È ora di finirla con la retorica che addossa tutte le colpe del mondo a chi ci governa. È anche ora di dire basta a comportamenti incivili e irrispettosi delle opere pubbliche. Come quello di due ragazzi che nel pomeriggio di giovedì 27 giugno sono stati immortalati col motorino sul pontile di legno del lungomare nord.
Un’opera recente, che esiste da meno di tre anni, ma che da allora è diventato una sorta di simbolo, luogo di incontro e scenario ideale per scattare delle foto da postare sui social, oltre che posto scelto quotidianamente da tanti bagnanti per godere della spiaggia libera senza rinunciare a un po’ d’ombra.
Perché quel pontile è un piccolo gioiello che non deturpa l’ambiente, essendo di legno, e aggiunge qualcosa in più al paesaggio. Per questo dovrebbe essere patrimonio di tutti e non certo utilizzato come proprietà privata dove comportarsi a proprio piacimento.
I due ragazzi che hanno percorso quei pochi metri in legno in sella a uno scooter, per poi scendere in spiaggia e lasciare il mezzo lì come fosse un parcheggio, non hanno probabilmente idea di cosa vuol dire comportarsi in questo modo.
Ogni giorno i tanto bistrattati Comuni sono costretti a fare i conti con inciviltà e vandalismo, comportamenti che costano tempo e denaro. Mettere a posto un’opera danneggiata, com’è stato qualche mese fa con le statue di Carlo Cappella e Benito Jacovitti, vuol dire sborsare dei soldi che sono soldi pubblici, delle nostre tasse, delle nostre tasche.
La speranza è che non facciano la stessa fine le staccionate e le passerelle di legno che delimitano da qualche settimana i nuovi accessi pubblici al mare, abbelliti e delimitati con opere che sposano l’estetica e il rispetto per l’ecosistema e che dovrebbero essere terminate in breve tempo.
Ed è anche ora che la gente comune non si volti dall’altra parte, non faccia finta di nulla quando vede cose simili. Che denunci, mandi delle segnalazioni alle istituzioni, alle forze dell’ordine e ai giornali. Solo così potrà cambiare davvero il sentire comune nei confronti delle cose che sono di tutti ma che a quanto pare sembrano di nessuno.
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