Gigafactory?

I risultati deludenti di Stellantis mettono in dubbio i piani di espansione a Termoli

I recenti dati finanziari presentati da Stellantis mostrano una significativa contrazione delle vendite globali e una riduzione della marginalità operativa. Questi risultati potrebbero influenzare negativamente i piani per la gigafactory di batterie a Termoli, in un contesto di domanda debole per i veicoli elettrici e di pressioni sul potere d'acquisto in Europa.

I dati finanziari presentati ieri da Carlos Tavares, AD di Stellantis, hanno scosso il mercato azionario, provocando un crollo immediato del titolo dell’8,7%. Questa situazione alimenta le preoccupazioni degli investitori riguardo alle performance del gruppo automobilistico nel primo semestre del 2024 e potrebbe avere un impatto negativo sui progetti di investimento, in particolare sulla prevista gigafactory di batterie a Termoli. Il colosso automobilistico ha registrato una contrazione delle vendite del 14% a livello globale, con un impatto particolarmente negativo negli Stati Uniti (-18%) e meno marcato in Europa (-6%). Il fatturato complessivo si è attestato a 85 miliardi di euro, in netta flessione. Negli Stati Uniti, la quota di mercato di Stellantis è scesa all’8,2%, perdendo 1,8% in un anno. Nonostante gli sforzi per mantenere la redditività, la marginalità operativa di Stellantis è scesa al 10%, rispetto al 14,4% del primo semestre 2023. Tavares ha sottolineato come questo risultato sia comunque superiore a quello di alcuni concorrenti diretti come Ford (5,8%), Tesla (5,9%) e General Motors (9,1%), ma la tendenza negativa resta evidente.

Il settore automobilistico sta affrontando sfide importanti, in particolare nel segmento dei veicoli elettrici. La transizione verso questa tecnologia si sta rivelando più complessa del previsto, con una domanda che stenta a decollare a causa, tra vari fattori, dei prezzi elevati. Ford, ad esempio, ha dichiarato di aver perso oltre 2 miliardi di dollari nel primo semestre 2024 nella sua attività di veicoli elettrici.

In Europa, la situazione è ulteriormente complicata dalla pressione sul potere d’acquisto delle famiglie. I volumi di vendita dei veicoli elettrici non stanno raggiungendo le aspettative, come confermato anche da fornitori chiave del settore costretti a fare i conti con sovracapacità produttive strutturali difficili da gestire. La cautela negli investimenti non riguarda solo Stellantis: altri attori del settore stanno rivedendo i propri piani. Michelin ha annunciato la chiusura di due stabilimenti in Germania e la cessazione di un’attività in Polonia. Valeo, invece, sta cercando acquirenti per tre dei suoi siti in Francia. Nonostante le difficoltà, Tavares ha ribadito l’impegno del gruppo nell’elettrificazione, annunciando il lancio di nuovi modelli. Tuttavia, ha anche lasciato intendere che alcuni marchi del gruppo potrebbero essere a rischio se non dovessero raggiungere la redditività attesa.

I risultati finanziari di Stellantis mettono in luce le sfide che il settore automobilistico sta affrontando nella transizione verso l’elettrico. Con un mercato in contrazione e margini in calo, la realizzazione di grandi progetti come la gigafactory di batterie a Termoli sembra improbabile nel breve termine. L’incertezza che avvolge questo investimento strategico si fa sempre più tangibile. La domanda di veicoli elettrici, inferiore alle previsioni anche a causa dei prezzi elevati e del calo del potere d’acquisto delle famiglie in Europa, potrebbe portare a un ridimensionamento o a un rinvio del progetto. Inoltre, la necessità di Stellantis di ottimizzare i costi potrebbe spingere il gruppo a riconsiderare la portata o la tempistica dell’investimento a Termoli. L’industria automobilistica si trova a un bivio, in attesa di segnali più chiari di ripresa del mercato e di un’accelerazione nell’adozione dei veicoli elettrici da parte dei consumatori, fattori che saranno cruciali per il futuro della gigafactory molisana.

 

*Salvino A. Salvaggio, già Direttore di Gabinetto, è esperto di management ed economia

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