La polemica

Il Governo scontenta sindaci e consiglieri regionali: “Un flop, soldi a progetti che non creano sviluppo”

Tredici amministratori dell'entroterra molisano criticano le scelte di Palazzo Chigi sul finanziamento di 66 progetti: "Storture e scelte paradossali". Proteste anche in Consiglio regionale: il Pd interroga Donato Toma, malcontento in maggioranza

L’entusiasmo per la firma del Contratto di sviluppo si è spento nel giro di pochi mesi. Alla prima delusione sulla somma assegnata dal Governo (220 milioni a fronte dei 2 miliardi necessari) se n’è aggiunta una seconda quando è stata pubblicata la graduatoria con i progetti finanziati: 66 sui 365 presentati, come ufficializzato due giorni fa nel vertice a Palazzo Chigi. E così se per il premier Giuseppe Conte l’esecutivo gialloverde si è messo “al servizio dei cittadini”, in Molise probabilmente gli scontenti più numerosi di coloro (amministrazioni ed enti) che beneficeranno dei fondi.

Tira aria di malcontento tra una folta schiera di sindaci di tredici Comuni dell’entroterra molisano: Acquaviva Collecroce, Castelbottaccio, Castelmauro, Civitacampomarano, Guardialfiera, Mafalda, Montecilfone, Montefalcone nel Sannio, Montemitro, Palata, Roccavivara, San Felice del Molise, Tavenna.

I progetti finanziati, si legge nella lettera che i primi cittadini hanno inviato al premier e a Invitalia (il braccio operativo del Governo nella scelta dei progetti), sono frutto di “storture” che hanno fatto “venire meno i criteri inamovibili di strategicità, cantierabilità, livelli di progettazione ed in particolare la necessità di non candidare opere di messa in sicurezza in quanto per tali interventi erano già attivi altri canali di finanziamento”. E invece, scorrendo la classifica, è possibile notare che “buona parte degli interventi proposti non hanno tali requisiti”, “diversi interventi che non hanno nulla di strategico e sviluppo”. Paradossalmente alcune proposte finanziate riguardano proprio la messa in sicurezza del territorio” e “non possono minimamente essere letti quale propulsione di crescita socio-economica”.

Un altro ‘peccato originale’ riguarda, per i sindaci, la scelta del Governo di finanziare con i soldi pubblici progetti presentati dai privati. Con “rammarico” evidenziano anche un altro aspetto: “Non è stata garantita la partecipazione unitaria a tutti”. Definiscono dunque “illegittime” certe scelte, maturate su “presupposti stravolti”.

Infine, gli amministratori dei tredici comuni molisani prendono le distanze dal governo del ‘cambiamento’, la definizione utilizzata da Lega e 5 Stelle: “Una pagina già vista molteplici volte per chi fa l’amministratore locale e, pertanto, è inaccettabile che venga fatta passare come un nuovo modo di operare, con concertazione e con criteri oggettivi. Sinceramente è stata una brutta copia di pagine che avremmo fatto volentieri a meno di rivedere”.

La graduatoria ha mandato in tilt anche il Consiglio regionale che, lo scorso 18 giugno, aveva espresso determinate priorità di utilizzo dei fondi. Tutto disatteso. E l’ultimo incontro a Roma, a cui ha partecipato anche il presidente Donato Toma, ha riacceso le polemiche che coinvolgono la minoranza del Pd e la maggioranza di centrodestra.

Secondo Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, il governatore ha disatteso l’impegno preso in Aula, ossia fare da coordinatore degli enti che hanno proposto i progetti. Ma “l’elenco di progetti approvati è rispondente all’analisi di contesto regionale dichiaratamente effettuata” e “la graduatoria va modificata”: è quello che gli esponenti dem hanno chiesto proprio al governatore in una interrogazione urgente.

Per Facciolla e Fanelli, bisognava “convogliare l’intero finanziamento su un’unica opera di importanza strategica, che come Partito democratico da tempo abbiamo indicato nel primo miglio del potenziamento della Statale 647 Bifernina”. E accusano: “Nonostante le roboanti rassicurazioni di Toma sul percorso di valutazione, approvazione e finanziamento dei progetti presentati, appare chiaro che non si sia seguito alcun filo logico nella scelta delle proposte e il risultato del minestrone istituzionale è stato quello di non tenere in alcun conto le reali necessità del territorio, con la Regione Molise chiaramente e colpevolmente estromessa dalla valutazione preventiva e dal giudizio finale, che non ha soddisfatto nessuno”.

Infine, il Contratto di sviluppo ha fatto scoppiare nuovi mal di pancia nella coalizione di maggioranza. Il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone parla di “un’approvazione poco chiara” e auspica che nella fase di selezione dei progetti si potrà “tenere realmente conto delle esigenze del Molise”.

Anche la consigliera Filomena Calenda critica la scelta di assegnare finanziamenti pubblici ai privati: “Come mai si è data loro la possibilità, snaturando di fatto il significato del tavolo istituzionale, lasciando fuori dai giochi interi comuni?”.

Chissà se si terrà conto di tali considerazione nella seconda fase di selezione dei progetti.

 

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