Osservatorio anbi

Crisi idrica, grido d’allarme anche per l’agricoltura. Situazione drammatica al Centro-Sud

In Italia, la siccità e i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova le risorse idriche, con conseguenze devastanti per l'agricoltura e le infrastrutture. Il Molise, insieme ad altre regioni, è particolarmente colpito, con invasi in calo e gestione inefficiente delle risorse. È urgente un intervento deciso da parte delle autorità per prevenire una crisi idrica senza precedenti.

 

In soli due giorni, tra il 21 e il 22 luglio, in Italia si sono verificati 54 eventi meteorologici estremi tra grandinate anomale, nubifragi, trombe d’aria e raffiche di vento, causando danni significativi alle abitazioni e alle infrastrutture. Il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche sottolinea come le piogge più violente abbiano colpito le Marche e il Friuli, con cumulate fino a 110 millimetri a Casarsa della Delizia in poco più di un’ora. Piogge che, per violenza e caratteristiche, non sono utili a rimpinguare le riserve idriche. L’altra faccia della medaglia di uno scenario tanto radicale è infatti rappresentata dalla siccità. L’immagine più eclatante è quella dell’invaso di Occhito, tra Molise e Puglia, che ha visto ridurre i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi in soli 8 giorni, mettendo in pericolo le riserve d’acqua per l’agricoltura del Tavoliere e per l’uso potabile nell’Acquedotto Pugliese.

Proprio in Molise la crisi idrica è particolarmente critica. La prolungata siccità e le inefficienze nella gestione delle risorse idriche hanno portato a razionamenti dell’acqua in diversi comuni, con difficoltà significative per allevatori e agricoltori. Il lago artificiale di Arcichiaro, situato nel Comune di Guardiaregia, è diventato uno dei simboli di questa emergenza. La Goletta dei Laghi di Legambiente ha denunciato nei giorni scorsi lo stato di sofferenza idrica del Molise, lanciando un appello urgente per interventi infrastrutturali. “Sono necessari interventi urgenti da parte delle autorità per evitare che la desertificazione comprometta gli ecosistemi e le attività produttive della regione,” ha dichiarato Giorgio Arcolesse, direttore di Legambiente Molise. La crisi è accentuata dai bassi livelli d’acqua nel bacino di Arcichiaro, dove le inefficienze gestionali e i ritardi nei lavori di ammodernamento delle infrastrutture idriche hanno aggravato la situazione.

In occasione della tappa molisana della Goletta dei Laghi, Legambiente ha organizzato un’escursione lungo l’itinerario che porta da Guardiaregia a Campochiaro, nel massiccio del Matese, per documentare con foto e video lo stato del territorio. L’iniziativa ha anche voluto riaccendere i riflettori sull’urgente necessità di istituire il Parco Nazionale del Matese, fondamentale per la tutela di questa vasta area e per garantire una gestione adeguata delle risorse idriche. “Il Matese è un importante ecosistema montuoso e uno dei principali bacini idrografici dell’Appennino meridionale,” ha dichiarato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente. “Serve maggiore attenzione e tutela per gestire le risorse naturali e idriche del massiccio del Matese.”

A preoccupare ora è soprattutto la scarsità di acqua per l’agricoltura. Il lago di Occhito sul Fortore al momento trattiene solo 77 milioni di metri cubi di acqua e, d’ora in poi, l’acqua dell’invaso servirà quasi esclusivamente per l’uso potabile, facendo prevedere che, per la metà di agosto, la Capitanata non avrà più risorsa per irrigare i campi. In totale negli invasi foggiani restano meno di 94 milioni di metri cubi d’acqua (in una settimana si sono svuotati di ulteriori 16 milioni) ed a preoccupare grandemente è la possibilità che, come avvenuto negli scorsi anni, il periodo secco si prolunghi fino agli inizi di novembre per poi essere interrotto dall’irrompere di eventi meteorologici estremi. “È reale il rischio di vedere inaridita la pianura foggiana, così come ampie porzioni di territorio salentino,” indica Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

La crisi idrica colpisce diverse regioni italiane. In Abruzzo ha raggiunto livelli senza precedenti, con il prosciugamento del bacino di Penne e l’esaurimento imminente dell’invaso di Chiauci, compromettendo l’irrigazione agricola e l’approvvigionamento civile. In Sicilia, il deficit pluviometrico ha superato il 60% su base annua, con invasi regionali che trattengono solo il 38% del volume di riempimento autorizzato, portando a razionamenti e interruzioni nella distribuzione idrica in diverse province.

In Sardegna, le dighe trattengono solo il 57% del volume autorizzato, con alcuni bacini in stato di emergenza. L’irrigazione è stata interrotta in diverse aree agricole, aggravando la crisi. In Calabria, Basilicata e Campania, le regioni affrontano gravi carenze idriche, con livelli degli invasi e portate fluviali ben al di sotto della media storica, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico e la produzione agricola. Nel Lazio, i livelli dei laghi regionali sono in calo costante, con il lago di Albano che ha perso 20 centimetri in tre mesi. Anche il Tevere e altri fiumi della regione registrano portate inferiori alla media. In Toscana ed Emilia Romagna, le regioni registrano una riduzione significativa delle portate fluviali, con il fiume Serchio e l’Ombrone in calo drastico. Tuttavia, alcune aree dell’Emilia Romagna mostrano condizioni idriche sorprendentemente buone.

Nel Nord Italia, la situazione idrica è migliore rispetto al Centro-Sud, con i grandi laghi che trattengono volumi idrici superiori alle medie storiche. Tuttavia, alcune aree come il fiume Po vedono una riduzione del flusso in alveo. L’urgenza segnalata da più parti, da nord a sud fino alle isole, è il miglioramento delle infrastrutture idriche, con nuove misure di gestione sostenibile delle risorse e nuove strategie per affrontare gli eventi climatici estremi. Gli esperti sono concordi su un punto: la protezione degli ecosistemi e la salvaguardia delle attività agricole e zootecniche sono fondamentali per garantire il futuro del Paese. La politica e le istituzioni sono chiamate a prendere decisioni non solo di organizzazione del presente, con misure di razionalizzazione del bene idrico più giuste e con uno spirito di rotazione e principio di solidarietà (a Guglionesi, per esempio, diverse zone rurali sono a secco da giorni e giorni, con agricoltori che stanno meditando di adire le vie legali non riuscendo a ottenere un bilanciamento presso gli enti) ma anche di investimento a medio termine. Più che duplicare le poltrone, in Molise, servirebbe investire in misure infrastrutturali per conservare l’acqua e utilizzarla durante i periodi di siccità. È indispensabile progettare interventi cruciali per una gestione sostenibile delle risorse idriche, specialmente in agricoltura.

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