Campobasso

Infermiera “pirata”, la Cassazione ribalta il verdetto: “Fu un errore non convalidare l’arresto”

La scelta del Gip Enrico Di Dedda di non convalidare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla polizia su disposizione del sostituto Nicola D’Angelo in merito all’incidente che accadde il 17 maggio scorso poco dopo la stazione ferroviaria dove un’infermiera di 43anni investì all’alba un’anziana di 87 anni fuggendo e non prestandole soccorso, è stata respinta dalla Corte di Cassazione che ha invece legittimato l'arresto degli agenti della questura di via Tiberio accogliendo quindi il ricorso della Procura

Aveva trascorso quattro giorni nel carcere di massima sicurezza a Benevento prima che il Gip Enrico Di Dedda annullasse il provvedimento d’arresto eseguito dalla polizia di Campobasso su disposizione della Procura.
Lei è l’infermiera che
il 17 maggio scorso alle 3 di notte aveva investito e ferito gravemente un’anziana di 87 anni mentre percorreva via Garibaldi.

Su di lei le accuse di lesioni colpose stradali, omissione di soccorso, fuga e guida in stato di ebbrezza. Secondo le immagini estratte dalle telecamere della zona, infatti, l’infermiera dopo aver urtato la signora, era scesa dall’auto ma era fuggita senza prestare soccorso.

Lei al Gip raccontò che non si era resa conto di aver investito un pedone ma che invece era certa di aver preso una buca.
Colpa dell’alcol, forse: aveva infatti pure ammesso che sì, aveva esagerato con i drink perché appena uscita da un locale dove si era intrattenuta con delle amiche per festeggiare un compleanno.

L’avvocato Maria Assunta Baranello aveva quindi fatto presente al Gip che riteneva insussistente l’esigenza cautelare
perché non c’era alcune pericolo che si reiterasse il reato e aveva poi spiegato – indicando le disposizioni della Cassazione – che per l’arresto era venuta meno la flagranza e la quasi flagranza.

Oggi la stessa Cassazione, invece, su ricorso della Procura di Campobasso ha annullato la scelta del Gip Enrico Di Dedda di non convalidare l’arresto della polizia.

Dunque verdetto completamente ribaltato. Per i giudici della Suprema Corte invece l’arresto andava eseguito e la polizia in quella circostanza aveva operato seguendo tutte le legittimazioni del caso, dunque Di Dedda sbagliò nel convalidare il provvedimento annullando di fatto un intervento che fu lecitamente eseguito.

 

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