Termoli

Per la Gigafactory il M5S chiede un contratto di sviluppo e l’intervento dello Stato. “Ma anche la Regione Molise deve fare la sua parte”

Dopo l'interrogazione presentata dalla deputata Emma Pavanelli e dal consigliere regionale Roberto Gravina, il M5S Molise sollevaa preoccupazioni per il congelamento del progetto della Gigafactory di Termoli da parte di ACC e chiede un contratto di sviluppo per sostenere l'investimento in Molise, esortando la Regione a intervenire con misure concrete.

Il Movimento 5 Stelle ha espresso serie preoccupazioni per la sospensione del progetto della Gigafactory di Termoli da parte di ACC: “un’azione che mette a rischio l’occupazione locale e il futuro industriale del territorio”. Durante una conferenza stampa, i rappresentanti del M5S hanno illustrato i dettagli dell’interrogazione rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, attraverso la deputata Emma Pavanelli.

Il M5S chiede al Ministro di considerare un piano di investimenti attraverso un contratto di sviluppo con ACC Italia, utilizzando le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), per sostenere l’investimento italiano in Molise. “La Regione è sollecitata a fare la sua parte” spiegano i cnsiglieri regionali Gravina, Primiani e Greco, annunciando che il M5S depositerà una mozione per ottenere il sostegno del presidente e dell’intera amministrazione regionale alle loro proposte.

“Bisogna assolutamente mantenere e sostenere l’investimento di ACC a Termoli, un progetto che prevede la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici” affermano. Il congelamento del progetto, dovuto al rallentamento del mercato dei veicoli elettrici in Europa, richiede interventi urgenti.

gravina primiani greco

Il M5S propone due misure immediate: varare un piano di investimenti attraverso un contratto di sviluppo con ACC Italia, utilizzando le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). “Questo permetterebbe di sostenere l’investimento in Molise, garantendo il futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli e preservando i livelli occupazionali, cruciali per l’economia regionale”. Ma non basta: serve anche valutare l’intervento pubblico dello Stato nel capitale di ACC tramite un aumento di capitale ad opera di Cassa Depositi e Prestiti o la concessione di uno specifico finanziamento, seguendo l’esempio della Francia. “Questo sarebbe strategico per lo sviluppo industriale del settore delle batterie e per assicurare l’indipendenza della filiera europea dalle aziende asiatiche”.

Sono tante le domande che meritano risposte certe e in tempi brevi, continua il M5S. “Non è chiaro, ad esempio, cosa accadrà a quei lavoratori che sono stati mandati in Francia per formarsi sulla produzione di batterie e che a loro volta dovrebbero formare altri dipendenti in Molise, così come purtroppo oggi non è chiaro quale sia il futuro dello stabilimento”.

In questo scenario, la Regione non può restare ferma a guardare. “Innanzitutto, bisogna fare fronte comune nel sostenere questo investimento strategico per il futuro industriale e occupazionale del territorio. Ma bisogna fare chiarezza sull’utilizzo dei fondi FSC, senza dimenticare che esiste anche una nostra proposta di legge per l’istituzione di un distretto dell’innovazione tecnologica che mira a creare in Molise un polo del digitale nell’ottica di creare una vera filiera di cui ovviamente fa parte anche il settore dell’automotive. È ora che il Consiglio regionale torni a occuparsi di temi, visto che è trascorso ormai un anno dall’inizio della legislatura senza che dalla maggioranza targata Roberti sia stato affrontato e risolto un solo problema con cui i molisani fanno i conti quotidianamente.

Gigafactory acc

Sulla vicenda era intervenuta Pavoncelli, solo qualche giorno fa, con una specifica interrogazione al ministro Urso.  “È davvero strano che un governo dichiaratamente nazionalista, non crei le migliori condizioni affinché le imprese che investano nel nostro paese. E lo è ancor di più se parliamo del processo di riconversione di uno stabilimento e oltre 2000 posti di lavoro, creando l’unico sito italiano per la produzione di batterie per i veicoli elettrici. E questo nonostante uno stanziamento di 500 milioni (in realtà sono 400, ndr) già da tempo programmato e inserito nel PNRR, che l’attuale Ministro Urso si è ritrovato già pronto sulla scrivania. I fondi, quindi, non mancano ma forse manca una strategia industriale, una visione che tuteli siti produttivi e lavoratori e che crei le condizioni strutturali affinché l’Italia sia protagonista, al pari di Francia e Germania, del processo di transizione che sta interessando il comparto dell’automotive a livello mondiale.bbiamo così presentato un’interrogazione per chiedere i motivi per cui mentre altri paesi europei decidono di investire nelle aziende che creano ricchezza nei territori, in Italia continuiamo a subire le scelte imprenditoriali delle sempre più numerose delocalizzazioni”.

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