Campobasso

Verifiche sui voti di lista, centrodestra insiste: “Abbiamo la maggioranza”. La replica: “Dati ancora parziali, ballottaggio sarà decisivo”

Scontro tra gli sfidanti al ballottaggio dopo le ulteriori verifiche della commissione elettorale. I partiti che sostengono De Benedittis sentono di avere la vittoria in pugno: "La sinistra ha già perso e mistifica la realtà", ma il campo progressista è più cauto: "Vogliono confondere gli elettori, nessuno può avere oggi delle certezze"

La coalizione di centrodestra che sostiene Aldo De Benedittis sindaco è convinta: “Le nostre liste hanno superato il 52 per cento delle preferenze e siamo già maggioranza”. Ma dalla parte opposta prevale la cautela: “Nessuna ripartizione dei seggi è stata certificata ed ufficializzata, sono dichiarazioni infondate e pretestuose”.

L’ultimo scontro tra le due fazioni politiche che domenica 23 e lunedì 24 si sfideranno al ballottaggio ruota tutto attorno alle verifiche della Commissione elettorale centrale che ieri, 18 giugno, ha certificato i voti ottenuti dalle singole liste e dai candidati consiglieri che hanno partecipato al primo turno delle amministrative di Campobasso.

I numeri sono stati resi noti dai delegati di lista dei partiti del centrodestra e sono: Fratelli d’Italia 3405, Popolari per l’Italia 3073, Lega 1843, Udc 937, Noi Moderati 2276 e Forza Italia 2179 per un totale di 13713 voto di lista.
Per quanto riguarda le tre liste a sostegno di Pino Ruta che ha recentemente siglato un accordo politico-programmatico col centrosinistra i suoi voti sono: Unica terra Molise 428, Confederazione civica 908, Costruire Democrazia 2550. Per un totale di 3886.
Mentre ai partiti della coalizione che sostiene Marialuisa Forte dal primo turno i numeri sono: Movimento 5stelle 2643, Alleanza verdi sinistra 1572, Pd 4226. Per un totale di 8441.

Secondo questi dati, in virtù di un calcolo fatto sul 50% dei voti validi, il centrodestra avrebbe 17 seggi, il centrosinistra 10 e il cantiere civico 5. Ma la situazione potrebbe cambiare per alcune incognite e interpretazioni del Testo unico sugli enti locali che definisce le regole della ripartizione. Non la pensano così nel centrodestra che insiste: “Tali dati incontrovertibili – hanno detto – smentiscono ufficialmente le mistificazioni della sinistra che, sapendo di aver già perso, tenta di ingannare i cittadini con dati non veritieri. La maggioranza dei consiglieri comunali è già definita, in base ai dati comunicati ufficialmente forniti dal presidente dell’ufficio elettorale centrale”.

La replica del campo progressista è arrivata ieri sera: “Il comunicato diffuso dal centrodestra ha come unico obiettivo quello di confondere gli elettori. La Commissione elettorale centrale non ha certificato in alcun modo la futura composizione del Consiglio comunale. Per ora, infatti la Commissione si è limitata a verificare l’eventuale superamento, da parte di uno dei tre candidati sindaci, della soglia del 50 per cento dei voti, così da decretare l’eventuale turno di ballottaggio (poi decretato, così come avevamo sostenuto da domenica sera, sulla base dei dati precisi in nostro possesso); le preferenze alle singole liste; le preferenze ai singoli candidati”.

Altre verifiche seguiranno dopo il secondo turno di ballottaggio e solo allora sarà possibile ripartire i seggi e assegnare l’eventuale premio di maggioranza. “Non prima perché non sono stati verificati, infatti, gli altri dati (voti ‘secchi’ ai sindaci, schede bianche ecc.) necessari -unitamente a quelli che ci consegnerà il ballottaggio – per calcolare la ripartizione dei seggi in Consiglio. Ciò significa, che nessuna delle due coalizioni può avere certezze in merito alla sussistenza effettiva del superamento, da parte dell’una o dell’altra, del 50 per cento dei voti validi. Ogni dichiarazione che sostenga questo, così come accaduto per la questione ballottaggio, è del tutto infondata e pretestuosa”.

Così commentano i presentatori delle liste della coalizione civico-progressista Alessandra Salvatore (Pd), Antonio Federico (M5S), Augusto Massa (Alleanza Verdi e Sinistra), Marcello Miniscalco (Socialisti) e Massimo Romano (Costruire Democrazia).

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