La protesta

Nodo balneari ‘scaricato’ dal Governo, operatori confermano sciopero del 9 agosto: ombrelloni chiusi fino alle 9.30

Nei prossimi giorni i dirigenti del settore decideranno se confermare o eventualmente sospendere le altre successive manifestazioni previste per il 19 e 29 agosto

I balneatori incroceranno le braccia domani 9 agosto, quando gli ombrelloni degli stabilimenti balneari verranno aperti solo dopo le 9.30. Una protesta della categoria, da tempo sotto la ‘spada di Damocle’ della direttiva europea sulle concessioni, che Sib (il sindacato italiano balneatori) e Fiba Confesercenti hanno deciso di confermare. Anche perchè il Governo ha deciso di rinviare sine die – non prima di settembre – il da farsi.

Non c’è traccia infatti della questione sul Decreto cosiddetto Omnibus, varato ieri. “A valle delle interlocuzioni con la Commissione Europea, in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali”, questa la nota di Palazzo Chigi, al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, che segna il rinvio dunque del nodo balneari, alla vigilia dello sciopero degli ombrelloni proclamato appunto per domani.

sib sciopero
“Il Governo – così la Sib Confcommercio sui suoi canali social – non ha emanato alcuna disposizione normativa sugli imprenditori balneari. Non vi è ancora alcun provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori pubblici e privati sulla questione balneare – affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA/Confesercenti. Siamo, quindi, costretti a confermare la mobilitazione della categoria con la chiusura degli ombrelloni di due ore prevista per venerdì 9 agosto. Constatiamo comunque che ‘fonti di Governo’ lo hanno preannunciato in uno dei prossimi Consigli dei Ministri. È un segnale che non intendiamo sottovalutare, pertanto nei prossimi giorni si riuniranno nuovamente gli organismi dirigenti per valutare la situazione che, da anni, tiene con il fiato sospeso 30.000 imprese e 100.000 addetti diretti – conclude la nota – ed eventualmente confermare o sospendere le altre successive manifestazioni previste per il 19 e il 29 agosto”.
Generico agosto 2024

 

“C’è una vertenza che dura da 14 anni – dichiara Domenico Venditti, presidente Sib Molise -, da due anni aspettiamo una risposta dal Governo, che aveva promesso di risolvere la questione in maniera strutturale dopo gli appelli arrivati da tutte le Regioni e i Comuni, indipendentemente dall’orientamento politico. Ma nessuno ha fatto nulla. Il nostro è un grido di dolore. E non solo della balneazione ma di tutti gli imprenditori che operano su pubblico demanio, dai campeggi agli alberghi fino ai ristoranti che rischiano di perdere il lavoro e il frutto di anni di duro lavoro”. E ancora: “La situazione è gravissima: è in gioco il futuro di decine di famiglie, di onesti lavoratori che con passione, competenza e professionalità portano avanti il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica. Vorrebbero continuare ad esserlo. È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti – conclude Venditti – non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.

Ricordiamo che il Consiglio di Stato con diverse sentenze nei mesi scorsi ha stabilito che le concessioni balneari sono già scadute, per cui qualsiasi proroga automatica che il governo ha stabilito, estendendo il termine delle concessioni fino alla fine del 2024, è illegittima, perché apertamente in contrasto con i principi di concorrenza e di libertà di stabilimento sanciti non solo dalla Direttiva Bolkestein, che in Italia non è stata ancora recepita, ma anche dall’art. 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il Sib però non ci sta e afferma: “Siamo costretti a protestare per salvaguardare le nostre aziende e, con esse, la balneazione italiana che costituisce un modello di successo che il Mondo ci invidia”.
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