Tragedia sfiorata

Esplosione Rocca di Papa, il procuratore: “I tre operai non sono fuggiti”

Il magistrato inquirente di Velletri ha iscritto nel registro indagati il rappresentante legale di una ditta appaltatrice di Frosinone, il tecnico geologo incaricato dei lavori e il geologo al quale il Comune aveva affidato i carotaggi

Disastro colposo: di questo reato potrebbero rispondere le tre persone indagate per l’esplosione a Rocca di Papa e che stavano effettuando i lavori lungo la condotta dal gas metano nei pressi del palazzo comunale.

Il responsabile della società ed i dipendenti sono stati ascoltati per ore dai Carabinieri del gruppo di Frascati e della Compagnia di Grottaferrata.

Mentre sono stati rintracciati a Isernia i tre esperti che stavano effettuando dei carotaggi e che nei minuti antecedenti l’esplosione sarebbero fuggiti.

Ma su quest’ultimo aspetto a fare chiarezza è stato il procuratore di Velletri in persona. Che a Il Messaggero ha detto: “La posizione dei tre operai che hanno eseguito il lavoro – dichiara Francesco Prete capo della Procura della Repubblica di Velletri che coordina le indagini – è al vaglio degli inquirenti. Loro hanno giustificato il loro allontanamento dicendo che, avendo dato l’allarme non avevano altro da fare. Altri avrebbero dovuto. Se ne sono andati, ma non vuol dire che sono scappati, anche perché sostengono che se fossero rimasti con il camion in mezzo alla strada avrebbero solamente dato fastidio”.

Quindi l’ipotesi che i tre si fossero allontanati dopo aver danneggiato la tubatura del gas senza lanciare l’allarme? “E’ una ipotesi inesatta” ha chiosato Prete.

I tre erano stati visti allontanarsi da alcuni testimoni ma hanno spiegato che dopo avere effettuato l’intervento di emergenza per tamponare la perdita di gas sulla conduttura danneggiata poco prima e avere dato l’allarme, “non c’era più molto da fare”.

Anzi hanno detto al procuratore di Velletri, Francesco Prete che “rischiavamo di intralciare l’intervento dei tecnici del gas con il nostro camion”. Così i tre indagati hanno spiegato agli inquirenti il motivo per cui non si trovassero nella cittadina dei Castelli Romani al momento dello scoppio.

Una deflagrazione violenta quella avvenuta nella parte sottostante il palazzo municipale situato in corso Costituente e che ha portato al grave ferimento del sindaco Emanuele Crestini e di una bimba di appena cinque anni. Sedici le persone rimaste ustionate o ferite dal cadere dei calcinacci.

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