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Dipendenza digitale: perché non riusciamo a fare a meno degli schermi?

Rinunciare all’uso continuo e smodato dei device digitali è più facile a dirsi che a farsi a prescindere dall’età: ecco cosa ci impedisce di riappropriarci del nostro tempo limitando la tecnologia.

Restare perennemente incollati ai dispositivi digitali è una pratica molto comune, un’abitudine condivisa da generazioni diverse che rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se da un lato l’uso dei device elettronici ci permette di informarci e restare sempre in contatto con amici e conoscenti, infatti, dall’altro lato stress, ansia e perfino insonnia sono dietro l’angolo.

Contrariamente a quanto si possa pensare, tuttavia, la maggior parte delle persone è consapevole dell’importanza di ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo, sia esso smartphone, tablet, PC o console di gioco. Realizzare questo obiettivo, però, è spesso una strada in salita nonostante i buoni propositi che arrivano anche dai giovanissimi.

A focalizzare l’attenzione sul legame tra l’uso dei device e il benessere mentale è una recente ricerca di ExpressVPN, dalla quale è emersa una notevole difficoltà nel trovare un equilibrio e nell’approcciarsi in modo più sano e consapevole alla tecnologia. Lo stesso studio, inoltre, mette in evidenza i motivi che rendono vani i tentativi di modificare le proprie abitudini digitali.

 

Dipendenza dagli schermi: quali sono le conseguenze?

La dipendenza dagli schermi può manifestare conseguenze diverse negli adulti e nei più giovani, sebbene il comune denominatore sia la difficoltà (e in alcuni casi la quasi totale incapacità) di interrompere l’utilizzo dei device e di dedicarsi ad altre attività.

Negli adulti, ad esempio, a farne le spese è spesso la produttività sul lavoro, così come la serenità familiare. Tra i disturbi più comuni compaiono ansia, tensione, mal di testa, postura errata e spesso anche insonnia.

Nei bambini e negli adolescenti, invece, l’uso smodato di qualsiasi dispositivo rischia di ripercuotersi negativamente sullo sviluppo, soprattutto durante le fasi cruciali della crescita. Gli studi che mettono in evidenza questo tipo di rischio non mancano, come quello pubblicato sulla rivista The Lancet Child & Adolescent Health che sottolinea l’importanza dell’attività fisica (almeno 60 minuti al giorno) e di un sonno ristoratore (almeno 9-11 ore a notte), limitando invece a 2 ore il tempo quotidiano trascorso davanti allo schermo.

 

Cosa impedisce di ridurre il tempo trascorso sullo schermo?

Rinunciare all’uso frequente dei device digitali è più facile a dirsi che a farsi. Dietro questa criticità, tuttavia, si celano diverse motivazioni che talvolta si trasformano in veri e propri impedimenti.

Lo studio di ExpressVPN ha fatto luce anche su questo aspetto, proponendo un confronto generazionale tra gli appartenenti alla Generazione Z (nati dal 1995 al 2010 e successivi), i Millennials (nati tra l’inizio degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta), la Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e i cosiddetti Baby Boomers (nati tra il 1946 e il 1964).

La paura di sentirsi esclusi, conosciuta anche con l’acronimo FOMO (Fear of missing out), è condivisa soprattutto dalla Generazione Z (40%) e dai Millennials (34%), mentre viene avvertita di meno dalla Gen X (28%) e dai Baby Boomers (19%).

Un buon 40% degli esponenti della Gen Z, inoltre, fa fatica a “disconnettersi” per assenza di motivazione, una problematica che affligge anche il 32% dei Millennials, il 22% della Gen X e il 16% dei Baby Boomers.

Per il 27% della Gen Z e dei Millennials, invece, sono le esigenze professionali a impedire di staccarsi dagli schermi, limite condiviso anche dal 16% della Gen X e dall’8% dei Baby Boomers.

Sono sempre i giovani della Gen Z, infine, ad avvertire più degli altri una notevole pressione sociale (26%) che spinge a essere sempre reattivi e impegnati con amici, familiari e colleghi. Lo stesso avviene nel 23% dei Millennials, nel 12% della Gen X e nel 6% dei Baby Boomers.

Solo il 7% degli appartenenti alle generazioni più giovani cresciute con gli smartphone e i social media a portata di mano, inoltre, ammette di non avere alcun problema a ridurre il tempo passato sugli schermi.

 

I benefici del minimalismo digitale

Spinti dal desiderio di trascorrere più tempo con gli affetti, di migliorare la salute mentale e di limitare lo stress, sempre più persone scelgono di mettere in pratica una nuova filosofia di vita: chi abbraccia il minimalismo digitale, precisamente, considera le nuove tecnologie come semplici strumenti da utilizzare al bisogno, totalmente privi di valore.

Per ridurre al minimo l’uso degli schermi è possibile sperimentare alcune strategie, come impostare orari specifici per utilizzare i device o scaricare apposite applicazioni volte a monitorare il tempo di utilizzo. C’è anche chi allestisce spazi totalmente privi di tecnologia all’interno della propria casa, ma anche chi sceglie di partecipare a vere e proprie sfide di disintossicazione digitale.

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