Venafro

Al Santissimo Rosario si liberano i locali del laboratorio analisi: presto i lavori di ristrutturazione finanziati con il Pnrr

Saranno smontate e risistemate le apparecchiature riutilizzabili in altri ospedali della regione. L’Asrem continua la caccia ai camici bianchi: 83 domande per il concorso per sei contratti a tempo intederminato per epidemiologi.

Pnrr, missione Salute: qualcosa si muove a Venafro, in quello che fu l’ospedale Santissimo Rosario. Saranno liberati a stretto giro i locali che hanno ospitato il laboratorio analisi per permettere l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione finanziati dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La richiesta urgente era arrivata proprio dall’Asrem: quei locali dovevano essere sgomberati da apparecchiature e arredi. E così saranno smontate tutte le apparecchiature e i banconi presenti, saranno sistemate le apparecchiature riutililzzabili per poi essere ‘trasferite’ in altre strutture dell’azienda sanitaria regionale. Ovviamente, poi, i locali dovranno essere ripuliti dai rifiuti che saranno smaltiti.

Un lavoro da quasi 34mila euro che è stato affidato alla ditta Biomedical International, aggiudicataria del servizio a seguito dell’offerta (l’unica) pervenuta a metà aprile sul portale Mepa.

Gli interventi previsti in provincia di Isernia, resi possibili dai fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e finiti nella proposta di Bilancio economico di previsione per l’esercizio 2024, pubblicata a metà dicembre scorso con deliberazione del dg Di Santo, riguardano le Casa della Comunità e presa in carico della persona del capoluogo pentro, Venafro, Frosolone e Agnone. E, a Venafro, riguardano anche l’Ospedale di Comunità Santissimo Rosario, per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture, e la centrale operativa territoriale.
Relativamente all’Ospedale di Comunità di Venafro, finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza Missione 6, gli investimenti per il 2024 ammontano ad un milione e mezzo circa di euro (dotazione utilizzabile per il primo anno), 750mila per la seconda annualità, un milione circa per la terza per una dotazione complessiva di circa 3 milioni 310mila.
Stessa annualità per l’avvio delle procedure di affidamento per la centrale operativa territoriale dell’Ospedale di comunità Santissimo Rosario: 86mila 733 euro circa i fondi disponibili nel primo anno, 40mila nel secondo, 60mila 240 nel terzo per un importo complessivo di 186mila 973 euro circa. Sempre 2024 per le procedure di affidamento per la Casa della Comunità di Venafro: 483mila euro circa per la prima annualità, 235mila per la seconda, 349mila per la terza per un importo complessivo dell’opera che supererà il milione di euro.

Per quanto riguarda la Casa della Comunità di largo Cappuccini a Isernia, secondo la tabella di marcia del Pnrr per il 2024 ammonta a 536mila 750 euro la somma che sarà impiegata nella prima annualità, 255mila nella seconda e 395mila nella terza per un importo complessivo di un milione 186mila 802 euro.

La Casa della Comunità di Frosolone sarà realizzata in località Sant’Anna: 463mila 917 euro la somma che sarà impiegata nella prima annualità, 226mila nella seconda, 340mila nella terza per un importo complessivo di un milione circa di euro.

Importo totale dei lavori che consentiranno l’attivazione della Casa della Comunità di Agnone è di un milione 85mila euro circa: 464mila 217 euro saranno impegnati nel primo anno, 229mila nel secondo e 391mila circa per il terzo.

In ballo, ma non grazie ai fondi del Pnrr, c’è anche il nuovo ospedale di Isernia: il commissario ad acta ha ribadito ad inizio gennaio la sua centralità. Una priorità del sistema sanitario molisano perché la struttura esistente, il Ferdinando Veneziale, costruita negli anni Settanta e terminata un decennio dopo, non garantisce possibilità di adeguamenti per l’accreditamento istituzionale e per il rispetto delle norme di protezione e sicurezza e anche in base alle vigenti norme in materia di costruzioni in area sismica.
Per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Isernia, il cui costo complessivo è stato stimato in poco più di 100 milioni di euro, sono state individuate le coperture finanziarie che sono ‘dedicate’ esclusivamente alla sua costruzione: oltre 46 milioni di euro dal fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese”; oltre 53milioni arrivano dai Programmi di Investimenti previsti dall’ex art.20 legge 67/88. Di questi, oltre 51milioni a carico dello Stato (delibera Cipe 52 del 1998) e oltre 2 milioni e mezzo a carico della Regione Molise.
Individuata – ai tempi della legislatura Toma quando l’argomento ‘nuovo ospedale’ fece la sua prima apparizione – anche l’area dove sarà realizzato. Tra le opzioni a messe sul tavolo dal Comune di Isernia (al quale il commissario ad acta/presidente di Regione Donato Toma chiese indicazioni) è stata individuata la zona di San Vito, a ridosso della Statale 85, come l’area più adatta perché strategica anche sotto il profilo della presenza di infrastrutture stradali e di collegamento anche con il Lazio e la Campania.

Il rischio, paventato nel tempo, è quello che ci sarà un ospedale moderno e sicuro, certo, ma senza medici vista la carenza di camici bianchi alla quale, però, la governance dell’azienda sanitaria regionale ha deciso – fin dal suo insediamento in via Petrella a Campobasso – di dare una decisa scossa.

E, per rimanere in tema, se per fronteggiare la carenza di medici urologi l’Asrem ha emanato un nuovo avviso (come riportato ieri), il concorso destinato all’assunzione a tempo indeterminato di sei professionisti dell’ambito dell’epidemiologia, igiene e sanità pubblica si annuncia affollato. Hanno risposto in 83. Quattro in possesso della specializzazione richiesta, gli altri 79 ancora specializzandi.
Tutti ammessi a partecipare, avranno però due graduatorie separate.

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