Termoli

Caos Salvini: sindaco provoca il grillino Di Michele, ma il “suo” consigliere difende il Ministro

Il giorno dopo il voto sulla piattaforma Rousseau, che ha sancito la non volontà da parte della base pentastellata di aprire al processo per il ministro dell’Interno e alleato di Governo Matteo Salvini, le reazioni – più o meno forti – si registrano anche a livello locale, e la situazione rischia di sfuggire di mano agli stessi protagonisti della vita politica.

Il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, massima figura istituzionale, chiede conto del voto che salva Salvini al consigliere Nik Di Michele, in qualità di rappresentante in Comune di tutti i grillini di Termoli. “Qual è la sua posizione riguardo all’esito della votazione che ha espresso la volontà del 5 Stelle di garantire l’immunità parlamentare al reo confesso Salvini, così come facevano tutte le altre forze politiche che voi dicevate di combattere?”.

Sbrocca, in una nota, aggiunge: “Non voglio entrare nel merito ma solo ricordare che il MoVimento 5 Stelle aveva fatto contro la concessione dell’immunità parlamentare uno dei cardini della propria azione politica, come a dire che ci si difende nel processo e non dal processo. Nel primo caso eclatante in cui è venuto a doversi confrontare con questo tema purtroppo il movimento ha rimangiato il proprio credo. Aspetto una sua precisa e puntuale risposta – conclude rivolgendosi al portavoce Di Michele – preferibilmente senza vagheggiamenti”.

 

Paradossalmente è proprio quest’ultima parola a mandare su tutte le furie il consigliere pentastellato, raggiunto il telefono da Primonumero.it per avere una dichiarazione circa la sua posizione in relazione alle votazioni che si sono svolte ieri online. “Non rispondo e non ho intenzione di rispondere al sindaco visto che mi offende parlando di vagheggiamenti”.

La sconcertante replica del consigliere sembra rivelare una buona dose di nervosismo, a poche ore di distanza dall’esito delle urne virtuali, alle quali hanno partecipato poco più di 50mila  iscritti del Movimento. Ma sarebbe impossibile, sul filo semplificato del confronto che si muove tra forcaioli e garantisti, non prendere in esame anche le contraddizioni interne alla stessa maggioranza che amministra la città. Perché, nel momento in cui si chiede – legittimamente – una spiegazione politica a di Michele che si è sempre mostrato apertissimo ai processi giudiziari, fino all’eccezione odierna per tutelare il Ministro, si accetta senza battere ciglio la dichiarazione del consigliere di maggioranza Vincenzo Sabella,  eletto con i popolari e già autore, qualche settimana fa, di un post contro I migranti “colpevoli” di pregare in mezzo alla strada.

In questo caso Vincenzo Sabella si cala nel ruolo di avvocato difensore di Matteo Salvini e scrive sul suo profilo facebook: “La piattaforma Rousseau con i suoi circa 57mila votanti ha giustamente negato l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno Matteo Salvini . E non poteva essere diversamente , non si processa un ministro per aver difeso i confini nazionali”.

Non sarebbe male, a questo punto e in un contesto di doppiopesismo che non fa bene a nessuno, se qualcuno chiedesse conto al sindaco anche di questo. Sabella, d’altronde, è un consigliere della sua maggioranza.

 

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