Campobasso

Torna l’incubo “baby gang”: rapine, violenza ed estorsioni ai ragazzi più piccoli. Almeno sei i casi denunciati

Non è escluso che siano gli stessi che nel 2022 furono già denunciati per fatti simili. Sta di fatto che in città si registra nuovamente un'escalation di aggressioni a danno di minorenni costretti a cedere denaro dietro le minacce

Era settembre 2022 quando la squadra mobile denunciò nove ragazzini di Campobasso. Età: fra i 13 e i 15 anni. Su di loro l’accusa di lesioni aggravate, minacce aggravate e tentativi di estorsione ai danni di coetanei fra i 12 e i 14 anni.

Si trattava delle nuove “leve” di quella prima ‘baby gang’ composta da undici ragazzini poi denunciati (sempre dalla Mobile) che a Campobasso, dal 2020 agli inizi del 2022, aveva iniziato a seminare panico e terrore.

A distanza di due anni, ci risiamo. Ancora botte, rapine, estorsioni, minacce. E non è escluso siano gli stessi ragazzini che avevano già creato abbastanza guai aggredendo giovanissimi e pestando a sangue un venditore di rose che riportò trenta giorni di prognosi a causa delle ferite riportate.

Sono diversi gli episodi segnalati da genitori delle vittime per denunciare quanto accaduto recentemente lungo le strade del centro di Campobasso. Perlopiù nell’area di “Città nella città” che ha un ingresso su Corso Bucci e uno su Via Veneto e dove spesso i più giovani sono soliti ritrovarsi la sera per trascorrere qualche ora in compagnia.

Proprio fra questi giovani, un gruppetto di balordi avrebbe individuato le vittime da assalire, Prima le offese, le provocazioni, poi i metodi “da duri”, le botte per avere soldi. Sì, il ricatto è questo: dammi i soldi oppure ti ammazzo. Richieste continue di denaro, pena i pestaggi e le minacce di continuare a fare del male.

Un modus operandi che compare già nelle stesse segnalazioni che a Campobasso, nel 2022, presero forma nelle denunce di alcuni genitori che si ritrovarono davanti alle facce dei propri figli segnare da pugni e sberle. E poi la paura, il terrore di uscire e la vergogna di raccontare.

Una serie di fattori che avrebbe alimentato il delirio di onnipotenza di un gruppetto di ragazzini allo sbando. Uno in particolare, il cui nome e la cui descrizione sarebbe la stessa nei racconti diversi delle recenti aggressioni che sono tornate a ripetersi. E sulle quale sarebbero in corso le indagini della squadra mobile di Marco Graziano che però sull’argomento laconico e senza margine di discussione sull’argomento, risponde: “Non possiamo dire nulla”. Bocche cucite quindi gli inquirenti, anche per via della minore età delle persone sottoposte ad accertamenti.

Ma chi ha assistito alle aggressioni invece, questa volta, e per fortuna, ha deciso di parlare e raccontare: “Perché siamo stanchi di avere paura – racconta uno studente al primo anno di liceo – il mio amico è stato riempito di botte perché non ha voluto dare i soldi. Ma so, che ha denunciato tutto quanto alla polizia. Noi vorremmo soltanto uscire per trascorrere qualche ora in compagnia senza preoccuparci di poter essere improvvisamente il bersaglio di qualche pazzo che circola liberamente”.

Anche un padre, ha raccontato l’aggressione subita dal figlio. E lo sconforto e lo sdegno per quanto accaduto. Idem hanno fatto altre persone, familiari delle vittime.

Le indagini sono in corso, coordinate dalla Procura dei minori. Non sono escluse misure.

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