Regione

Sanità, Toma non sarà commissario. Nel decreto Genova la norma sull’incompatibilità. “Valutiamo il ricorso”

Sancita l'incompatibilità tra il ruolo del commissario ad acta con quello di presidente di Regione. Se la valutazione del Colle sul decreto Emergenze, in cui è contenuta questa norma, passerà, a rimettere ordine negli ospedali molisani ci penserà una figura terza e indipendente dalla politica. Toma: "Tolgono una materia che è delle Regioni, valuteremo il ricorso. Ma siamo poi davvero sicuri che un tecnico sia la figura giusta e veramente indipendente dalla politica?"

Si fa sempre più remota la possibilità che Donato Toma venga nominato commissario ad acta per la sanità. Nel recente decreto Emergenze del governo Lega-M5S è stata inserita una norma che sancisce l’incompatibilità tra il delicato ruolo di traghettatore verso l’uscita dal disavanzo con quello di presidente della Regione.

Nessun governatore potrà indossare più la doppia veste. E anche quelli già nominati commissari (come Vincenzo De Luca in Campania, ma anche Nicola Zingaretti nel Lazio che è stato riconfermato dal Consiglio dei ministri appena lo scorso aprile, dopo aver vinto per la seconda volta le regionali del 4 marzo) saranno rimossi.

Per Donato Toma potrebbe aprirsi la strada del ricorso: “Stiamo valutando questa possibilità con gli avvocati. La norma sull’incompatibilità toglie alla Regioni una materia, come quella sanitaria,  che è di sua competenza”.

Insomma, ci sarebbero i presupposti per dichiarare l’incostituzionalità di questo decreto “che al momento è in attesa della firma del presidente Mattarella” come spiega il deputato molisano Antonio Federico che la questione sanità la sta seguendo con attenzione da mesi.

Antonio Federico

La valutazione del Colle potrebbe arrivare anche in giornata e non è da escludere un eventuale ‘spacchettamento’ delle questioni che sono normate nel decreto.

Secondo indiscrezione il Capo dello Stato sarebbe intenzionato a stralciare la norma ma l’ufficialità ci sarà solo quando il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Resta il fatto che i governi ricorrono ai decreti quando c’è il carattere della necessità e dell’urgenza. E questa norma non risponderebbe né all’uno né all’altro requisito: sarebbe questa la motivazione per cui Mattarella intende toglierla dal decreto. Ad ogni modo questo non muterebbe la sostanza della volontà politica dei 5 Stelle.

Ma al di là delle conclusioni, resta un po’ di amarezza da parte del presidente Toma “perché sembra quasi che vogliano azzerare i Governatori. Se fino ad oggi i commissari coincidevano con la massima carica di una Regione era perché sono loro – i politici – a farsi portavoce delle esigenze di un territorio. In questo modo, invece, si rischia di dover fare i conti con un ragioniere che viene qui per tagliare senza conoscere le reali necessità di chi, come i rappresentanti politici, in Molise ci vive. Il mio è solo un ragionamento si badi bene, io spero che la nostra piccola regione non subirà danni da questa soluzione ma sono preoccupato”.

Tornando al decreto, va detto che le questioni affrontate sono diverse: il crollo del ponte Morandi è la regina delle emergenze; c’è poi tutta la faccenda delle coperture economiche per gli studi sui ponti e i viadotti italiani che il governo nazionale vorrebbe passare ai raggi X dopo la tragedia di Genova. Ma ci sono anche altre emergenze come quella che riguarda Ischia colpita dal terremoto la scorsa estate. Mentre non si fa accenno al sisma del 14 e 16 agosto in Molise “ma questo – chiarisce subito il parlamentare Federico – solo perché manca ancora una stima più puntuale dei danni subiti. Solo quando sarà fatta questa valutazione che comprenderà, per esempio, anche il patrimonio privato, si potranno chiedere (e ottenere) i fondi”.

Il decreto Emergenze norma anche questioni legate alla cassa integrazione e, come si diceva poco fa, alla sanità e i commissari.

“Proprio in virtù di questa vastità di argomenti trattati, Mattarella potrebbe ritenere più opportuno procedere con decreti ad hoc e non far portare avanti le norme così come sono state presentate. Siamo in attesa della sua decisione” conclude il deputato campobassano.

La soddisfazione in casa 5 Stelle, però, c’è già: Giulia Grillo, ministro della Salute, ha accolto la richiesta della delegazione parlamentare molisana a cui, nelle settimane successive, si sono accodati anche i rappresentanti delle varie associazioni che difendono la sanità pubblica della nostra regione. Mentre il centrodestra – e il governatore Toma in primis – ha continuato a chiedere che i due ruoli di commissario e presidente potessero coincidere. Con lui anche alcuni esponenti del Pd come il sindaco di Campobasso, Antonio Battista che ha bollato la volontà politica dei 5 Stelle come un “madornale errore”.

Antonio Battista sindaco Campobasso

“Ora bisogna lavorare tutti insieme – hanno detto dal Movimento – per individuare una figura terza slegata da interessi di bottega e che abbia un profilo istituzionale e professionale tale da ridare ai cittadini fiducia nel sistema sanitario regionale. Una figura che dovrà ascoltare il territorio, le sue particolari esigenze, garantire l’accesso a cure certe e gratuite per tutti. Qualcuno che punti senza esitazioni su una sanità pubblica e di qualità. Con un privato che deve affiancare il pubblico, non sostituirlo né tantomeno montargli sulle spalle. Finalmente una nuova prospettiva per la sanità regionale”.

La nomina del commissario ad acta per ora è vincolata alle sorti del decreto. Al ministero (che suggerirà al Consiglio dei ministri il nome) c’è già un elenco con alcune figure che potrebbero arrivare in Molise per assumere il delicato ruolo.

“Potrebbe essere qualcuno che ha fatto il direttore generale in un’azienda sanitaria, il responsabile di qualche settore o agenzia ma sempre con un incarico dirigenziale e di livello” anticipa Antonio Federico.

La vede in maniera opposta Toma: “Siamo davvero sicuri che chi ha assunto incarichi di vertice nella sanità sia sganciato dalla politica? Possiamo metterci la mano sul fuoco che un tecnico sia super partes? Ma poi, rispetto a chi se a nominarlo sarà il Consiglio dei ministri?”.

Dubbi legittimi quelli del presidente.

Basti pensare – ma è solo un esempio – che il direttore generale dell’Asrem, Gennaro Sosto, è stato nominato dalla giunta Frattura e riconfermato da Toma. Quindi altro che tecnici super partes, chi ha incarchi di vertice in sanità è legato al doppio (e talvolta anche triplo) filo alla politica.

“Per una volta questa regione ha un governatore che è anche un tecnico (Toma è uno dei commercialisti più quotati di Campobasso, ndr), avrei saputo come rimettere ordine nei conti della sanità visto che ho esperienza in materia di Bilanci”.

Ma stavolta non potrà dimostrarlo. Non almeno in sanità perché il governo giallo-verde gliel’ha strappata di mano.

 

commenta