Campobasso verso il voto

Il M5S: “Abbiamo pensato sempre e solo al bene di Campobasso, i frutti si vedranno nei prossimi mesi”

I 32 candidati raccontano quanto fatto per la città e ammettono un errore: "Potevamo comunicare meglio con i cittadini ma nessuno di noi è salito a Palazzo San Giorgio con l'intento di fare male. Abbiamo lavorato sodo, rispettato lungaggini burocratiche e intercettato bandi e risorse per consentire al capoluogo di regione di tenere il passo in termini di sviluppo"

 

Il Movimento Cinque Stelle ha amministrato Campobasso per cinque anni. A Palazzo San Giorgio sono salite persone che, nella mission consegnatagli dall’elettorato, ci hanno creduto. Ci hanno scommesso, lavorando (e va detto) con attenzione e coraggio. Il coraggio di azzardare scelte qualche volta impopolari ma sempre finalizzate ad un unico obiettivo: il bene comune. “Nessuno di noi si è mai sognato di compiere azioni contro la città e i cittadini” sottolineano nella chiacchierata a poche ore dal voto.

Sono 32 candidati. Nomi vecchi e nuovi. C’è chi è forte di un’esperienza che andrebbe portata a conclusione con il completamento di progetti e programmi “che a Campobasso si vedranno nei prossimi mesi”, chi invece vuole contribuire a farlo, sostenendo idee e principi del Movimento.

“Come tutte le amministrazioni abbiamo ricevuto delle critiche – spiegano i candidati del M5S – ma anche queste fanno parte delle dinamiche della politica. E’ chiaro che chi governa deve avere il coraggio di scelte anche impopolari ma senza perdere di vista il bene comune”.

Un esempio su tutti, la raccolta differenziata. “Fino al 2014 , con l’amministrazione di centrodestra, era agli ultimi posti. Oggi non è più così”. Consapevoli pure che l’azione sulla differenziata dei rifiuti può essere suscettibile di modifiche “ma se mai si comincia mai si scopre dove migliorare. Le critiche servono anche a questo. Se alle critiche seguono anche delle richieste, meglio ancora”.

Migliorare la comunicazione con i cittadini “è certamente una delle priorità che abbiamo in mente – proseguono – Restando in tema di raccolta differenziata abbiamo accolto tutte le denunce relative ai furbetti che hanno favorito migrazione dei rifiuti e abbandono degli stessi. E stiamo lavorando a degli accorgimenti utili ad evitare ambedue i fenomeni”.

Altra scelta impopolare che ha scatenato reazioni è polemica “è quella della scuola D’Ovidio. Ma non si è compreso che i finanziamenti hanno degli iter che alcune volte ci hanno travolto. Per quanto i programmi siano partiti per tempo, ci sono lungaggini amministrative che non permettono di uscire con i proclami perché la responsabilità impone di aspettare il corso e l’epilogo di tutti i provvedimenti amministrativi. Per la D’Ovidio siamo pronti a firmare con delibera di giunta il progetto esecutivo di Selvapiana che non piace come soluzione ma aspettiamo ancora qualcuno che proponga una soluzione alternativa per evitare di perdere 21 milioni di euro finalizzati alla realizzazione di una scuola nuova e sicura”.

Polemiche, tante, per le piste ciclabili “e in questo abbiamo difettato di comunicazione. Avremmo dovuto semplicemente spiegare alla città quale era l’idea e cioè di creare un anello che collega alcune zone di Campobasso, in particolare con l’area dell’università. Lo abbiamo fatto in maniera sperimentale per valutare la possibilità di cominciare a lasciare le auto e utilizzare mezzi di trasporti alternativi perché siamo schiavi delle macchine ed è invece necessario un passaggio culturale per fare nostri i nuovi stili di vita verso cui un po’ tutti sono destinati. Al discorso delle piste ciclabili va abbinato il nuovo bando del Tpl che serve per migliorare la qualità dei servizi pubblici affinché meno auto circolino in zone centrali del capoluogo”.

Al di là delle critiche c’è soddisfazione per la programmazione portata a termine perché “molti progetti vedranno la luce da qui ad un anno e mezzo. Alcune scuole sono già in fase di realizzazione e saranno al servizio di almeno 450 alunni di Infanzia, scuola primaria e secondaria, più quelli della Montini e della D’Ovidio per altri 800 alunni. Scuole che saranno luoghi aperti e non scatole chiuse”.

Il Terminal Bus, altro pomo della discordia, è invece “già stato finanziato all’interno del Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) e devono soltanto iniziare i lavori. Ma anche in questo caso è un progetto che impone determinati tempi. E con lo stesso progetto inizieranno i lavori entro il 2024 della piscina di via Campania”.

Una nota di amarezza è quella per cui “una campagna elettorale, la prima, in occasione della quale si parla di quanto è stato fatto e non è piaciuto, mentre di solito si racconta quello che non è stato fatto” per questo la certezza è che “ai cittadini bisogna raccontarla bene”.

Nessuno, per esempio, sa che “abbiamo aumentato da 40mila a 100mila euro all’anno le risorse previste per migliorare le strade, abbiamo messo in cantiere lavori che vanno oltre il semplice ‘tappare le buche’ con la consapevolezza che Campobasso è urbanisticamente molto estesa. Eppure siamo intervenuti in Contrada Macchie, Santa Maria De Foras, alcune contrade che hanno ottenuto un netto miglioramento dei servizi. Anche l’illuminazione pubblica è stata implementata ma oltre quello fatto, per via delle poche risorse, non potevamo andare. Perché il ragionamento è sempre legato alle priorità della città: non posso aumentare l’illuminazione per una famiglia di tre persone, se una zona di 30 residenti e con una strada pericolosa, è al buio. Il Comune si deve occupare di 580 chilometri di strada”.

E poi “Campobasso è da sempre bistrattata da una Regione a trazione venafrana o termolese che non ha mai riconosciuto adeguatamente il ruolo di capoluogo della nostra città. Basti osservare quale trattamento abbiamo ricevuto in tema di trasporto pubblico locale, con l’azzeramento della fornitura di nuovi mezzi o, ancora, con la riduzione del corrispettivo chilometrico riconosciuto a Campobasso inspiegabilmente inferiore rispetto a quello di Termoli. Idem per la cultura. Anche questo settore ha visto assegnare a Termoli quasi un milione di euro mentre noi, a Campobasso, abbiamo fatto tutto con gli sforzi dei cittadini”.

La prova di questa incomprensibile disparità di trattamento “è emersa anche con l’autonomia scolastica. Come se volessero punire le amministrazioni che non sono amiche” ma “noi questo ragionamento, come amministrazione, non l’abbiamo mai fatto perché abbiamo contribuito ad eventi che abbiamo ritenuto importanti per la città di Campobasso e che, seppure organizzati da avversari politici, non ci hanno mai visto negare i contributi richiesti. Tuttavia a livello regionale, invece, si pensa diversamente”.

Il Movimento Cinque Stelle ribadisce il significato di politica associandolo ad un unico compito: il bene comune “e questo va al di là del colore politico. Pertanto ci aspettiamo che i cittadini votino il M5S per quello che ha fatto, per le persone che hanno lavorato e lo hanno fatto sempre considerando il cittadino al centro di ogni azione amministrativa”.

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