Termoli

Futuro incerto per 2000 lavoratori Stellantis: cassa integrazione e scontro aperto tra Fratelli d’Italia e Tavares

Incertezza occupazionale e produttiva nello stabilimento Stellantis: la fabbrica è centro di gravi preoccupazioni per l'avvio della cassa integrazione, che intanto colpirà 395 operai e 25 impiegati. Con la sospensione del progetto della Gigafactory e le tensioni tra Governo e azienda, si teme che il 2024 possa essere segnato da un prolungato ricorso agli ammortizzatori sociali, mettendo a rischio il futuro occupazionale di 2000 lavoratori.

È un ritorno al lavoro carico di incertezze per i duemila lavoratori dello stabilimento Stellantis di Termoli. Le prospettive per il futuro appaiono fosche, con l’azienda che ha deciso di sospendere, almeno fino alla fine dell’anno, il progetto della Gigafactory, inizialmente destinato a trasformare la città adriatica in un nuovo polo europeo per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Il rinvio senza data di scadenza della fabbrica di batterie elettriche ACC ha infranto le speranze di lavoratori e sindacati, ammantando di preoccupazione l’intero stabilimento.

Settembre potrebbe essere un mese cruciale per decidere il destino della fabbrica: i sindacati sono in attesa di conoscere la data del prossimo incontro, che doveva essere fissata al 17 settembre secondo indiscrezioni. Ma per ora non si conoscono le scadenze. “Brancoliamo nel buio” dicono gli operai che, dopo il periodo di ferie, stanno rientrando in fabbrica. “Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, ma di sicuro la situazione è brutta”.

Attualmente sono i lavoratori delle aree dedicate alla produzione dei motori medi, destinati principalmente al mercato statunitense, e di quelli più piccoli, richiesti in Polonia e Italia, a riprendere servizio. Nei prossimi giorni, seguiranno gli operai impiegati nella produzione del motore FIRE, ma il ritorno al lavoro sarà scandito da periodi intermittenti di cassa integrazione cautelativa. Il quadro generale non è incoraggiante e le speranze di chiarezza sono riposte nelle prossime settimane.

Settembre, infatti, si preannuncia come il mese decisivo per capire cosa potrebbe accadere nel prossimo anno. Si è in attesa dell’incontro al Ministero per le Attività Produttive, ma la data non è stata ancora fissata, alimentando ulteriormente l’incertezza tra i lavoratori e i sindacati. Marco Laviano, rappresentante della FIM CISL, ha lanciato l’allarme secondo le parole riferite in un servizio della Tgr Molise: “Dall’autunno, la cassa integrazione potrebbe diventare strutturale, e questo Termoli non può permetterselo. L’azienda deve garantire che la produzione a Termoli venga tutelata”.

Le preoccupazioni di Gravina

A rafforzare il clima di preoccupazione, interviene anche Roberto Gravina, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ha espresso serie preoccupazioni riguardo a quella che definisce una “preoccupante inversione di rotta del Governo su Stellantis e Gigafactory”. Gravina ha sottolineato come le recenti dichiarazioni di esponenti nazionali di Fratelli d’Italia appaiano come un improvviso e deciso cambio di rotta rispetto a quanto il Ministero aveva manifestato fino a poco tempo fa. Questo rappresenta un segnale di tensione che non aiuta a trovare soluzioni utili per i lavoratori e il territorio.

Gravina

Gravina ha inoltre evidenziato una scarsa aderenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente fatto negli ultimi mesi da parte del Ministero e della maggioranza di centrodestra, sia a livello nazionale che regionale. “Questa forte inversione di rotta preoccupa noi, i lavoratori e i rappresentanti dei lavoratori, perché rappresenta un indizio concreto di un possibile scontro aperto che, in una fase così delicata, andrebbe evitato, favorendo invece il dibattito sulle possibilità da sviluppare insieme, per il bene del nostro territorio”, ha dichiarato Gravina.

Le critiche di Fratelli d’Italia

L’inversione di tendenza espressa da Gravina si riferisce alle dichiarazioni di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia affidate alle agenzie di stampa il 20 agosto. Tra queste, quella del senatore molisano Costanzo Della Porta, che commentando l’avvio della cassa integrazione per 395 operai e 25 impiegati dello stabilimento di Termoli, ha criticato aspramente la gestione dell’azienda, accusando i dirigenti Stellantis di incassare benefit straordinari mentre le famiglie degli operai dovranno affrontare una decurtazione della retribuzione.

della porta senato

Non è stato l’unico a esprimere queste critiche, a riprova del clima di forte tensione che ormai c’è tra Governo e Carlos Tavares. “Stellantis in tutto il 2023 ha mandato a casa, in modo provvisorio e anche definitivo, circa 15mila dipendenti tra Italia e Stati Uniti. Un bilancio umiliante se rapportato alle cifre titaniche che l’azienda riconosce al proprio amministratore delegato e al proprio presidente John Elkann, rispettivamente 41,2 e 4,8 milioni di euro. Cifre record. Negli Stati Uniti questo squilibrio ha suscitato proteste sindacali, mentre qui in Italia Cgil e giornali di sinistra si dimostrano ancora una volta proni al colosso Stellantis. Evidentemente per costoro l’interesse dei lavoratori è meno importante dei lauti stipendi dei ‘padroni'” ha detto il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti. Gli ha fatto eco Paolo Marcheschi, sempre di Fratelli d’Italia, con queste parole: “Cassa integrazione per gli operai, stipendi da nababbi al management: ecco la politica ‘sociale’ di Stellantis che in un anno, nel 2023, ha mandato a casa circa 15mila suoi lavoratori fra Italia e Stati Uniti, dove si sono anche registrate vibranti proteste, a fronte di un’Italia dove il sindacato Cgil non ha mosso un dito perché più impegnato a fare politica contro il governo che a difendere i diritti dei lavoratori. E questo mentre sono caduti nel vuoto i proclami dell’azienda per l’aumento di volumi di produzione nella nostra Nazione: complimenti davvero”.

Una guerra verbale in corso

L’impressione è che il partito di governo abbia deciso di ingaggiare una guerra, almeno verbale, contro il CEO di Stellantis Carlos Tavares, con il quale non si è arrivati ad alcun accordo dopo l’incontro del 7 agosto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Sebbene l’incontro sia stato descritto come “interlocutorio”, la Uilm, presente al tavolo insieme ai segretari nazionali delle altre sigle sindacali, ha espresso forti preoccupazioni, sottolineando una “grave rottura fra Governo e Stellantis” e la necessità di politiche industriali strutturali, non solo incentivi, per salvaguardare l’occupazione e rilanciare il settore.

In un contesto di così grande incertezza, i lavoratori di Termoli, e tutta la comunità locale, guardano con apprensione ai prossimi mesi, sperando che l’azienda prenda decisioni che possano garantire continuità occupazionale e produttiva. Tuttavia, il futuro rimane, al momento, avvolto in una fitta nebbia di incertezze.

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