Riconversione termoli

Gigafactory appesa all’incertezza malgrado 400 milioni di investimenti pubblici, il M5S interroga il Ministro Urso

Presentata un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy. "Perchè mentre altri Paesi europei decidono di investire nelle aziende che creano ricchezza nei territori, in Italia - e con un Governo così nazionalista - continuiamo a subire le scelte imprenditoriali delle sempre più numerose delocalizzazioni?" domandano la deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Molise, Roberto Gravina,

La vicenda Gigafactory continua a destare preoccupazione e il M5S ha deciso di presentare un’interrogazione al Governo in cui chiede di sostenere il progetto di riconversione dello stabilimento termolese.

Con oltre 2000 posti di lavoro, lo stabilimento di Termoli è destinato a diventare l’unico sito italiano per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Nonostante uno stanziamento di 500 milioni di euro già programmato e inserito nel PNRR, la realizzazione del progetto è stata frenata dalla mancanza di una strategia industriale chiara.

La deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Molise, Roberto Gravina, hanno presentato un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, chiedendo un impegno concreto per la riconversione dello stabilimento Stellantis di Termoli.

È davvero strano che un governo dichiaratamente nazionalista, non crei le migliori condizioni affinché le imprese investano nel nostro Paese. E lo è ancor di più se parliamo del processo di riconversione di uno stabilimento e oltre 2000 posti di lavoro, creando l’unico sito italiano per la produzione di batterie per i veicoli elettrici. E questo nonostante uno stanziamento di 500 milioni già da tempo programmato e inserito nel PNRR, che l’attuale Ministro Urso si è ritrovato già pronto sulla scrivania”. Così in una nota la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle molisano, Roberto Gravina.

“I fondi, quindi, non mancano ma forse manca una strategia industriale, una visione che tuteli siti produttivi e lavoratori e che crei le condizioni strutturali affinché l’Italia sia protagonista, al pari di Francia e Germania, del processo di transizione che sta interessando il comparto dell’automotive a livello mondiale”. Mentre – come noto – è stata sospesa la costruzione della prima Gigafactory italiana di batterie – appunto quella di Termoli – soprattutto in Francia le cose sono ben diverse: con l’inaugurazione già avvenuta a Billy-Berclau Douvrin e con la creazione oltretutto di un centro di ricerca e sviluppo.

“Abbiamo così presentato al Ministro delle Imprese e del Made in Italy – proseguono i due pentastellati – un’interrogazione per chiedere i motivi per cui mentre altri Paesi europei decidono di investire nelle aziende che creano ricchezza nei territori, in Italia continuiamo a subire le scelte imprenditoriali delle sempre più numerose delocalizzazioni”.

Circa dieci giorni fa i segretari generali Carmine Ranieri (CGIL Abruzzo Molise), Giovanni Notaro (CISL Abruzzo Molise), Michele Lombardo (UIL Abruzzo) e Tecla Boccardo (UIL Molise) avevao sottolineato l’urgenza dell’intervento del Governo e delle istituzioni locali, a partire dalla Regione Molise. “È essenziale che Stellantis assuma impegni concreti per garantire le allocazioni produttive nella fabbrica di motori di Termoli, dove sono impiegate 2.000 persone, assicurando la continuità lavorativa nei prossimi anni” scrivevaono le sigle, chiedendo chiarezza sul progetto gigafactory.

“ACC e Stellantis devono fornire garanzie sul futuro della gigafactory, evitando che le difficoltà del mercato dell’elettrico possano cancellare il progetto in Italia a favore di stabilimenti francesi o tedeschi. A livello europeo, è necessario promuovere una transizione equa che offra certezze a lavoratori, imprese e cittadini. In Italia, bisogna superare i limiti di competitività che spingono le multinazionali a lasciare il paese, partendo dal costo dell’energia. Inoltre, a livello regionale, è urgente l’attivazione di un tavolo di confronto con le Regioni Molise e Abruzzo per evitare una crisi industriale che impoverirebbe ulteriormente i territori interessati.”

Ora si aggiunge una interrogazione del M5S alla quale il Governo deve dare risposta, che mira a predere atto dei reali motivi per cui l’Italia non sta investendo adeguatamente nelle aziende che generano ricchezza nei territori, a differenza di altri Paesi europei che sostengono attivamente le loro industrie locali.

 

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