Termoli

Futuro incerto per la Gigafactory, il progetto rischia di sfumare. La rabbia dei sindacati: “Comportamento inaccettabile”

Le sigle sindacali definiscono “sfuggente” l’atteggiamento di ACC e temono per la sospensione del progetto Gigafactory a Termoli fino alla fine dell'anno. Forti timori per scenari occupazionali. La richiesta formalizzata in una nota segue quella della Regione Molise che si appella a Governo e di Stellantis per garantire il futuro industriale della regione.

La situazione legata al progetto Gigafactory di Termoli si fa sempre più critica. Durante l’incontro di oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ACC ha annunciato la sospensione del progetto fino alla fine dell’anno, senza fornire certezze per il futuro. Questa decisione, giustificata con il rallentamento della domanda di veicoli elettrici e la necessità di aggiornamenti tecnologici, ha sollevato forti preoccupazioni tra i sindacati, innescando però timori anche nelle istituzioni locali che fino alla vigilia del voto rassicuravano con la garanzia che comunque la fabbrica di batteria elettriche si sarebbe costruita a Termoli. Non è scontato, a giudicare da quello che oggi riferiscono i sindacati dopo l’incontro al Mimit.

“I sindacati non possono accettare questa situazione senza certezze e senza garanzie,” hanno dichiarato Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr in un comunicato congiunto. “Abbiamo chiesto al Governo e alla Regione Molise di intraprendere un’azione comune per ottenere chiarezza da ACC e Stellantis.”

ACC ha interrotto il negoziato, lasciando in sospeso un accordo che sembrava imminente. I sindacati chiedono al Governo di intervenire per ottenere da ACC una chiara definizione delle sue strategie, considerando gli ingenti incentivi pubblici in gioco. Allo stesso tempo, sollecitano Stellantis a fornire dettagli concreti sui motori che verranno prodotti a Termoli e sulla durata delle operazioni, ritenendo insufficienti le rassicurazioni di principio finora ricevute.

“ACC si è detta indisponibile infatti a portare avanti qualsiasi discussione fino a fine anno e di conseguenza ha interrotto il negoziato che pareva fino a poche settimane fa prossimo ad una intesa – scrivono i sindacati – La sua giustificazione è duplice e verte da una parte sul rallentamento della domanda di veicoli elettrici e dall’altra sulla necessità di un aggiornamento tecnologico sulle batterie da produrre. Di fronte a ciò, chiediamo innanzitutto al Governo di aiutarci a forzare la mano su ACC, affinché sveli le sue strategie, anche perché sono in ballo quasi quattrocento milioni di incentivi pubblici. Al contempo, chiediamo a Stellantis di assumersi fino in fondo le sue responsabilità, di chiarire quali motori produrrà a Termoli e per quanti anni, giacché non ci possono bastare rassicurazioni di principio come quelle oggi ricevute, non corroborate da precise assegnazioni produttive. Inoltre, chiediamo a Stellantis di assumersi le sue responsabilità anche verso ACC, di cui al contempo è sia il principale azionista sia il principale cliente”.

“Il Mimit – aggiungono i sindacati – parla di rincontrarci a settembre, ma per noi Termoli è uno degli stabilimenti su cui fare chiarezza al tavolo generale dell’automotive che ci aspettiamo venga assunto dalla Presidenza del Consiglio nelle prossime settimane”.

Meno pessimista la Regione Molise, che dopo l’incontro – evidentemente non un successo – cerca di smorzare la paura che il progetto gigafatory salti del tutto.

“La nostra richiesta è stata accolta,” ha dichiarato l’assessore alle Attività Produttive della Regione Molise, Andrea Di Lucente. “Continueremo la nostra battaglia per tutelare il territorio molisano e l’occupazione nei nostri stabilimenti. Abbiamo programmato la strategia industriale del Molise attorno a questo investimento, ora dobbiamo ridefinire il nostro futuro alla luce delle novità”.

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Di Lucente ha sottolineato l’importanza di un tavolo specifico per il Molise con Stellantis e un monitoraggio continuo dell’investimento ACC. Anche i rappresentanti di Stellantis hanno spiegato le ragioni della revisione dell’investimento, legate a un nuovo orientamento sulla transizione ecologica, che richiederà tempi più lunghi.

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