiche pubbliche e municipali per la casa, a partire dal recupero e dalla valorizzazione dell’esistente abbandonato fino all’attuazione di una politica di sgravi fiscali per chi affitta a prezzi calmierati.

“Non si può consegnare, come è stato fatto in Italia e anche a Termoli dagli anni ’80 in modo sempre più spinto, un diritto sociale come quello della casa al mercato privato, alla rendita e alla speculazione di banchieri, costruttori, proprietari fondiari. La casa è un diritto”.

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