Campobasso

Ennesimo weekend di violenza: 17enne aggredito. Il padre: “Chiedo più sicurezza”

L'episodio è accaduto lo scorso sabato, 29 giugno, in via Veneto. Il malcapitato - raggiunto da pugni al volto e alla tempia - dopo la corsa al pronto soccorso ha sporto denuncia. Il padre: “Da genitore e da cittadino, chiedo giustizia e più sicurezza nella nostra città”. 

Avrebbe dovuto essere un sabato come tanti altri, un weekend come tanti altri: tempo libero, un’uscita con gli amici, lontano dagli impegni scolastici e all’insegna del tipico entusiasmo estivo. E invece no. Per un 17enne campobassano lo scorso fine settimana ha assunto i toni dell’incubo.

Il ragazzo stava infatti passeggiando tranquillamente con alcuni amici nei pressi di via Veneto, nel capoluogo, quando ha casualmente incrociato lungo la stessa strada un coetaneo di origine marocchina, ma nato e cresciuto in Molise.

Quest’ultimo, dopo vari tentativi di sgambetto portati ai danni del 17enne, lo ha improvvisamente colpito al volto con un pugno. Non pago, vedendo il malcapitato a terra, ha continuato a percuoterlo alla testa. Scene raccapriccianti, fermate solo dall’intervento degli amici e di un passante. 

A causa dei traumi riportati (ferite a mandibola, tempie, costato e schiena) il giovane è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Naturalmente, dopo la denuncia presentata in questura sono partiti gli approfondimenti del caso.

Raggiunto da Primonumero, il padre del 17enne ha rivelato tutta la propria preoccupazione: “Siamo certamente consapevoli del momento storico in cui viviamo, ma non possiamo commettere l’errore di giudicare con superficialità episodi come questo, in cui la violenza è uno strumento di sopraffazione che resta spesso impunito. Da genitore e da cittadino – ha aggiunto il signor Antonio – credo sia indispensabile chiedere maggiore controllo, maggiore tutela per noi, per i nostri figli e per i nostri anziani. Tutti dovremmo poterci sentire al sicuro nella nostra città, eppure ritengo che una certa deriva buonista negli ultimi anni ci sia stata e abbia contribuito a generare una percezione di insicurezza crescente. È inaccettabile che individui già noti alle autorità per reati specifici non ricevano giuste punizioni e anzi siano posti nelle condizione di poter reiterare quegli stessi illeciti. E tutto ciò è profondamente ingiusto”.

Non si tratta, infatti, di un caso isolato. Basta dare un’occhiata alle cronache degli ultimi mesi, che raccontano di una escalation di “turbolenze” anche e soprattutto nelle aree centrali del capoluogo. Una condizione non più sostenibile, capace di spingere ripetutamente i residenti a invocare maggior controllo da parte delle forze dell’ordine. Eppure, quasi paradossalmente, potrebbe non essere la violenza il male peggiore. Dietro l’angolo si annida infatti lo spauracchio di una sciagura ben più grande: quella di sviluppare una distorta abitudine a episodi del genere, insignendoli così del crisma dell’inevitabilità.

 

 

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