Termoli

‘Noi e la maschera’: la salute mentale incontra il teatro per creare nuovi spazi di cittadinanza

Riappropriarsi del rapporto con se stessi attraverso l’utilizzo di una maschera. Questo, in sintesi, il fine del laboratorio realizzato dal Centro Diurno “Chesensoha” del Centro di Salute Mentale di Termoli, l’associazione Fa.c.e.d. e l’associazione dei familiari Incontrarsi, a conclusione del quale ci sarà la spettacolarizzazione “Noi e la maschera”, di scena sabato 27 ottobre alle ore 11 nella sala parrocchiale di Santa Maria degli Angeli a Termoli, contrada Difesa Grande.

Il laboratorio di pedagogia teatrale ed artistica ‘Il Corpo e la Maschera’, curato e condotto da Cam Lecce e Jörg Grϋnert, è iniziato ad aprile e si è sviluppato in 24 incontri  a cadenza settimanale tenutisi nella sala Parrocchiale della chiesa Sacro Cuore di Termoli.

 

«Tale percorso, partendo dalla scoperta di alcune abilità strumentali di base, ha permesso al singolo e al gruppo di innescare un meccanismo di empowerment che si è esplicitato attraverso il riconoscimento e la consapevolezza di avere uno spazio in cui riappropriarsi di se stessi e dei propri pensieri: uno spazio libero e aperto che permette di incontrare l’altro e accoglierlo – spiegano gli organizzatori -. Il gruppo si è conosciuto attraverso il filtro della maschera e la drammatizzazione ha offerto l’opportunità per il potenziamento dei limiti e delle risorse di ognuno».

Ciascuno degli utenti ha modellato la propria maschera con la creta, ha realizzato il calco in gesso e stampato la maschera in cartapesta. Con le maschere, pronte per essere indossate, è iniziata l’affascinante scoperta del corpo/maschera attraverso la mimesica e l’avviamento alla espressione corporea. Il percorso creativo si è arricchito di emozioni, pensieri e relazioni da cui è nata la storia collettiva Noi e la maschera».

 

Perché la scelta della maschera? «Noi siamo il nostro corpo ma troppo spesso lo scordiamo, anche quando c’è un eccesso di attenzione ad esso. La maschera è una opportunità per entrare in una confidenza speciale con il nostro corpo, con il nostro sentire, percepire e guardare. La maschera limitando lo sguardo apre a nuovi orizzonti percettivi, visivi, immaginativi. Il corpo mimetico, specchio e analogia di un fare antico, trova la sua libertà d’azione e si toglie le zavorre dei comportamenti appresi nella normalizzazione dell’apparire, ritrova la sua forza, riscopre i suoi muscoli, il suo sapere istintivo. “Il corpo e la maschera” è una opportunità per smascherarsi senza essere messi a nudo, protegge la persona nella discrezione del vivere la gioia e la potenza della scoperta di un se stesso diverso e libero, e nell’apprendere, da e su se stessa, saperi e abilità nascosti da insane abitudini, corazze muscolari e  irrigidimenti sociali».

 

 

 

 

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