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Al Festival del Sarà Alec Ross, l’uomo che legge il futuro dialogando con i potenti del mondo

L’intervista che ha rilasciato prima di tornare in USA all’ideatore del Festival, Antonello Barone, servirà da introduzione a tutte e tre le serate di luglio.

Prevedere il futuro è mestiere da ciarlatani. Cartomanti, veggenti e impostori di ogni risma. Ma analizzare le conseguenze delle scelte che la politica, giudicandole dalla prospettiva di una analisi storica del passato, può facilitare il compito di restringere il campo dell’ipoteticamente prevedibile. Alec Ross scruta il futuro. Le sue carte non sono tarocchi, ma i libri e le parole. Quelle che conserva dai dialoghi con i potenti del mondo: capi di Stato e di governo, investitori globali, manager di imprese multinazionali, innovatori tecnologici. Ma si fa contaminare e ispirare anche dal confronto con i giovani studenti che scelgono i suoi corsi. Insegna, consiglia, investe a sua volta. Appassionato di innovazione da giovanissimo ha saputo cogliere la faglia di rottura rappresentata dall’avvento dei social-network in America e ha accompagnato alla clamorosa vittoria elettorale del 2008 Barack Obama. Ha servito il suo Paese come advisor negli staff presidenziali e nella Segreteria di Stato.

Ora viaggia per lavoro tra America, Asia ed Europa. E nel vecchio continente ha scelto Bologna come luogo privilegiato. Qui insegna alla Bologna Business School a studenti provenienti da tutto il mondo. Qui aiuta realtà imprenditoriali a scalare le loro aziende. Qui si gode e promuove il cibo e lo stile di vita italiani. In Italia nel dibattito pubblico è diventato la voce autorevole che illustra la geopolitica globale in evoluzione e i mega-trend dell’innovazione. Analizza lo scontro fra Cina e Usa e sprona l’Europa a dismettere la maglietta dell’arbitro per entrare in campo a giocare la sua partita.

Alec ross festival sarà

Del Festival del Sarà Alec Ross è un amico. Quella del 2024 sarà la sua terza partecipazione in nove edizioni. Quest’anno l’intervista che ha rilasciato prima di tornare in USA all’ideatore del Festival, Antonello Barone, servirà da introduzione a tutte e tre le serate di luglio. Ross analizza con cognizione di causa il futuro dell’intelligenza declinato nelle sue tre accezioni fondamentali: quella naturale, quella artificiale e quella politica. Le elezioni di novembre negli Usa, l’affinità elettive fra Trump e Putin, il genio italiano, l’incognita dell’intelligenza artificiale verso la “singolarità”, la crisi della democrazia alle prese con una dicotomia destra-sinistra non più attuale. Tanti spunti che aiuteranno i relatori e gli spettatori del Festival a districarsi fra dubbi e ipotesi, offrendo non certezze, ma strumenti critici di analisi.

Perché il futuro non si prevede, ma si costruisce.

Festival sarà intelligenza
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