Dal 2017 la giornalista Barbara Carfagna accompagna gli italiani nei meandri della vita digitale nella quale siamo ormai tutti immersi. La sua trasmissione di divulgazione scientifica, tecnologica e sociale in onda su Rai 1 dal titolo “Codice: la vita è digitale” ha affrontato in queste stagioni tanti temi innovativi, portandoli all’attenzione del grande pubblico televisivo con un linguaggio semplice e comprensibile. Dalla cybersicurezza, ai robot, dalla digitalizzazione della politica, al pericolo delle fake-news, dall’arbitrio umano sfidato dalle decisioni digitali, alla sanità nell’era di internet, dal 5G, al potere dei dati, dal cibo nell’era digitale, al Metaverso, fino anche alla sessualità digitale. Tanti gli approfondimenti che hanno squarciato il velo su temi che sempre di più stanno entrando nella nostra vita. E da ultimo quello della intelligenza artificiale.
Un termine che alla Carfagna non piace e in più di un’occasione ha spiegato come: “C’è da fare un postulato e chiarire perché questo termine che è stato dato un po’ troppo in fretta e senza troppe riflessioni ha indotto in equivoco molte persone. Intelligenza artificiale significa in realtà il contrario di quello che pensiamo. Cioè significa separare l’intelligenza dall’azione efficiente. Quindi l’intelligenza artificiale in realtà non è intelligente, ma riesce ad essere più efficiente senza l’uso dell’intelligenza che è una prerogativa esclusivamente umana; è un modo di agire completamente diverso, ma che non richiede quello che noi siamo abituati a concepire come intelligenza. Purtroppo quando è stato dato questo termine si sono organizzati migliaia di convegni in tutto il mondo e sono nate tante paure, determinate proprio dal fatto che le persone pensano che le macchine saranno intelligenti come l’uomo”.
In collegamento video da Roma, nel pieno della preparazione della nuova stagione della sua trasmissione presto in onda su Rai 1, Barbara Carfagna con il suo intervento accompagnerà il pubblico del Festival del Sarà a decodificare false credenze e nuovi miti dell’AI.
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