Il debutto del sussidio

Reddito di cittadinanza, esordio senza ressa alle Poste e Caf non ancora pronti. “Ma in pochi lo avranno davvero”

Niente code né problemi particolari agli uffici postali, mentre i Caf non hanno ancora i software disponibili per il Reddito di Cittadinanza. Ma gli esperti avvertono: "Con tutti quei vincoli sarà per pochi"

Chi si aspettava la ressa del primo giorno o gente in coda per tutta la mattina è rimasto piacevolmente sorpreso. Il debutto del Reddito di cittadinanza, o meglio delle procedure di richiesta, è filato senza particolari intoppi a Termoli e dintorni. Vuoi per la buona organizzazione delle Poste, vuoi perché i requisiti richiesti tagliano fuori tantissima gente. “Veramente pochi cittadini ne avranno diritto” anticipano in uno dei tanti Caf della costa molisana.

Dove per altro non è ancora possibile inoltrare le domande all’Inps, l’istituto nazionale di previdenza sociale chiamato a vagliare tutte le richieste. “I software non sono ancora disponibili, così tutti i Caf hanno preferito cominciare da lunedì prossimo 11 marzo”.

Tutto pronto invece negli uffici postali, dove però stamane sembrava un tranquillo mercoledì fra raccomandante, prelievi e versamenti. Del Reddito di cittadinanza si è occupato in ogni ufficio un responsabile, una figura scelta e formata per accogliere gli utenti, fornire delucidazioni, eventualmente richiedere ulteriore documentazione a chi arriva sprovvisto. “Ma vediamo gente informata, molti sono arrivati preparati”.

Poste rdc

Inoltre Poste Italiane ha dato disposizione di differenziare la clientela che si reca allo sportello per il Rdc. Per il giorno del debutto solo i cittadini il cui cognome comincia per A o B, domani solo C e via discorrendo per la prima settimana. “Ma se arriva qualcuno con un altro cognome non lo mandiamo via” commentano gli sportellisti. La platea? Variegata, ma fra i richiedenti si segnalano soprattutto giovani e disoccupati.

Tuttavia non si sono registrati intoppi. I richiedenti hanno mostrato di essere a conoscenza dei tanti vincoli previsti dai requisiti richiesti dal Governo, così come della documentazione da presentare, cosa che per altro si può fare direttamente on line.

I dubbi restano però su quanti davvero ne avranno diritto. “Da quasi un anno viene gente a chiedere del Reddito di cittadinanza – confida un commercialista che svolge anche la funzione di centro assistenza fiscale -. Da quello che ho potuto constatare, su una media di trenta richieste, una sola ha tutti i requisiti. Una donna straniera, che è in Italia da più di dieci anni, altrimenti non potrebbe averlo”.

Insomma un Rdc per pochissimi. Basta leggere i requisiti per capire il perché. L’Isee deve essere inferiore a 9360 euro annui, il patrimonio immobiliare (esclusa prima casa) inferiore a 30mila euro, non più di 6mila euro di conto in banca o alle Poste, solo per citarne alcuni. E poi ci sono quei vincoli relativi all’auto o alla moto.

“Mi è capitato il caso – aggiunge il commercialista contattato da primonumero – di un tale che ha una macchina a benzina 3000 di cilindrata. Mi ha chiesto: ‘E se me la tolgo?’. Il problema è che la norma prevede che nessun componente del nucleo familiare deve possedere un’auto superiore a 1600 cc o moto superiore a 250 cc o averla posseduta nei due anni precedenti la richiesta”. Insomma è un po’ più complicato di quel che spiega il depliant distribuito dal Movimento Cinque Stelle, nel quale si fa l’esempio di tale Giorgio Bianchi, single senza reddito né casa di proprietà che può arrivare a percepire i famosi 780 euro di Rdc.

Fioccano così gli escamotage. “Qualcuno ha provato a divorziare fittiziamente, altri a cambiare residenza” rivela il professionista che dalla prossima settimana dovrebbe inoltrare le domande all’Inps. C’è infatti la questione controlli che non è ancora chiara. Davvero ai Vigili urbani verrà chiesto di verificare se il tale cittadino vive davvero da solo perché separato dalla moglie?

Nella nebulosa c’è poi la parte propositiva del provvedimento fortemente voluto dal M5S, cioè quello che prevede che il beneficiario deve sottoscrivere un accordo con il centro per l’impiego più vicino accettando di frequentare dei corsi di formazione, di partecipare a dei lavori socialmente utili e di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che gli verranno presentate. Anche in questo caso, il mancato rispetto degli obblighi porta a alla perdita del diritto al reddito di cittadinanza.

“In quasi 25 anni che faccio questo lavoro – il commento di un altro commercialista termolese – mai mi è capitato che qualcuno dei miei clienti trovasse lavoro tramite i Centri per l’impiego. Magari sbaglio io, ma senza riformarli come si spera che possano trovare tre impieghi a migliaia di persone dall’oggi al domani?

La domanda è lecita: ma i centri per l’impiego sono pronti per tutto questo? “Dei navigator – dice il commercialista interpellato da primonumero – si sa molto poco. In teoria anche chi fa il mio lavoro potrebbe farlo e lavorare dallo studio o da casa. Ma non si sa ancora chi li assumerà, quando li assumerà, che figure saranno, quanti saranno. Dovevano essere 6mila, adesso si parla di 4500. C’è tanta confusione, non so che succederà nelle prossime settimane ma la vedo nera”.

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