Campobasso

Appalti comunali, chi se li aggiudica dovrà garantire il salario minimo: “Atto di civiltà”

Con delibera di giunta è stato stabilito che i fornitori di beni e servizi che lavorano per conto di Palazzo San Giorgio dovranno garantire una retribuzione minima di 9 euro l'ora

Nove euro l’ora: è questa la somma minima che ditte, imprese e cooperative che si aggiudicano gli appalti del Comune di Campobasso dovranno garantire da qui in avanti ai loro lavoratori. Una delibera di giunta è stata approvata ieri, 29 agosto, sul tanto discusso salario minimo.  

Il capoluogo di regione, come già avvenuto a Napoli e Firenze,  ha adottato questo “atto di civiltà”, come lo ha definito la sindaca Marialuisa Forte, affinché i fornitori di lavori e servizi per conto del Municipio – pensiamo, per esempio, al verde pubblico, alle mense scolastiche, alle pulizie – non potranno scendere al di sotto di questa soglia minima inderogabile.

“Il contrasto alla povertà passa per atti come questa delibera di indirizzo” ha evidenziato la consigliera Annamaria Trivisonno che è presidente della V Commissione (Sociale) a Palazzo San Giorgio dove questa mattina la sindaca Forte ha riunito gran parte della sua maggioranza per rimarcare l’importanza di quello che è il primo gesto concreto per ciò che lei stessa ha più volte ribadito in campagna elettorale: attenzione ai fragili e non voler lasciare indietro nessuno.

Per Bibiana Chierchia, assessore con delega alle Politiche sociali, la delibera 194 è anche più di un atto di indirizzo, è anche “la risposta più bella che Campobasso può dare a chi a livello nazionale vuole sottrarre diritti minimi”. Il riferimento è all’ostruzionismo fatto alla proposta di introduzione del salario minimo di Elly Schlein. segretaria del suo partito, il Pd che assieme ad Alleanza Verdi e Sinistra e MoviMento 5 Stelle è impegnata sulla proposta di legge di iniziativa popolare per istituire il salario minimo in Italia. Un modello che non intacca la contrattazione collettiva, ma che richiede anche che, in ogni caso, il trattamento economico minimo non possa essere inferiore ai 9 euro all’ora.

Una cifra che ad oggi non viene garantita a 3 milioni e mezzo di persone nel nostro paese. Compresi quelli che lavorano per gli enti pubblici.

Sempre secondo l’assessore Chierchia a beneficiare di questa delibera saranno non solo i fornitori diretti di servizi, “ma anche quelli indiretti che operano in subappalto (per esempio i lavoratori interinali) per conto della ditta che si è aggiudicata l’appalto comunale e che rappresentano spesso i settori più esposti alla povertà, senza tutele, senza sindacato e senza potere di contrattazione”.