Bocche cucite, come del resto prevedibile. Nessun dettaglio sui possibili sviluppi investigativi legati alla improvvisa scomparsa dell’imprenditore isernino Simone D’Alisa: dopo aver preso, presumibilmente, il treno in direzione Napoli, di lui si sono perse tutte le tracce. Gli ambienti investigativi mantengono un comprensibile riserbo ma qualche informazione riesce a filtrare: non si segnalerebbero prelievi con il bancomat né transazioni con la carta di credito. Nulla, insomma, che potrebbe in qualche modo dare indicazioni sul viaggio che Simone avrebbe deciso di intraprendere.
La speranza è che la sua sia una fuga volontaria, per motivi assolutamente personali. Ovviamente sconosciuti i dettagli contenuti nel bigliettino ritrovato in casa nel giorno della scomparsa – giovedì scorso – quando, nel parcheggio della stazione ferroviaria, fu ritrovata la sua macchina. Dentro, sul sedile, il telefonino. Una conferma evidente della decisione di non essere rintracciabile né rintracciato.
Gli inquirenti non escludono alcuna pista ma sembrerebbe che non siano pervenute segnalazioni degne di essere prese in considerazione dopo l’attivazione del Piano provinciale per le persone scomparse, gli appelli lanciati dai social dai colleghi di lavoro e dall’associazione Centro Storico. E nessuna novità nemmeno dal vicino Abruzzo, precisamente da Pescara, dove molti amici si sono attivati rilanciando la richiesta di segnalare la sua presenza alle forze dell’ordine visto che si tratta di una città dove si reca spesso.
Insomma, da Napoli (città dove presumibilmente sarebbe arrivato mercoledì) Simone avrebbe potuto prendere qualsiasi altro mezzo di trasporto – treni, aerei, navi – per raggiungere una imprecisata località, in Italia o all’estero, dove provare a ritrovare sé stesso e la serenità momentaneamente persa.
commenta