Economia & Lavoro

Gigafactory, nessuno sa dire se, quando e come si farà. Di Lucente: “Serve un piano industriale”. Legambiente: “Transizione urgente, fase cruciale”

Il settore automotive italiano è in crisi, con ritardi nella realizzazione della Gigafactory di Termoli e la necessità di un piano industriale chiaro da Stellantis. Legambiente e sindacati chiedono trasparenza e un percorso di transizione equo. Il tavolo nazionale del 7 agosto a Roma sarà importante per il futuro della mobilità elettrica in Molise e Abruzzo.

Il settore automotive in Italia sta vivendo un periodo di forte incertezza, ed è in questo contesto che si inseriscono i ritardi nella realizzazione della Gigafactory di Termoli. Se il progetto si farà, quando si farà e come si farà sono interrogativi che al momento non hanno risposte. Durante la seduta odierna del Consiglio regionale, Andrea Di Lucente, assessore alle Attività Produttive della Regione Molise, ha confermato il clima di forte preoccupazione per il rallentamento del progetto, destinato a produrre batterie per auto elettriche tramite ACC, la joint venture di Stellantis, Mercedes e Total.

“La brusca frenata nel settore è dettata da vari fattori – le parole di Di Lucente – Il costo delle vetture elettriche, il costo di realizzazione delle batterie, la mancanza di infrastrutture adeguate sul territorio – eccezion fatta per il Nord Europa – la durata limitata delle batterie e i lunghi tempi di ricarica hanno contribuito a una forte contrazione del mercato”.

La ‘sensazione’ condivisa è che, complici i tentennamenti dell’Europa sulla scadenza dei motori tradizionali, che probabilmente continueranno a circolare per un bel pezzo, il settore auto elettrica stia registrando una decisa frenata. Con conseguenze al momento imprevedibili sullo sviluppo del territorio molisano, per il quale il progetto della Gigafactory rappresenta, di fatto, l’unica chance di sopravvivenza e rilancio.

Il prossimo 7 agosto, un tavolo nazionale a Roma con la partecipazione delle Regioni Molise ed Emilia-Romagna discuterà tra le altre cose anche il futuro dello stabilimento di Termoli. Ma senza un piano industriale Stellantis sarà quantomeno complicato trarre certezze. Lo stesso Di Lucente lo ha sottolineato: “Chiediamo un piano industriale chiaro da parte di Stellantis e ACC, per garantire la continuità produttiva e gli investimenti nel settore automotive. Un piano industriale per tutti gli stabilimenti italiani, per capire se continuare a produrre vetture e investire nel mondo dell’automotive” ha aggiunto.

Il problema riguarda non solo il Molise, ma anche l’Abruzzo, dove si trova un importante polo industriale automotive nella Val di Sangro, sede dello stabilimento Sevel. Per questa ragione è iniziata una collaborazione tra Legambiente Molise e Legambiente Abruzzo, oltre che tra CGIL Molise e CGIL Abruzzo, per tutelare sia la questione ambientale e la transizione elettrica, sia i livelli occupazionali degli operai che lavorano nello stabilimento ex Fiat di Termoli e nella Val di Sangro.

A giugno, ACC ha annunciato il rinvio a data da destinarsi del progetto di costruzione della Gigafactory a Termoli, destinata alla riconversione dello stabilimento ex-Fiat per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Questo rinvio ha generato forti preoccupazioni tra sindacati e ambientalisti. ACC ha motivato il rinvio con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici e la necessità di aggiornamenti tecnologici delle batterie.

Legambiente è convinta della necessità di lavorare “facendo rete” per favorire e accelerare il processo di transizione all’elettrico. “La scelta di ACC di rinviare qualsiasi decisione a fine anno evidenzia che siamo in una fase cruciale del processo di transizione energetica, con decisioni decisive per il futuro assetto industriale europeo del settore automotive e con significative ricadute per Abruzzo e Molise” spiega il presidente Molise Andrea De Marco. Il nuovo impianto, che dovrebbe occupare un’area di 1,2 milioni di metri quadrati con una produzione di 40 GWh, si basa sull’esperienza degli stabilimenti in Francia e Germania. Ma dopo l’annuncio di giugno, è tutto fermo nello stabilimento di Termoli. Dopo i primi sbancamenti e carotaggi, tutto si è fermato in attesa del nuovo piano industriale ACC che però potrebbe arrivare solo a inizio 2025.

Il progetto, annunciato più di due anni fa, ha l’obiettivo di riconvertire lo stabilimento di produzione FCA di Termoli, specializzato nella produzione di motori e trasmissioni, e impiegare circa 2.000 lavoratori entro il 2030. Ma il progetto ha subito una frenata. “Strumentalizzare la transizione energetica per infondere paura nei lavoratori dell’indotto, favorendo gli interessi delle fonti fossili, non salverà l’economia delle due regioni, di Molise e Abruzzo” spiega ancora De Marco di Legambiente. “E’ invece necessario recuperare il ritardo di programmazione accumulato, garantendo che nessuno venga lasciato indietro nel percorso di decarbonizzazione del settore dei trasporti”.

Per questo Legambiente ha esortato il Governo, le istituzioni locali, e in primis ACC, a fare chiarezza sulla costruzione della futura Gigafactory. “Saranno decisive le decisioni che le istituzioni intraprenderanno, attivando con urgenza un tavolo di confronto tra Governo, ACC, e le Regioni Molise e Abruzzo, per scongiurare il pericolo di una crisi industriale che impoverirebbe ulteriormente i territori con un forte arretramento industriale e occupazionale” dichiara l’associazione ambientalista.

E Andrea De Marco, citando alcuni report, mette in evidenza anche la necessità di sfruttare le risorse minerarie in modo sostenibile. “Il litio è il quinto minerale più diffuso sulla Terra. A Teverola (CE) è stata aperta la prima fabbrica italiana di batterie al litio senza cobalto”. E aggiunge: “Sfatiamo il mito che l’auto elettrica sia solo per i ricchi: oggi un’utilitaria elettrica costa circa 10mila euro più dell’equivalente modello a combustione, ma mentre il prezzo dell’elettrico scende, quello delle auto nuove a combustione sale. Dal 2026-27 arriveranno a costare uguale. Nella gestione, l’elettrica già oggi costa meno.”

Il settore automotive è centrale per la decarbonizzazione e il contrasto alla crisi climatica e potrà avere una quota di mercato sempre più significativa nei prossimi anni “solo se accompagnato da politiche governative che puntino a una vera transizione energetica che coinvolga l’intera filiera industriale e logistica”.

Da questo punto di vista però la Regione Molise non tocca palla, e anche il Governo ha poco spazio di manovra. Ma sarà proprio il Molise a pagare le conseguenze per la gestione territorio. “Ecco perché è importante fare un ragionamento di macroarea” aggiunge De Marco, oggi a Termoli per l’assemblea pubblica dal titolo “Da Termoli alla Val di Sangro il futuro dell’automotive è ora”, con la partecipazione di importanti figure come il direttore di Legambiente Giorgio Zampetti e Pino Gesmundo della segreteria nazionale della Cgil. L’incontro, organizzato da Cgil Chieti, Camera del Lavoro del Molise, Legambiente Abruzzo e Molise e Goletta verde Legambiente, vuole aprire un confronto sul tema della mobilità elettrica e del suo impatto economico nelle regioni Abruzzo e Molise. Gli organizzatori hanno lanciato un appello affinché la transizione energetica non diventi uno strumento per creare allarme tra i lavoratori dell’indotto. “È fondamentale garantire un percorso di transizione equo e inclusivo, che non lasci indietro nessuno” hanno spiegato in una nota.

Il rallentamento nel settore elettrico dell’automotive ha comportato un aumento della domanda per le vetture con motori endotermici, e la situazione riflette un trend più ampio nell’industria automobilistica. Mercedes-Benz ha recentemente deciso di rallentare la sua transizione verso le auto elettriche a causa del calo della domanda e dei costi ancora elevati. Nonostante avesse pianificato di diventare un costruttore esclusivamente elettrico entro il 2030, ora prevede che solo il 50% delle sue vendite sarà composto da veicoli elettrici, includendo anche le ibride. La casa automobilistica continuerà a sviluppare motori endotermici e aggiornare le tecnologie esistenti per rispondere alle esigenze dei clienti e alle normative future.
Il futuro della Gigafactory di Termoli rimane incerto, ma certamente le decisioni prese durante questi incontri saranno cruciali per definire la direzione del settore automotive in Italia e la sostenibilità economica e ambientale delle Regioni Molise e Abruzzo.

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