Termoli

Fuochi illegali (assordanti) dopo quelli regolamentari di San Basso: così è morta la cagnona Attila a Rio Vivo, fuggita per il panico

Attila era malata, e aveva problemi motori nell'ultima fase della sua vita. "Quei festeggiamenti improvvisati e goliardici, all’insegna della più sguaiata superficialità, le hanno negato almeno un altro anno di vita, stando alle previsioni dei veterinari". Il drammatico epilogo di una vicenda fuori da ogni regola

I fuochi improvvisati – ed illegali – sparati senza alcun preavviso dopo le 2 la notte di San Basso a Termoli, zona Rio Vivo, sono costati la vita ad Attila, un cane di grossa stazza e fragile. A ‘denunciare’ sui social – e sul giornale – il suo calvario è stata la proprietaria, affezionatissima a quei “70 chili di rara bellezza e rara intelligenza”, la direttrice di Telemolise Manuela Petescia.

Il caso di Attila, che lei ha raccontato con dovizia di particolari e con un afflato struggente, pone una questione cruciale. Quella dei fuochi d’artificio fuori da ogni regola, visto anche il loro impatto sugli animali a 4 zampe. Chi ha in casa con sé un cane o un gatto lo sa bene e cerca in tutti i modi di tutelarli. Lo ha fatto, quella sera, anche la nota giornalista che abita a Rio Vivo. Come ogni volta che vengono preannunciati spettacoli pirotecnici, ha messo il cane al riparo in casa, onde evitare che si trovasse in terrazzo al momento degli spari che – racconta – “per i cani equivalgono a una specie di morte cardiaca”. Attila, oltretutto, era malata da tempo e soffriva di una patologia muscolo scheletrica congenita, ed era perciò sottoposta a stringenti cure veterinarie.

Passati i fuochi regolamentari, però, dopo un po’ il via libera. E invece “alle due e trenta è successo L’IMPOSSIBILE. Senza alcuna programmazione, un mezzo avvertimento – che so – un cartello con una scritta, un sussurro, un passaparola, si è prodotto nel cielo un nuovo round di fuochi d’artificio PRIVATO e disgraziato. Esattamente a 4 passi dalla mia abitazione, sulla spiaggia di fronte, in linea d’aria 50 metri, in pratica addosso ai cani, un nuovo spettacolo: ed erano fuochi vecchio stampo, le bombe atomiche di un tempo”.

Per Attila è scattato il panico. Nonostante le difficoltà motorie che aveva negli ultimi giorni, il cane si è trascinato nella siepe di confine tra rovi e rami fittissimi, ferendosi. “Attila non è morta per colpa dei fuochi d’artificio (privati e illegali) che un gruppo di balordi – non saprei come altro definirli – ha organizzato di fronte casa mia. Attila sarebbe morta comunque, perché era gravemente malata. Ma quei festeggiamenti improvvisati e goliardici, all’insegna della più sguaiata superficialità, le hanno negato almeno un altro anno di vita, stando alle previsioni dei veterinari. Sparati in piena notte e a pochi passi dal giardino, con quel rumore assordante che faceva tremare le mura, e i lapilli che finivano anche su di lei, Attila si è precipitata a ripararsi nella siepe di confine, sfondando rami e arbusti con la sua mole possente. Peccato che abbia sfondato anche le sue, di ossa”, questo il racconto. Da quella notte Attila non si è alzata mai più e pochi giorni dopo è spirata.

Pochi anni fa, con la precedente amministrazione comunale che – grazie all’impegno animalista dell’ex assessore Rita Colaci, si dotò di un Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali, più e più volte furono spese parole per sensibilizzare la cittadinanza ad evitare l’uso improprio dei petardi così come quello dei fuochi d’artificio che nuocciono gravemente agli amici-animali, provocandone – come visto in questo caso – anche la morte. I fuochi oggetto di regolamentazione devono sottostare a determinate regole (e pure quelle non bastano agli animali) anche relativamente ai decibel che possono emettere. Quelli illegali – barbara usanza che delle regole si fa beffe – sono, come nel caso di Attila (ma chissà quanti altri animali si saranno spaventati quella notte, avendolo fatto anche gli umani e adulti), delle bombe a orologeria. Non sono autorizzati da nessuno, ma qualcuno questa bomba dovrà però disinnescarla.

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