Castel san vincenzo

“No Pizzone II”: contrarietà totale alla nuova centrale idroelettrica tra Abruzzo e Molise anche con progetto ‘ridimensionato’

Il Coordinamento 'No Pizzone II' esprime forte opposizione alla realizzazione di una nuova centrale idroelettrica da 300 MW tra Abruzzo e Molise. Il progetto, secondo gli attivisti, metterebbe a rischio il delicato equilibrio dell'ecosistema del Parco Nazionale, danneggiando habitat e specie protette, tra cui l'orso marsicano.

Il Coordinamento ‘No Pizzone II’ esprime forte opposizione alla realizzazione di una nuova centrale idroelettrica da 300 MW tra Abruzzo e Molise. Il progetto, secondo gli attivisti, metterebbe a rischio il delicato equilibrio dell’ecosistema del Parco Nazionale, danneggiando habitat e specie protette, tra cui l’orso marsicano. Il Coordinamento ‘No Pizzone II’ ha manifestato la sua ferma opposizione alla costruzione di una nuova centrale idroelettrica da 300 MW nella zona del Parco Nazionale tra Abruzzo e Molise. In una nota il coordinamento ha sottolineato che il progetto non rappresenta un potenziamento dell’impianto esistente, ma la costruzione di un nuovo impianto denominato ‘Pizzone II’.

Secondo quanto affermato dalla stessa Enel, l’attuale centrale rimarrebbe operativa anche dopo la realizzazione della nuova. Non verrebbero utilizzati i tunnel esistenti, ma ne verrebbero scavati di nuovi, con i cantieri di servizio situati nella zona contigua al Parco. Questa operazione causerebbe la frammentazione degli habitat e interromperebbe i corridoi ecologici essenziali per la sopravvivenza delle specie animali e vegetali, in particolare dell’orso marsicano, simbolo del parco.

Il progetto di Pizzone II prevede un impianto di pompaggio per la produzione di energia idroelettrica, localizzato tra Abruzzo e Molise. Il cantiere interesserà, secondo il progetto originario di Enel, una parte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, coinvolgendo anche la catena montuosa delle Mainarde. Il progetto prevede il riutilizzo dei due invasi esistenti di Montagna Spaccata (a Civitella Alfedena, L’Aquila) e Castel San Vincenzo (nel territorio comunale di Castel San Vincenzo, provincia di Isernia) per una centrale idroelettrica da 300 MW.

Durante un incontro svoltosi ieri a Pescasseroli (L’Aquila), vari contributi hanno sottolineato la netta contrarietà all’opera, esprimendo vicinanza e solidarietà al Parco. I partecipanti hanno criticato le presunte mitigazioni del progetto, sottolineando che fino ad oggi non è stato reso pubblico alcun riscontro documentale.

“Anche se l’impianto dovesse passare da 300 a 150 MW, l’impatto ambientale sulle aree protette circostanti rimarrebbe invariato,” ha spiegato il Coordinamento. “Mantenendo probabilmente la stessa struttura, l’impianto risulterebbe predisposto per un raddoppio di potenza in futuro.”

Il Coordinamento ‘No Pizzone II’ definisce il nuovo progetto un tentativo di restyling per rendere accettabile un’opera che resta incompatibile con l’ambiente circostante. “Stiamo assistendo a un restyling del progetto originario, ma l’opera resta incompatibile con l’ambiente nel quale viene proposta”.

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