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Doppio sottosegretario, l’opposizione lancia il Referendum: “Diamo la parola ai molisani per cancellare questa vergogna firmata da Roberti”

Le opposizioni in Consiglio regionale del Molise annunciano un referendum per abrogare la modifica statutaria che introduce un secondo sottosegretario. In una conferenza stampa, i consiglieri di M5S, PD e Costruire Democrazia denunciano la riforma come un atto di arroganza e invitano i cittadini a esprimersi contro questa decisione.

Le opposizioni in Consiglio regionale del Molise hanno annunciato l’intenzione di indire un referendum per abrogare la recente modifica dello statuto che prevede l’introduzione di un secondo sottosegretario. La legge regionale 36/2005, che disciplina il referendum su disposizioni o modifiche statutarie, viene citata come base legale per questa iniziativa. L’articolo 123 della Costituzione italiana prevede questo passaggio.

La situazione è precipitata dopo un errore procedurale riguardante la pubblicazione della legge. Approvata in seconda lettura dal Consiglio il 24 luglio scorso, la norma è stata erroneamente promulgata invece di essere semplicemente pubblicata, con l’indicazione che entro tre mesi si può richiedere un referendum. Questo errore, considerato grave dallo stesso governatore Francesco Roberti, che lo ha attribuito ai funzionari della Regione, ha portato a una verifica interna per identificare e attribuire responsabilità.

Questa mattina, durante la conferenza stampa, sei consiglieri regionali di minoranza hanno spiegato le loro posizioni riguardo alla questione del secondo sottosegretario. Roberto Gravina e Andrea Greco del Movimento 5 Stelle, Massimo Romano di Costruire Democrazia, Micaela Fanelli, Vittorino Facciolla e Alessandra Salvatore del Partito Democratico hanno annunciato compatti la volontà di indire un referendum per abrogare la modifica statutaria e criticato duramente la “protervia” della maggioranza guidata  dal Governatore Francesco Roberti che “evidentemente vuole essere ricordato come il presidente che ha fatto la riforma sul doppio sottosegretario per interessi personali, e che non ha ascoltato nessuno andando a sbattere contro questa vergogna”. Uno “schiaffo ai molisani” e un atto “di arroganza politica senza precedenti” le valutazioni delle opposizioni.

consiglieri regionali minoranza

Andrea Greco ha dichiarato che il centrodestra si trova in una situazione politicamente e tecnicamente imbarazzante. Secondo Greco, il centrodestra dovrà o modificare la legge, sostenendo i costi di un referendum in cui difendere la nomina di un secondo sottosegretario, oppure affrontare la pressione politica delle opposizioni e fare marcia indietro smentendo se stesso. “In fase di pubblicazione della norma hanno dovuto fare marcia indietro. Ora sono di fronte a due possibilità: affrontare una sconfitta certa tramite referendum o smentire se stessi e revocare la norma” ha affermato Greco.

Micaela Fanelli del Partito Democratico ha criticato duramente l’operato del centrodestra, affermando che dopo un anno non ha prodotto alcun risultato positivo per i cittadini molisani. “Le risorse non arrivano, le idee sulla sanità mancano. È un completo disastro e l’unica riforma che si tenta di portare a compimento è quella del sottosegretario, un atto di arroganza” ha dichiarato Fanelli. Ha inoltre sottolineato che è la prima volta che si immagina un’azione politica così forte come il referendum, un’iniziativa che arriva in un momento in cui l’Italia stessa chiede di non essere divisa dall’autonomia differenziata.

consiglieri regionali minoranza

Roberto Gravina del Movimento 5 Stelle ha espresso una forte critica alla proposta del secondo sottosegretario, affermando che si tratta di “scherzare con il fuoco”. Gravina ha sottolineato che questa riforma va in aperta violazione del principio di contenimento dei costi. “Questa maggioranza sta andando in tutt’altra direzione e noi riteniamo che la figura del sottosegretario violi una norma per il contenimento dei costi, viste le difficoltà di bilancio che abbiamo tanto che diventa impossibile chiudere i rendiconto” ha spiegato Gravina.

Massimo Romano di Costruire Democrazia ha espresso il disappunto delle opposizioni riguardo alla decisione di modificare lo statuto regionale per introdurre un secondo sottosegretario. “Abbiamo provato in ogni modo a far capire che era una scelta sbagliata, piegando la Costituzione regionale alle esigenze contingenti. La nostra posizione è quella di farli riflettere, ma loro sono andati avanti come il Marchese del Grillo. A questo punto, la legge ci dà la possibilità di chiedere ai molisani di sottoporre il quesito a un referendum popolare,” ha affermato Romano. Ha concluso invitando i cittadini a intervenire e supportare l’opposizione in questo momento cruciale.

La legge regionale 36/2005 stabilisce che, dopo l’approvazione in seconda lettura, il testo venga trasmesso dal presidente del Consiglio al governatore per la pubblicazione immediata. Entro tre mesi, un quinto dei consiglieri regionali o un cinquantesimo degli elettori possono richiedere il referendum. Le opposizioni, composte da sette consiglieri di PD, 5 Stelle e Cd, sono in numero sufficiente per avviare questa procedura.

Se la richiesta di referendum proviene dai consiglieri, le sottoscrizioni devono essere autenticate dal presidente del Consiglio. La verifica della conformità all’articolo 123 della Costituzione viene svolta da una commissione nominata dall’ufficio di presidenza di Palazzo D’Aimmo. In caso di esito positivo, il referendum deve essere indetto entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Molise.

Non essendo previsto un quorum, la maggioranza dei voti validamente espressi sarà determinante. Se il “Sì” prevale, il presidente della giunta regionale promulgherà la legge di revisione statutaria, specificando il risultato favorevole del referendum.

La complicazione politica derivata da questo errore procedurale ha rallentato la nomina di Roberto Di Baggio (dovrebbe essere lui il prescelto) come secondo sottosegretario, affiancando Vincenzo Niro. Per le opposizioni di centrosinistra il referendum è una opportunità per mettere ulteriormente sotto pressione il centrodestra, sfruttando l’errore come leva per contestare la gestione politica e amministrativa della maggioranza.

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