Effetti collaterali

Aida Romagnuolo, consigliera di Sangiuliano, rischia di tornare a casa (di nuovo) se cade il Ministro

Prima dei non eletti in Fratelli d'Italia alle elezioni regionali del 2023, è stata estromessa dall'assise nel riconteggio dei seggi. Un anno dopo è stata nominata consigliera ministeriale da Gennaro Sangiuliano. Ma ora lo tsunami politico-sentimentale che ha travolto il ministro rischia di interrompere prematuramente anche questo nuovo incarico.

Ha perso la poltrona in Consiglio regionale quando era certa di averla conquistata. E ora anche l’incarico di consigliera del ministro Gennaro Sangiuliano potrebbe sfumare se il titolare della Cultura, di cui si parla ininterrottamente da giorni per il Boccia-Gate, dovesse rassegnare dimissioni irrevocabili o fosse costretto a lasciare l’incarico sotto una pressione politica crescente.

Aida Romagnuolo, ex inquilina di Palazzo D’Aimmo e prima dei non eletti in quota Fratelli d’Italia, è legata a doppio filo al ministro di origini molisane Sangiuliano. Proprio lui le ha affidato il compito di collaborare con il suo ministero per quanto riguarda le aree interne e montane. Il decreto di nomina a consigliera del Ministro risale a maggio 2024 anche se la designazione effettiva è arrivata solo a fine luglio. Un anno dopo le elezioni regionali (giugno 2023) in cui la Romagnuolo, campionessa di preferenze per Fratelli d’Italia, è stata estromessa dall’assise regionale con l’ingresso di Roberto Di Pardo al posto suo.

Furono le verifiche della Corte d’Appello a provocare uno tsunami nella sua carriera politica in ascesa: i giudici corressero il tiro nell’assegnazione dei seggi facendo perderne uno al partito di governo. Nessuno ne fece un dramma, a parte, forse, la diretta interessata. Anzi, nella maggioranza vicina a Francesco Roberti molti tirarono un sospiro di sollievo immaginando che la legislatura avrebbe avuto un andamento più tranquillo senza il temperamento passionale di Aida che di grane (o battaglie politiche se vogliamo) ne aveva piantate diverse già quando era nella Lega di Salvini.

In questa chiave l’incarico fiduciario di Sangiuliano, pagato 20 mila euro lordi l’anno, è arrivato come manna dal cielo per il governatore molisano che intanto ieri ha nominato Leo Antonacci, secondo dei non eletti in FdI, alla guida di Finmolise.
Sappiamo però che il compito della Romagnuolo si concluderà “al termine del mandato governativo del Ministro” come leggiamo sul decreto di nomina. Ecco perché se Sangiuliano dovesse andar via dal MiC (o la premer Meloni accettare le sue dimissioni) anche la Romagnuolo perderebbe il suo incarico.

Romagnuolo e Sangiuliano (ft fb)
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