E termoli?

#ScegliLaFrancia: Gigafactory, elezioni europee e l’hashtag di Acc che spaventa

"Termoli è disponibile a produrre ancora motori endotermici, ma non si accontenta. Vuole essere parte della nuova storia dell’automotive. Senza questa nettezza avrà ragione chi in quel #choosefrance legge un futuro solo francese dell’automotive elettrico europeo".

Ascoltare i rumori deboli per scorgere il futuro. Nelle stesse ore nelle quali il 4 giugno scorso il Ceo di Stellantis Tavares da Melfi annunciava la “sospensione” della costruzione della prima Gigafactory italiana di batterie, a Parigi Vincent Yann, Ceo di Acc, nel corso di un incontro privilegiato all’Eliseo a Parigi con Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica Francese, ha illustrato e difeso i vantaggi che la Francia potrà assicurarsi dall’elettrificazione dell’automotive. In Francia Acc ha già creato un centro di ricerca e sviluppo, una linea di produzione di test per batterie elettriche e la prima gigafactory operativa delle tre inizialmente previste nel piano industriale, la costruzione di due delle quali ora è ufficialmente sospesa, o “posposta” come dice in una nota ufficiale l’azienda, in Germania e in Italia. In quell’incontro Yann ha colto l’occasione per chiedere al Presidente della Repubblica francese prima del voto per le elezioni europee l’impegno affinché l’Unione Europea non devii dagli impegni a favore della lotta al cambiamento climatico e orienti le politiche comunitarie verso lo sviluppo di una mobilità a basse emissioni di carbonio, garantendo al contempo che i consumatori francesi ed europei siano sostenuti in questa fase di transizione. Per Acc difendere la data del 2035 scelta dall’Europa come limite entro il quale poter produrre motori endotermici nel vecchio continente è essenziale. Sono in gioco il futuro delle generazioni future, la sovranità strategica della Francia e la reindustrializzazione europea. Acc, allo stesso tempo, ha chiaramente indicato nell’interlocuzione con il presidente Macron come la Francia possa diventare il campione europeo della transizione ecologica e dell’automotive ambientalmente sostenibile. Il resoconto di questo incontro e della visione strategica della joint-venture composta da Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies sono stati raccontati dalla stessa azienda in un post social con le foto dell’incontro e l’hashtag #choosefrance: Scegli la Francia.

E l’Italia, e Termoli? Occorre innanzitutto registrare un cambiamento importante avvenuto negli ultimi mesi. L’equilibrio paritetico dei tre soci di Acc è stato interrotto. Grazie all’ultimo aumento di capitale Stellantis oggi detiene il 45% delle azioni di Acc, mentre Mercedes-Benz è scesa al 30% e TotalEnergies, attraverso la controllata Saft, possiede il restante 25%. Dunque Acc è sempre più a guida italo-francese e sempre meno sino-tedesca. In Mercedes-Benz infatti una quota importante del capitale è posseduta da Li Shufu, un imprenditore e manager cinese fondatore e presidente della Zhejiang Geely Holding Group e della casa automobilistica Geely, uno dei rari colossi industriali non controllato dallo Stato cinese. Inoltre è utile ricordare che la parte italiana dell’azionariato di Stellantis è solo privata grazie alle quote della famiglia Agnelli-Elkann, mentre in quella francese la parte statale gioca un ruolo decisivo attraverso la banca pubblica d’investimento “Bpifrance”.

Siamo dentro una tempesta perfetta di geopolitica industriale. Gli equilibri politici dopo il voto delle europee si spostano a destra. Le promesse fatte agli elettorati nazionali oltre che dai partiti di estrema destra, ma anche dai partiti conservatori e dallo stesso PPE, parlano di meno sacrifici per la transizione energetica. Il 2035 non è più scolpito nella pietra come data nella quale i colossi automobilistici sarebbero stati costretti a dismettere le produzioni di motori endotermici.

L’Italia in questo contesto appare priva di una politica industriale chiara sul settore né, al contrario della Francia, può utilizzare le leve dell’azionariato dentro le multinazionali, in particolare dentro Stellantis. Anzi, in particolare con questa società, che non è più la Fiat degli Agnelli, è in atto una azione di contrasto acceso e continuo. Se l’Italia e l’Europa scommettono contro l’elettrificazione dell’automotive ci ritroveremo a non avere più una catena di valore continentale in uno dei settori industriali più strategici. Senza un centro di ricerca e sviluppo continentale con propaggini nazionali saremo impossibilitati a recuperare il gap con la Cina nella produzione di batterie. Nel frattempo i colossi cinesi potranno anche vendere le loro auto economiche con motori endotermici. Ma l’elettrico prima o poi diventerà il principale sistema di alimentazione delle auto e quando sarà accessibile anche per le fasce medio-basse non avendo costruito la nostra catena di valore continentale, saremo costretti a essere importatori netti di tutti i prodotti cinesi della filiera automobilistica.

Ora l’attenzione è rivolta inevitabilmente ai lavoratori che devono vedersi garantito il loro futuro. Nuove produzioni di motori potrebbero dare fiato ai prossimi mesi, forse a un lustro di produzione. Ma se lo stabilimento di Termoli tornerà ad essere inserito fra quelli di Stellantis e la sua nuova natura di stabilimento Acc viene posticipata, dunque sospesa in attesa di nuove valutazioni, quello che si prospetta è un dramma sociale. Meno occupazione, meno stipendi, meno abitanti, meno ricchezza diffusa. E soprattutto un’assenza di prospettiva strategica per il nucleo industriale, per la città, per Regione Molise, che su questa prospettiva potevano costruire la loro nuova visione di rilancio.

Spesso le scelte dannose si subiscono. A volte si contribuisce a provocarle non calcolando in modo adeguato gli effetti delle proprie parole e dei propri atti. Il governo italiano, la Regione Molise, la Città di Termoli, i sindacati, la società civile devono dire con chiarezza alla controparte privata che credono nel futuro elettrico dell’automotive europeo. Che qui si può scrivere un pezzo di questo futuro. Che il sistema pubblico italiano è disposto a investire per realizzare il centro nazionale italiano di ricerca e sviluppo dell’automotive elettrico collegato al centro francese di Acc. Che Termoli è disponibile a produrre ancora motori endotermici, ma che non si accontenta. Termoli vuole essere parte della nuova storia dell’automotive. Senza questa nettezza avrà ragione chi in quel #choosefrance legge un futuro solo francese dell’automotive elettrico europeo.      

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