Il commento

Una sindaca civil servant/Altro che “anatra zoppa”

Una commossa Marialuisa Forte ha dunque ricevuto dalle felpate mani di Paola Felice la fascia tricolore di prima cittadina nella storia di Campobasso. E’ un evento che per un capoluogo da sempre declinato al maschile e per una regione tuttora governata da soli uomini, merita più di altri di essere valutato alla luce di un clima apparso diverso e di un cambio di passo.

Un clima come quello toscano che a Firenze accoglie per la prima volta una sindaca, Sara Funaro, la quale ha ringraziato tutti gli elettori con questa dolce promessa: “Porterò il mio lato materno e femminile alla città”.

E su questo lato “femminista” alcuni giornali nazionali hanno scritto: “ecco un altro soffitto di cristallo che se ne va” e “i soffitti si stanno sgretolando”. Il fatto è vero ed evidente specie a sinistra, ma in proposito Marialuisa Forte ha dato una prima prova di saggia intelligenza politica oscurando il tema di genere e puntando invece sulla socialità con un appello: “Venite in Comune per qualsiasi esigenza, darò ascolto a tutti”.

Per il PD i successi sono stati del tutto evidenti, ma non vanno considerati come un test nazionale anti Meloni. Tuttavia le destre si stanno leccando le ferite e perfino un giornale come “La Verità” ammette che “FdI, FI e Lega devono trovare candidati più credibili”.

In effetti a Campobasso il candidato Aldo De Benedittis si è rivelato un competitor tradizionale, non innovatore, che crede ancora di convincere gli elettori con frasette da bacio Perugina e slanci d’amore per la Città piuttosto risibili sotto elezioni.
La destra, quella del Potere, si è molto mobilitata affinché la Città accogliesse, come si è letto su Primo Piano, “la grande opportunità che aveva di completare una filiera istituzionale che metteva in sequenza Governo, Regione e Municipio”. Altro che opportunità, è un ricatto politico bello e buono per annettere il Capoluogo molisano a Giorgialand.

Poi c’è il pasticcio della cosiddetta “anatra zoppa” (sindaco di sinistra e maggioranza di consiglieri comunali di destra). Un caso piuttosto raro che capitò anche a Isernia nel 2012 quando Ugo De Vivo (PD) ce la fece contro Rosa Iorio (sorella di Michele Iorio) al grido: “L’Anatra zoppa? Non è un problema”.

Sarà sicuramente così anche per Marialuisa Forte che, presentandosi come una specie di civil servant inglese, ha mostrato carattere, pragmatismo e gran senso della modernità.
Da quel che si è capito dai vari spunti espressi nel corso della sua campagna elettorale, il disegno sul quale lavorerà la Forte ha un solo nome: inclusione. Cioè la capacità di generare dialogo e partecipazione, accoglienza, progettazione e, appunto, inclusività. “Conflitto è una parola che non mi appartiene”, ha detto nel prendere possesso della fascia tricolore.

Vedremo. Intanto gli occhi sono tutti puntati su lei e su ogni suo passo.

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