Il festival

MoliseCinema: grande folla per Valerio Mastandrea, mattatore ma “non per caso”

Il popolare attore romano protagonista della seconda serata del Festival a Casacalenda. "La Cortellesi sul set di 'C'è ancora domani"? Un'atleta della Germania Est anni Settanta, io invece mi sentivo la squadra di bob della Jamaika".

La simpatia è contagiosa, genuina: non ci sono filtri nella versione naturale, da cinema di piazza, di Valerio Mastandrea, mattatore della seconda giornata di MoliseCinema a Cascalenda. L’uomo è congenitamente popolare, ispirato, a suo agio nel rapporto con gli altri. Ieri 7 agosto si è calato ancora una volta nella parte, ma in quella vera, per interpretare al meglio se stesso.

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Ha ‘giocato’ con la gente, risposto al fuoco di fila di domande di Federico Pommier e Federico Pedroni, autori del volume che parla di lui, di cui ha firmato centinaia di copie andate letteralmente a ruba. Non si è risparmiato, raccontando la sua ascesa tra i migliori interpreti del cinema italiano, le decine di film cui ha prestato volto, gesti e parole, la sua visione da regista e in fondo anche quella della vita.

Da oltre tre decadi sulla breccia, Mastandrea oggi ha 52 anni. Non incarna più artisticamente il figlio di una generazione perfettamente caratterizzata, ma la spontaneità e l’ironia sono quelle di sempre, più raffinate, probabilmente. Il pubblico del Festival ha riso di gusto alle sue battute che lui ha sciorinato con rara naturalezza, anche quando il discorso ha lambito le tematiche più serie.

Il rapporto con Paola Cortellesi, con cui ha condiviso tanto non solo su set, ha tenuto banco durante la presentazione di ‘Per caso ma non per sbaglio’, questo il titolo del libro. Un’alchimia che si è sublimata nella fortunata vicenda cinematografica del film campione di incassi ‘C’è ancora domani’. “Paola mi ha chiesto di interpretare il ruolo di un personaggio cattivo, tagliato però su di me che non ho il phisique du role per quella tipologia. Infatti lei mi ha chiesto di essere un cattivo dall’aspetto miserabile, beh, mi ha fatto un complimento” ha chiuso al solito tra il serio e il faceto. “Diciamo che la metafora del nostro rapporto sul set di quel film è che lei sembrava un’atleta della Germania dell’Est negli anni Settanta e io la squadra di bob della Jamaika”. Il riferimento sportivo, calzante alla realtà olimpica che stiamo vivendo, ha scatenato la reazione divertita dell’arena Vittorio.

Mastandrea ha parlato ai microfoni di MoliseCinema poco prima dell’incontro con il pubblico. Nella video intervista – che pubblichiamo – ricorda alcuni film che hanno segnato la sua carriera “anche se tutti i film sono stati una tappa”, del rapporto con i vari Marco Bellocchio, Marco Manetti, della classe innata di Stefania Sandrelli (a MoliseCinema c’è un omaggio all’attrice viareggina, con cui Mastandrea ha lavorato ne ‘La prima cosa bella’) e del successo di “C’è ancora domani” film pluripremiato, in concorso anche a MoliseCinema, poi proiettato nell’arena grande.

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Una serata perfetta, ieri al Festival, con migliaia di presenze, tanto da vedere in un paese che per una settimana vive in una favola: quella del cinema, quella dei grandi interpreti e personaggi, lo status anzi la natura di Valerio Mastandrea.

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