Infanzia negata in molise

50 bambini allontanati da genitori tossicodipendenti o con malattie mentali. Ma “le comunità scoppiano”

In Molise le comunità che accolgono i minori allontanati dalle loro famiglie devono sobbarcarsi i costi delle spese sanitarie. Un'emergenza che denunciano Unicef e Garante dei diritti della persona che hanno firmato un protocollo d'intesa.

Ci sono bambini che non sanno cosa voglia dire fare una passeggiata mano nella mano con la mamma, andare al parco a divertirsi o a vedere la partita di calcio con il papà. Ragazzini allontanati da genitori tossicodipendenti o che soffrono di gravi patologie mentali. Genitori che si ‘dimenticano’ di loro, perfino di lavarli e di garantire loro pasti decenti.

Sono cinquanta i minori molisani che vivono in comunità. Strutture strapiene e che fanno i salti mortali per garantire i servizi. E devono pure sobbarcarsi i costi dell’assistenza sanitaria.

L’infanzia negata in Molise: un problema ai più sconosciuto, soprattutto ai rappresentanti delle istituzioni. Ma è un’urgenza non più rinviabile: questo è uno degli obiettivi della battaglia che Unicef Molise e il garante dei diritti della persona hanno intenzione di intraprendere. Una ‘missione’ messa nero su bianco nel protocollo firmato questo pomeriggio – 18 dicembre – a palazzo San Giorgio da Elvira Battista (in foto con Sara De Castro e Valentina Di Criscio) e da Leontina Lanciano.

In Molise – la denuncia della presidente Unicef – ci sono 50 minori allontanati dalle famiglie e accolti in comunità che pagano il ticket sanitario, a differenza dei minori stranieri accolti nella nostra regione. Noi vorremmo che venisse estesa anche ai bambini molisani che già sono disagiati e provengono da famiglie problematiche, poi devono pure pagare il ticket. Questa è una carenza che va colmata”.

Per questo sarà presentata una proposta alla Regione Molise affinchè si faccia carico delle spese sanitarie per i 50 minori che vivono nelle comunità.

Un altro obiettivo del protocollo, che avrà una durata di due anni e che avrà in una apposita commissione il suo braccio operativo, è sensibilizzare le istituzioni sul problema: “Molti esponenti delle nostre istituzioni non conoscono le problematiche dei bambini che vengono allontanati dalla famiglia. Tutte le istituzioni devono lavorare in sinergia: Regione, Comune, i Servizi sociali, il Tribunale dei minori. Purtroppo c’è una platea di adulti che spesso lavora senza conoscere il problema“.

Tutto nasce nel momento in cui “il Tribunale dei minori decide di allontanare il minore della famiglia perchè non può provvedere alle sue necessità. Questi ragazzi sono gli ultimi tra gli ultimi e sono convinta, assieme alla garante per l’infanzia della Regione Molise, che soltanto unendo le forze e facendo capire meglio quali sono questi problemi possiamo risolverli”.

E poi ci sono bambini più sfortunati di altri perchè le comunità che operano in Molise sono poche. E attualmente sono piene. Quindi, alcuni sono stati costretti ad andare in comunità fuori regione. “In Molise non c’è più posto, la situazione è complessa e non tutti ne sono a conoscenza”.

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