La mazzata

Stellantis Termoli, dopo la ‘mazzata’ arrivano anche le richieste di trasferta in Francia e una nuova cassa integrazione

Sfuma il sogno della Gigafactory a Termoli e, con esso, anche i 350 milioni di euro del PNRR destinati a sostenere la transizione elettrica dello stabilimento Stellantis. La doccia fredda arriva direttamente dal tavolo ministeriale: il progetto, che doveva rappresentare un rilancio per la fabbrica e per l'intero Molise, resta in sospeso, mentre i fondi verranno dirottati verso altre iniziative. In questo scenario di crescente incertezza, i lavoratori dello stabilimento tornano al lavoro senza alcuna garanzia sul futuro. La cassa integrazione è vicina alla scadenza ma ne è stata già firmata un'altra (dal 14 al 20 ottobre) e, come se non bastasse, iniziano ad arrivare richieste di trasferte temporanee in Francia, alimentando ulteriormente la preoccupazione per il destino della fabbrica molisana.

Nello stabilimento Stellantis di Termoli si respira un’aria di profonda incertezza. La fabbrica, che avrebbe dovuto essere al centro di un ambizioso progetto di rilancio per l’intera economia del Molise con la conversione alla produzione di batterie elettriche, è oggi bloccata in una fase di stallo. Le speranze di una rapida ripartenza si sono infrante nel corso dell’incontro tenutosi ieri presso il Ministero delle Imprese del Made in Italy (MIMIT), rivelando una realtà ben più complessa e preoccupante.

Il confronto al Ministero è stato una vera e propria doccia fredda per sindacati e, di riflesso, per i lavoratori che speravano in qualche notizia positiva. Nulla di tutto questo, anzi. Oltre alla mancata chiarezza sul futuro della Gigafactory di Termoli, la questione dei fondi del PNRR, destinati originariamente al progetto, è diventata un rebus. Si tratta di 350 milioni di euro, che il Ministro Urso ha già annunciato saranno destinati altrove, dirottati su altri progetti per la transizione elettrica. Il Molise, che fino a pochi mesi fa sembrava sul punto di ospitare uno dei più innovativi stabilimenti per la produzione di batterie elettriche, si trova ora senza alcuna certezza.

L’orizzonte è pieno di nuvole e i dubbi crescono. La domanda che tormenta circa 2mila lavoratori e le loro famiglie è semplice e drammatica: cosa succederà adesso? Fino a quando il loro futuro potrà essere garantito?

I sindacati sono uniti in questa battaglia, e questa appare come l’unica buona notizia in un contesto generale critico. Si stanno preparando a una mobilitazione che dovrà coinvolgere non solo i lavoratori, ma anche gli abitanti del territorio. Senza il sostegno della comunità, infatti, sarà difficile ottenere risultati concreti.

A complicare la situazione, c’è la cassa integrazione cautelativa che ha coinvolto 400 lavoratori del reparto 16 valvole e che terminerà il 29 settembre. Ma – ed è questa la notizia arrivata nel pomeriggio di oggi – è pronta una nuova ondata di Cig che coinvolgerà tutti i lavoratori Stellantis di Termoli dal 14 al 20 ottobre. In pratica un fermo produttivo generale, indicatore di un mercato che stenta.

Sarà un autunno caldo, a dispetto del clima di queste ore, per i metalmeccanici molisani. Con un punto interrogativo enorme: cosa accadrà dopo? I sindacati non escludono l’ipotesi di contratti di solidarietà per tutto lo stabilimento, con una durata di parecchi mesi. E’ una spada di Damocle che incombe. E intanto, proprio oggi, sono arrivate richieste di trasferte temporanee in Francia per alcuni lavoratori (venti, al momento). Il significato di questa mossa non è chiaro, ma alimenta ulteriore preoccupazione: cosa stanno preparando? Come mai si richiede a lavoratori di Termoli di spostarsi temporaneamente all’estero, senza chiarezza sugli obiettivi di tali trasferte?

La questione centrale è che ACC non solo ha rinviato a data da destinarsi l’inizio della produzione di batterie elettriche a Termoli, ma mette in dubbio l’intero progetto. Al tavolo ministeriale, secondo i sindacalisti, è stato detto chiaramente che la scelta delle batterie performanti avverrà solo entro il primo trimestre del 2025. Successivamente, Stellantis e Mercedes, principali azionisti di ACC, dovranno dare il loro nulla osta al progetto. In questo contesto di incertezza, il rischio che l’intero progetto venga abbandonato non è più solo un’ipotesi lontana.

E poi c’è la questione dei fondi del PNRR. Quei 350 milioni di euro destinati inizialmente a Termoli sono ora in bilico. Il Governo intende destinarli altrove, e considerando che Stellantis ha realizzato un fatturato di 42 miliardi di euro e un utile netto di 18,6 miliardi solo nel 2023, è chiaro che l’investimento per la Gigafactory non può dipendere dai fondi pubblici. Questo scenario amplifica la preoccupazione dei lavoratori, già segnati da una serie di licenziamenti collettivi che, dal 2014 a oggi, hanno portato all’uscita di ben 12.000 persone dagli stabilimenti Stellantis. Solo nei primi mesi del 2024, altre 3.800 persone hanno perso il lavoro, una situazione che l’azienda definisce con il termine “separation”, ma che per i dipendenti significa una realtà ben più amara. Licenziamenti.

La fabbrica di Termoli, che avrebbe dovuto essere un simbolo di innovazione e crescita, si trova ora in un clima di incertezza senza precedenti. Il prossimo appuntamento con il futuro dello stabilimento è fissato per ottobre, ma i sindacati sono pronti a mobilitarsi fin da subito. L’attesa rischia di diventare insostenibile per un territorio e per migliaia di famiglie che chiedono risposte immediate.

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