Termoli

Presidio unitario per la Gigafactory e “il futuro dei nostri figli”. Piazza timida, sindacati all’unisono: “Non ci fermeremo qui, senza risposte certe sarà sciopero”

Si è tenuto oggi il presidio unitario indetto dalle sigle sindacali FIOM, FIM, UILM, FISMIC, UGLM e AQCF. Presenti anche alcuni segretari nazionali. Pochi però i lavoratori e i cittadini. "C'è un clima generale di sfiducia, ma andremo avanti"

È una piazza timida quella del presidio unitario dei sindacati per la Gigafactory e lo stabilimento Stellantis. “Ho visto tanta rassegnazione negli operai dello stabilimento stamattina – così il segretario Fiom Samuele Lodi –. E invece bisogna scrollarsi di dosso questo ‘ormai’”. È anche un appello alla ‘lotta’ con il democratico strumento dello sciopero quello che viene più volte nominato dai sindacalisti. “Non ci fermeremo qui, se il 17 settembre – quando è prevista una riunione al Mimit con Acc e le parti sociali – non ci daranno risposte, che pretenderemo, andremo avanti”.

 

Segretario Fiom Lodi e segretario Uilm Ficco

 

L’iniziativa di oggi pomeriggio a Termoli (nella piazza più grande, Piazza Vittorio Veneto) non è l’unica essendo previste altre sul territorio ma è la prima di questo genere in città dove però di operai se ne vedono pochi e quelli che ci sono hanno volti scuri e non hanno tanta voglia di parlare. C’è chi, sindacalista all’interno di Stellantis di lunga data, dice: “Sono così. Chi ha fatto la mattina oggi o è in cassa integrazione poteva essere qui e invece non c’è. Ma andiamo avanti, magari c’è paura ma pian piano la situazione cambierà”. Pochi anche i cittadini, dissuasi anche dai problemi di audio che non fanno avvicinare le gente perchè già a poca distanza da dove sono riuniti i sindacalisti per parlare non si sente nulla. Come annunciato, c’è l’opposizione del Consiglio Comunale di Termoli (Stumpo, Vigilante, Scurti, Orlando e per poco Mileti), della ‘galassia’ Pd si vedono anche il segretario cittadino Giuditta e poi gli ‘outsider Venittelli e Coscia. Dal Consiglio regionale spicca la presenza del consigliere M5S Roberto Gravina. Ma non è la politica che cercano i sindacati, “qui bisogna mettere da parte gli interessi di partito perchè è in ballo l’economia nazionale”, o meglio sicuramente chiedono lo stop allo scontro tra Governo e Stellantis.

 

Quello che è certo, e chi è venuto in piazza Monumento ne è consapevole, è che si sta giocando una partita cruciale, per Termoli, per la regione ma anche per tutto il Paese. “La situazione di Stellantis è il paradigma di quello che è l’industria automobilistica nel paese tutto deteriorato. Ma noi pretendiamo così sempre Lodi, che venga riattivato quel progetto della giga Factory e non accetteremo in determinatezza”. Di seguito l’intervista completa al segretario nazionale Fiom Cgil.

 

Il segretario territoriale Gianluca Falcone ricorda la situazione ‘drammatica’ dello stabilimento termolese, con l’inesorabile dismissione degli impianti finalizzata alla costruzione della gigafactory che poi è stata stoppata. Tratteggia la fotografia attuale e per il futuro “senza risposte pronti ad altre iniziative per tutelare i lavoratori”.

 

La Uilm dopo la manifestazione sottolinea che “abbiamo voluto rendere evidente che la costruzione della gigafactory non è solo essenziale per il futuro dei lavoratori ma di tutto il territorio. Noi chiediamo al Governo e a Stellantis di smetterla con le loro reciproche dannose polemiche poiché le conseguenze di questo colpiscono i lavoratori e l’industria del nostro Paese. A Stellantis e a ACC chiediamo di tenere fede agli impegni assunti, di confermare il progetto della gigafactory. Sempre a Stellantis chiediamo inoltre di assegnare motori alla attuale fabbrica di meccaniche per poter agganciare i temi di una transizione che si annuncia quanto meno più lunga.
Per nessun motivo i fondi pubblici stanziati per Termoli devono essere distratti: il progetto industriale deve andare avanti – e concludono -. Se Governo e Stellantis non daranno risposte, metteremo in campo ogni iniziativa sindacale di cui siamo capaci”.

Di seguito l’intervista al segretario nazionale Gianluca Ficco e a quello territoriale Francesco Guida.

 

C’è la Fim-Cisl che ricorda come sia stata accettata di buon grado – e non era scontato – la proposta di creare una Gigafactory nello stabilimento termolese. Stefano Boschini ricorda a chi lo ascolta in piazza che oltre alla occupazione di oggi da tutelare c’è anche la prospettiva occupazionale futura a cui pensare.

 

Crescono le preoccupazioni anche alla luce delle notizie provenienti da Mirafiori, dove la produzione della Fiat 500 elettrica sarà interrotta fino all’11 ottobre a causa di una mancanza di ordini legata al difficile andamento del mercato europeo delle auto elettriche. Stellantis ha assicurato il proprio impegno nel garantire la continuità degli impianti, ma le tensioni restano alte, con l’annunciata integrazione della nuova 500 ibrida solo tra il 2025 e il 2026. Proprio oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che l’obiettivo di produrre 1 milione di auto l’anno è ancora raggiungibile, ma ha sottolineato la necessità di una politica industriale più ampia, evidenziando che la crisi del settore non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa.

E di quella crisi, che investe in pieno il territorio molisano con la fabbrica ex Fiat che “ha dato tanto”, e delle prospettive “che al momento non si vedono” si parlerà a giorni a Roma. E per la regione è un appuntamento, come si è visto e detto anche oggi, dirimente.

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