Le raccomandazioni

Il virus West Nile trasmesso da zanzare è nel vastese. Primo probabile caso umano infetto, è ricoverato a Pescara

I controlli hanno permesso di riscontrare, da metà giugno, delle prime positività al virus West Nile, nella provincia di Chieti, in zanzare, uccelli selvatici e nell'uomo con un primo caso 'probabile'". Si tratta di un uomo residente a San Salvo. Partita la macchina della sorveglianza integrata e diffuse le raccomandazioni per prevenire l'infezione

Il virus West Nile sta circolando nel Basso Abruzzo: lo ha comunicato la Asl Lanciano-Vasto-Chieti. E ci sarebbe un probabile caso ‘umano’ infetto, ora ricoverato a Pescara. La famosa ‘febbre’, malattia provocata dal virus, “non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri” si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Ma come si contrae il virus? La Asl abruzzese spiega che viene trasmesso tramite la puntura della zanzara comune e che è in grado di infettare uomini e cavalli provocando patologie neuroinvasive anche gravi, con manifestazioni ancora più invasive nei soggetti con condizioni di rischio.

Dunque le raccomandazioni fornite alla cittadinanza perchè, se da un lato le autorità possono intervenire sul ‘vettore’ cioè le zanzare, dall’altra è fondamentale la prevenzione umana individuale (che si somma a quella ‘pubblica’, di competenza degli Enti Locali): “È fondamentale che i privati collaborino attivamente alle attività di rimozione dei focolai larvali ed alle attività larvicide nei focolai non rimovibili delle proprie aree private (pulire caditoie e tombini pluviali, zone di scolo e ristagno di acqua, svuotare i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante, cambiare spesso l’acqua delle ciotole per gli animali, tenere le piscine per i bambini in posizione verticale quando sono vuote). È necessario adottare misure di prevenzione individuale come utilizzo di repellenti specifici, abbigliamento coprente in caso di permanenza all’aperto nelle ore serali e notturne. Si confida della massima collaborazione da parte della cittadinanza”.

La sorveglianza integrata – come da prassi – è partita. Una nota del Dipartimento sanità servizio prevenzione sanitaria medicina territoriale informa che “i maggiori controlli hanno consentito il riscontro, da metà giugno, delle prime positività al virus West Nile nella provincia di Chieti, in zanzare, uccelli selvatici e nell’uomo con un primo caso ‘probabile’. L’uomo in esame è ricoverato presso l’ospedale di Pescara, ma domiciliato nel Comune di San Salvo (Chieti).

La diagnosi del primo caso umano ‘probabile’ di infezione da virus West Nile è stata effettuata ieri dal Laboratorio di riferimento regionale per le Arbovirosi dell’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izsam). Il sistema di sorveglianza regionale delle Arbovirosi (malattie virali trasmesse da zanzare) ha consentito di rilevare tempestivamente le positività, dunque di far attivare le Misure previste dal Piano nazionale per le Arbovirosi 2020- 2025 da parte del Dipartimento sanità della Regione, del Dipartimento di prevenzione della Asl di Chieti e dei Comuni interessati (Vasto, Casalbordino, Lanciano, San Salvo).

Sempre l’Iss informa su incubazione e sintomi nella popolazione infetta. “Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave”.

La buona notizia è che “i sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale”.

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