Spacca italia

Autonomia Differenziata, il centrodestra la vuole ma non spiega i vantaggi in aula. Le opposizioni: “Ha prevalso la linea leghista, ma il Referendum si farà lo stesso e vinceremo”

Oggi in Consiglio regionale bocciate tutte e tre le mozioni contro l'autonomia differenziata che aprono al Referendum, che comunque si farà perchè il tetto delle 500mila firme è stato già sfondato in Italia.

E’ stato il giorno del dibattito sull’Autonomia Differenziata in Consiglio regionale, e la discussione che si è protratta per quasi 4 ore è finita senza sorprese. Le tre mozioni presentate dalle opposizioni – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Costruire Democrazia – contro la legge Calderoli sono state respinte con 13 voti contrari. Le mozioni, che richiedevano l’abrogazione della legge e una moratoria della sua applicazione, sono state bocciate con i voti di Cefaratti, Cofelice, D’Egidio, Di Baggio, Di Lucente, Di Pardo, Iorio, Micone, Niro, Pallante, Passarelli, Sabusco e del Governatore Francesco Roberti, con l’unico assente di maggioranza Nicola Cavaliere.

La discussione ha visto prevalere soprattutto gli interventi delle minoranze (presenti Fanelli, Facciolla, Salvatore, Greco, Primiani, Romano e assente Gravina) a fronte di un centrodestra che ha ripetutamente sostenuto che “l’autonomia differenziata porterà benefici al Molise”, senza però fornire dati concreti a supporto di questa affermazione.

Michela Fanelli, capogruppo del Partito Democratico, ha espresso forti critiche: “Roberti abdica al suo ruolo di Governatore del Molise, con l’assessore esterno della Lega Marone che detta la linea politica della maggioranza di centrodestra sull’autonomia differenziata, obbedendo agli ordini di Pontida. Nessuna valutazione nel merito, nessun argomento politico valido, nessun interesse per le sorti del Molise, nessuna volontà di salvaguardare i diritti dei molisani. Niente, solo e sempre la solita schiena prona ai voleri della ‘filiera politico-istituzionale’ e la ‘scemenza’ che l’autonomia sarà un’opportunità, ripetuta come un mantra, senza spiegare come e soprattutto senza comprenderne il ridicolo e pericoloso significato”.

Fanelli, nuovo capogruppo del Pd in Consiglio, ha poi sottolineato l’importanza di difendere il Molise dall’erosione dei diritti fondamentali: “Nessuno del centrodestra, che finora è costata al Molise l’aumento al massimo delle tasse ed i servizi peggiori d’Italia, ha saputo spiegare come l’autonomia differenziata sarà la panacea di tutti i nostri mali, senza aver prima superato il criterio della spesa storica e soprattutto senza la definizione e il finanziamento preventivi dei livelli essenziali delle prestazioni. Più di ottanta miliardi che andrebbero trovati a ‘invarianza di equilibri di bilancio’ (dice la legge), cioè senza metterci i soldi. Come è possibile? Infatti non lo è e chi non lo dice mente sapendo di mentire”.

La consigliera del Pd Alessandra Salvatore ha messo in evidenza i rischi per il Molise: “Quale sarebbe il vantaggio dell’autonomia differenziata e come sarebbero garantiti i servizi con la nostra sola fiscalità, considerando che abbiamo bisogno di risorse? La Costituzione afferma che ‘previa ricognizione delle risorse destinate’, ma in assenza di queste come si garantiscono i Lep, cioè i Livelli Essenziali delle Prestazioni?”. Domanda caduta nel vuoto di un’aula dove a farla da padrone è stata l’appartenenza politica più che la sostanza del tema perché, in caso contrario, almeno qualcuno avrebbe portato qualche esempio concreto di ipotetici benefici.

Il sottosegretario Niro ha ribadito che “la riforma responsabilizza chi è chiamato a governare e amministrare il territorio ed è una battaglia di civiltà per il sud”. L’assessore Iorio ha contestato le argomentazioni dell’opposizione, definendole “scemenze che la sinistra ripete per spaventare la gente”, mentre Di Pardo ha dichiarato che il suo voto contrario alle mozioni delle minoranze era “per i molisani, perché non ho padroni né ordini da rispettare”. Il leghista Sabusco ha aggiunto: “Questa è una norma che invita le Regioni, qualora lo ritengano opportuno farlo, di rivendicare l’autonomia su una certa materia e comunque non tutte e 23 con l’approvazione dei Lep entro 24 mesi. Gli equilibri di bilancio sono pienamente salvaguardati, la legge cioè si può applicare solo se trovi le risorse”. Insomma, le stesse frasi ripetute nei talk show che sarebbero buone per qualsiasi territorio e qualsiasi porzione d’Italia, senza minimamente affrontare il nodo Molise e la sua reale situazione di carenza da tutti i punti di vista, meno che mai lo scenario concreto che andrebbe a verificarsi qualora la legge dovesse entrare in vigore sulla base della spesa storica una volta decorsi i due anni di tempo per finanziare i Lep, operazione che appare difficile – per non dire impossibile – agli stessi promotori e sostenitori della riforma federale.

Una posizione un po’ inedita, per la verità, è stata quella del presidente Francesco Roberti, che ha detto di condividere la mozione presentata dal gruppo del PD, ma di non votarla unicamente perché “in Forza Italia stanno lavorando sul tema all’interno di una specifica Commissione”.

E Fanelli incalza: “Quindi Roberti, dopo Occhiuto (il governatore della Calabria, centrodestra, ndr) dice al Governo di non procedere alle “intese Speedy Gonzales” che stanno chiedendo le regioni del Nord. Chiede una moratoria immediata. Si spera però che la Commissione di Forza Italia abbia esiti migliori della Commissione prevista sul tema da una mozione di marzo scorso del centrodestra. Mai costituita”.

Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso le sue preoccupazioni. Il capogruppo Andrea Greco, che ha attaccato la maggioranza per la mancanza di disciplina e onore: “Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio, un sussulto identitario in difesa del Molise e dei molisani. Ancora una volta, invece, gli ordini di scuderia prevalgono sugli interessi dei cittadini e la maggioranza di centrodestra china la testa dimostrando di non avere a cuore questa regione”. Greco e Primiani, del 5 Stelle, hanno denunciato la pericolosità della riforma Calderoli: “Ad oggi non ci sono prove che l’autonomia differenziata favorirà la crescita del Paese. Anzi, abbiamo innumerevoli prove contrarie e sappiamo che con il regionalismo è esploso il debito pubblico ed è cresciuta in modo esponenziale la crisi del sistema sanitario. Anche gli esperti definiscono il Ddl Calderoli un pericoloso disegno che finisce per sostituire le Regioni allo Stato, producendo immediati e duraturi effetti sfavorevoli per la coesione territoriale. Basta guardare alla sanità, ai 30 anni di erosione del Sistema sanitario nazionale, ai Livelli essenziali di assistenza che ad oggi non sono garantiti per tutti i cittadini. Con l’autonomia, questo disastro rischia di estendersi a dismisura, mettendo ancor più a repentaglio il già fragile diritto alle cure. Ma non solo, perché con l’autonomia differenziata il centrodestra dà il colpo di grazia al sistema nazionale di istruzione, in un’Italia che da questo punto di vista corre già a velocità diverse. In questo contesto, il centrodestra creerà studenti di serie A, di serie B e anche di serie C.”

E ancora: “Non è chiaro come si intende demandare alle Regioni la gestione dei Trasporti. Insomma, siamo di fronte a uno scenario paradossale, col Paese che rischia realmente di fare un enorme passo indietro, collocando il Molise fuori dalla storia. Per non parlare di ciò che accadrà in ambito energetico, altro argomento che vede la nostra terra facile preda in un contesto di deregolamentazione paesaggistica”.

Gli appelli delle minoranze non hanno incrociato nemmeno il sostegno di un consigliere dell’altra ‘sponda’, a conferma di una pagina istituzionale già scritta.

“Il centrodestra si unisca a quelli che lo hanno già fatto – ha esortato Massimo Romano di Costruire Democrazia – dando la parola ai cittadini e difendendo i loro diritti. Nella legge in questione, vi sono profili di incostituzionalità ineludibili quali la cancellazione della distinzione tra statuto ordinario e speciale; l’esproprio allo Stato della potestà legislativa concorrente; la trasformazione del principio di riconoscimento dei diritti sociali e politici in base a territorio di residenza e non alla cittadinanza italiana; aumento del divario tra territori in violazione dell’articolo 174 e il principio di ragionevolezza, che è alla base del vaglio di costituzionalità, dove si subordinano le entrate al finanziamento dei Lep, stimato in 80 miliardi di euro, e non compatibile con il quadro finanziario del nostro Paese”.

La bocciatura molisana comunque non inciderà sul referendum che ormai sembra scontato. “Aspettiamo il responso dei cittadini molisani sul tema. Poco importa la bocciatura scontata da parte del centrodestra delle nostre proposte referendarie e della richiesta di moratoria” ha detto poi Micaela Fanelli, ricordando che “Proprio ieri a San Giacomo degli Schiavoni, nel paese del relatore della legge ‘spacca Italia’, il Senatore di Fratelli d’Italia ‘prestato’ alla Lega Nord Costanzo Della Porta, oltre quaranta associazioni, sindacati, partiti e liberi cittadini, hanno dato prova della maturità politica e dell’amore per il Molise, smarriti dalla maggioranza di Francesco Roberti. Il Molise è la quinta regione d’Italia, in proporzione ai suoi abitanti, per numero di firme raccolte per il referendum contro l’autonomia differenziata. E tanto basta per avere la certezza che i molisani non piegheranno la schiena e che, con il loro voto, daranno l’avviso di sfratto al governo secessionista di Roma e a quello incapace e asservito del Molise”.

L’incontro a San Giacomo degli Schiavoni, organizzato dal coordinamento “Sì all’Italia, No all’Autonomia Differenziata”, ha visto la nomina dell’ex Rettore Gianmaria Palmieri come portavoce. Lo stesso Palmieri ha ribadito la necessità di opporsi alla riforma evidenziando che “Il Molise ha mostrato un coinvolgimento significativo, risultando la quinta regione in Italia per numero di firme raccolte in proporzione alla popolazione residente”.

La battaglia contro l’autonomia differenziata non si ferma. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato che la raccolta firme continuerà su tutto il territorio regionale. “Continueremo a raccogliere le firme a sostegno della proposta di iniziativa popolare strutturata dal costituzionalista Massimo Villone. Sono oltre 500mila le sottoscrizioni già raccolte. Ma non ci fermeremo qui: oggi torneremo in piazza con un banchetto a Campobasso; domani saremo a Vinchiaturo e nelle prossime settimane ci saranno altre tappe in tutta la regione in cui i molisani potranno dire un primo ‘no’ a questo scempio”.

 

Per vedere la seduta del Consiglio in streaming: SEDUTA N° 20 DEL 06.08.2024 DEL CONSIGLIO REGIONALE (youtube.com)

leggi anche
San giacomo degli schiavoni
La mobilitazione sull’Autonomia Differenziata si compatta “a casa” del senatore di FdI. Ex Rettore Palmieri portavoce del referendum abrogativo
Referendum abrogativo
Continua la mobilitazione contro l’autonomia differenziata: superate le 500mila firme