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Bertoldo e la filiera istituzionale degli eletti (?) del centrodestra

Riflessioni sparse sul Comune di Campobasso e il Molise

Bertoldo è nell’immaginario di tutti il classico contadino dalle scarpe grosse ma dal cervello fino. Se Bertoldo fosse vissuto ai nostri giorni, ma credo ci siano parecchi “Bertoldo” in giro, si sarebbe sicuramente occupato di politica. È dinanzi agli occhi di tutti, comunque, che un Bertoldo ai nostri giorni lo abbiamo avuto con la magistrale interpretazione di Antonio Albanese nel suo prototipo di sindaco, tale Cetto La Qualunque che del “pilu per tutti” fece il suo meme nella sua campagna elettorale. In verità, dico io, Cetto La Qualunque rappresenta il peggioramento del pensiero “bertoldiano”, ma, si sa, al giorno d’oggi non si salva più niente.

Torniamo a noi e parliamo di “filiera istituzionale” volutamente messa tra virgolette perché a me sembra una cosa talmente assurda da non poter essere considerata una cosa seria. I nostri governanti molisani, che non paragonerò a nessuno dei due personaggi citati sopra, hanno sempre detto di non avere soldi per le parcelle degli avvocati, in fase di ballottaggio al comune di Campobasso hanno tirato fuori la “filiera istituzionale”.

Dovrebbe consistere, la filiera, nella continuità e nella omogeneità della colorazione politica dei vari livelli di Governo. In pratica, stanno asserendo in campagna elettorale che qualora il colore dell’amministrazione comunale di Campobasso fosse di destra si completerebbe la “filiera istituzionale” e sarebbe molto più facile, anzi facilitato, amministrare la città di Campobasso. Partono dal presupposto che essendo della stessa parte politica sarebbero avvantaggiati nell’amministrare Campobasso e tutto il Molise?

Il punto di domanda è necessario ed indispensabile perché è sintomo di un pensiero politico vecchio, ammuffito e stantio che ricorre nei politici molisani. Alcuni politici molisani sono convinti che ci possa essere ancora il parlamentare che possa farti avere il “posto alle poste” cosa che accadeva negli anni sessanta. Qualcuno capace a parlare, spiegare e magari scrivere, quindi non io, dovrebbe spiegare a codesti politici molisani che le cose stanno in maniera leggermente diversa.

Credo siano una ventina di anni che, complice l’elezione con le liste bloccate, candidano in Molise conquistatori di prebende elettorali che non avrebbero spazio altrove. Ultimamente sono stati eletti in Molise il Senatore Lotito, prodigo di partecipazione a partite a biliardino in qualche bar della nostra ridente regione, ma anche di balli di gruppo nei circoli anziani, nonché propugnatore del risanamento del deficit sanitario, lo ha solo detto ma ancora niente si è visto e si sta aspettando una sua visita così come i credenti aspettano l’arrivo della statua del santo patrono. Unitamente al senatore Lotito è stato eletto in Molise l’onorevole Cesa. Persona dai modi garbati ed educati che somiglia in maniera straordinaria al mio amico Bruno, ma che a differenza di Bruno, molisano dalla nascita residente ed operante sempre in Molise ha fatto in modo, Bruno, di far crescere il PIL del Molise. Cesa, da parte sua, nella passata legislatura non era stato eletto nemmeno con le liste bloccate e rappresentava un’anomalia tutta italiana. Cesa è segretario politico nazionale di un partito. Vale la pena ricordare che la Costituzione prevede che in caso di formazione del Governo, quello nazionale, il Presidente della Repubblica debba sentire il parere prima degli ex presidenti della repubblica e poi dei segretari di partito. Quindi Cesa nella penultima legislatura, dal 2018 al 2022, non fu eletto, ma rimase segretario nazionale dell’UDC e quindi da non eletto, da persona normale, partecipò a tutta la vita politica che un segretario nazionale di un partito politico deve fare. Ogni partito politico, come in ogni casa, è libero di eleggere/nominare chi ritiene opportuno, ma era stata sempre consuetudine eleggere parlamentari in carica anziché no, ma andiamo avanti.

A Campobasso, freschi della vittoria dello scudetto della serie D, cosa veramente piacevole per la città, è spuntata la voce, io non glielo ho sentito dire, che Lotito voglia, auspicasse, che il Campobasso arrivi in serie B. Senatore Lotito un attimo di pazienza. Ci sono voluti decenni per intitolare lo stadio al compianto Antonio Molinari, vero artefice della migliore e mirabolante stagione rossoblù, non possiamo vivere a Campobasso troppe emozioni nello stesso anno. Oh, ovviamente, Campobasso in serie B solo in caso di vittoria del candidato di centrodestra Aldo De Benedittis. Dovesse vincere la Forte Campobasso in serie “gn” per giusta condanna contro gli eretici della politica. Poi, in quanto a filiera, ci sono anche importanti eletti, per numero di preferenze riportate, che hanno fatto una propria filiera istituzionale nel corso degli anni. Qualcuno dovrebbe ricordare agli elettori che tra gli eletti di centrodestra ci sono ben 9 persone che hanno sostenuto governi di centrosinistra: Giovanni Varrà eletto alla provincia con i DS, presidente D’Ascanio, Giovanni di Giorgio, Margherita e altro, Francesco Sanginario popolari, Gianluca Maroncelli popolari, Pietro Montanaro popolari, Salvatore Colagiovanni socialisti con Di Fabio, e popolari con Battista, Alessandro Pascale Margherita, Alberto Tramontano eletto la prima volta con i DS, e, per finire, per la proprietà transitiva, la Signora de Lucia moglie di Massimo Sabusco che è stato assessore al bilancio con Battista. E chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.

Mi sembra che di argomenti ce ne siano pochi ed anche confusi per l’autonomia differenziata, magari molti e molto accidentati nei curriculum degli eletti di centrodestra al Comune di Campobasso. La Forte cosa sta facendo? Sta portando avanti il suo programma elettorale e si vedrà come attuarlo una volta vinte le elezioni. Per adesso andiamo avanti ripensando a tutta la storia politica molisana. Credo sia il caso di chiudere con un “amarcord” della politica riguardo la “filiera istituzionale”: in Parlamento si sta discutendo dell’autonomia differenziata, una vera mazzata al sud ed alle regioni più piccole/povere, in pratica stanno vedendo come fare affinché ogni regione possa andare avanti solo con le proprie forze/risorse. Ovviamente il Molise da questa situazione ne esce bistrattato e malconcio, ma giusto per mettere una ciliegina a questa torta di leghista preparazione giova ricordare che uno dei relatori in Senato della legge sull’autonomia differenziata è stato il senatore Della Porta, molisano eletto in Molise. Beh se questa è la filiera istituzionale che vogliono portare avanti i politici del centrodestra molisano, non ci resta che piangere. E senza virgolette perché non parlo del bellissimo film di Massimo Troisi e Roberto Benigni. Allo stato delle cose, sempre più pronto a non stare zitto, vi saluto con affetto e stima e quindi: statevi arrivederci.

Franco di Biase

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