Si era già pronunciato il Tar: la scuola di Ripalimosani non si tocca. Decisione arrivata dopo il ricorso del Comune di Ripalimosani ed altri sindaci a seguito dell’iter seguito dal consiglio regionale il 4 gennaio scorso in merito al dimensionamento scolastico.
La sentenza del Tar, malaccetta da Ministero dell’Istruzione, Ufficio scolastico regionale e Regione Molise è stata successivamente impugnata davanti al Consiglio di Stato. Al quale, l’avvocatura generale dello Stato aveva anche chiesto di sospendere (in attesa del merito) il verdetto del tribunale amministrativo regionale.
Bene. Il Consiglio di Stato si è pronunciato. Non lo ha fatto nel merito del problema (sul quale discuterà con un’udienza che si terrà probabilmente entro l’autunno prossimo) ma lo ha fatto in merito alla richiesta di sospensiva che è stata rigettata.
“Non esiste alcun pregiudizio irreparabile connesso al mantenimento dell’autonomia scolastica per l’istituto Dante Alighieri di Ripalimosani” scrivono i giudici. E scrivono anche che non si comprende in che modo la mancata sospensione della sentenza emessa dal Tar del Molise “si riverbererebbe in modo negativo sulle operazioni di formazione delle classi e di mobilità del personale”. All’osso: niente sospensiva e condanna al pagamento delle spese legali.
Non solo la sentenza del Tar dovrà essere rispettata, ma visto che l’avvocato Pino Ruta (per Ripalimosani ed altri sindaci) aveva chiesto il giudizio in ottemperanza (a garanzia del rispetto del verdetto) nei prossimi giorni il Tar delibererà su come procedere nel piano di dimensionamento nel pieno rispetto del verdetto.
Quindi saranno i giudici amministrativi se sarà il caso di nominare un commissario, o deciderà di sua sponte se chiudere una scuola piuttosto che un’altra, se procedere da ex novo…
Soddisfatto il sindaco di Ripalimosani, Marco Giampaolo: “Ha vinto la giustizia – ha detto – Il solo fatto che il Consiglio di Stato non abbia concesso la sospensiva testimonia che probabilmente urge ricostruire quello che altri con un colpo di spugna hanno distrutto. Lo devono riassemblare. C’è un rammarico che riguarda la mancata volontà di voler rispettare una sentenza chiara alla quale però non si è voluto dare un seguito e onestamente, a tutt’oggi, non ne capisco il perché. Tutto questo dispiace perché i torti subiti la comunità non li dimentica”.
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