Campobasso

Strage di Corinaldo: Eugenio lascia l’ospedale, passerà il Natale a casa

Sarà dimesso oggi dal nosocomio “Riuniti” di Ancona il giovane di Ferrazzano rimasto gravemente ferito la notte tra il 7 e l’8 dicembre nel locale “La lanterna azzurra”. Intanto la famiglia ha nominato un consulente di parte per l’iter giudiziario, si tratta dell’ ingegnere Nico Carpinone di Campobasso che ieri ha partecipato al sopralluogo nella discoteca fissato dalla procura di Ancona

La bella notizia è che oggi Eugenio Bove lascia l’ospedale “Riuniti” di Ancona nel quale è stato costretto ad entrare in gravissime condizioni, la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorso mentre si trovava nel locale “Lanterna Azzurra” di Corinaldo.

Dopo giorni lunghissimi trascorsi nel reparto di Rianimazione, in una lotta tormentosa tra la vita e la morte, sostenuto da un abbraccio virtuale ricco di speranza partito da tutt’Italia, ora è pronto a trascorrere il Natale a casa sua. A Ferrazzano. Dove arriverà in queste ore. Per fortuna sta meglio e le sue condizioni migliorano giorno dopo giorno. Superata la fase più delicata di quel trauma toracico causato dal trascinamento della folla impazzita, adesso vuole solo dimenticare e riappropriarsi dei suoi fantastici 18 anni.

Con lui ci sono la mamma, il papà, il fratello più grande. E mentre ieri Eugenio preparava le dimissioni a colloquio con medici e infermieri dell’ospedale di Ancona, il papà accoglieva l’ingegnere Carpinone di Campobasso, partito alla volta delle Marche, perché nominato perito tecnico di parte.

La famiglia Bove dovrà affidarsi anche ad un avvocato, che sarà nominato nelle prossime ore. Dunque, si entra nel vivo dell’iter giudiziario che già ieri si è trasformato nel primo sopralluogo al locale di Corinaldo chiuso dalla sera della tragedia.,

L’ispezione è iniziata alle 10.30 e si è protratta a lungo. Al fianco dei periti di parte civile, del consulente tecnico nominato dal tribunale, del pm Gubinelli, anche i carabinieri del Ris.

Gli avvocati invece sono stati autorizzati solo ad un sopralluogo esterno, per questo nei prossimi giorni la famiglia Bove provvederà a nominare il legale di fiducia del foro di Campobasso che si occuperà del caso. E subito dopo Natale anche lui volerà alla volta di Ancona. Sì, perché un altro sopralluogo è stato già chiesto e accolto  e si terrà dopo le festività.

Le verifiche di ieri invece hanno interessato le uscite di sicurezza, la ringhiera che quella tragica notte ha ceduto, mentre i tecnici e il Ris hanno lavorato con il luminol alla ricerca di sostanze utili a rivelare cos’ha scatenato la fuga in massa dal locale. Quindi i controlli sono stati fatti anche agli impianti di areazione e di illuminazione delle uscite di sicurezza e delle scale.

Sale a dieci il numero degli indagati, con due prevedibili new entry : il responsabile della sicurezza e il deejay impegnato nella vendita dei biglietti per il concerto di Sfera Ebbasta.

Sono tre le ipotesi sulle quali si lavora per capire cosa potrebbe aver scatenato il panico, la calca, le morti.

Oltre allo spray al peperoncino, si sta cercando di capire se il fumo irrespirabile di cui hanno parlato i superstiti sia stato causato da un’anomali dell’impianto che genera il “fumo bianco” degli effetti speciali o da un guasto agli strumenti  di ventilazione e climatizzazione. Oppure, altra ipotesi, bisogna capire se quella nebbia che faceva tossire si è sprigionata per l’avaria di uno dei frigoriferi della discoteca.

Gli indagati, intanto, sono tutti accusati di concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose aggravate, per avere causato, con una serie di negligenze, imprudenze, imperizie e inosservanza di norme, la morte di sei spettatori, cinque dei quali minorenni, e il ferimento di almeno altri 18 ragazzi.

L’ingegnere  Carpinone, di Campobasso, si raffronterà con i periti nominati dalle due Procure che indagano: quella ordinaria e quella dei minorenni.

Si tratta dell’ingegner Costanzo Di Perna, professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale del dipartimento di Energia Industriale e scienze matematiche della Facoltà di Ingegneria all’Università Politecnica delle Marche; e del tenente colonnello dei Carabinieri Marcello Mangione, ingegnere civile in servizio presso il comando generale dell’Arma, direzione lavori Genio.

A loro il compito di accertare quali sostanze potrebbero essersi diffuse nel locale. E a loro si chiede di prelevare eventuali campioni presenti sia nel sistema dei fumi coreografici, sia in quello di ventilazione e climatizzazione e anche nel congelatore a pozzetto del bar mobile.

Infine dovranno verificare la rispondenza dei luoghi rispetto all’autorizzazione per l’attività di pubblico spettacolo rilasciata al locale. E accertare se, all’interno della Lanterna Azzurra, tutto era regolare, a norma e sicuro. A cominciare dalle vie di fuga, con il piano di emergenza e di evacuazione approvato dalla Commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Bisogna anche accertare se quella notte funzionavano le luci d’emergenza, in che stato era il punto di ancoraggio della balaustra che ha ceduto e com’era la struttura stessa della protezione.

 

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