Seguire la Dieta Mediterranea anche dopo una diagnosi di tumore può fare la differenza, riducendo il rischio di mortalità. È quanto emerge da uno studio condotto in Molise, nell’ambito del progetto UMBERTO, che ha analizzato i dati di 800 pazienti oncologici. La ricerca, pubblicata su JACC CardioOncology, dimostra che chi aderisce a questo modello alimentare vive più a lungo, soprattutto grazie alla riduzione della mortalità cardiovascolare.
Il progetto UMBERTO, frutto della collaborazione tra la Fondazione Umberto Veronesi e l’IRCCS Neuromed di Pozzilli, ha l’obiettivo di approfondire il rapporto tra alimentazione e tumori, con un’attenzione particolare alla Dieta Mediterranea. Questo studio ha coinvolto circa 25.000 residenti in Molise, trasformando la regione in un laboratorio scientifico a cielo aperto.
Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio, ha sottolineato: “La Dieta Mediterranea è nota per il suo ruolo protettivo nella prevenzione di alcuni tumori, ma si sa ancora poco sui suoi benefici per chi ha già avuto una diagnosi di tumore”. I dati raccolti mostrano che i pazienti che seguono questo regime alimentare hanno un rischio di mortalità inferiore del 32% e una riduzione del 60% della mortalità cardiovascolare.
Maria Benedetta Donati, Principal Investigator, ha aggiunto: “I risultati confermano l’ipotesi che malattie croniche come i tumori e le patologie cardiovascolari condividano meccanismi molecolari comuni, il cosiddetto ‘common soil’”.
Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Veronesi, ha spiegato: “La Dieta Mediterranea è ricca di antiossidanti naturali, come frutta, verdura e olio d’oliva, che potrebbero spiegare il vantaggio riscontrato. Il Progetto UMBERTO mira a chiarire i benefici di questo modello alimentare anche per i pazienti oncologici”.
Lo studio Moli-sani, iniziato nel 2005, ha permesso di raccogliere preziose informazioni sui fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori, coinvolgendo direttamente la popolazione molisana e offrendo nuove speranze per la prevenzione e il trattamento di queste patologie.
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