Venafro

Pascolo abusivo nel Parco dell’Olivo: dopo 7 anni, 10 segnalazioni e 57 multe la mandria continua a mettere in pericolo alberi e sicurezza

Il Consiglio Direttivo del Parco Regionale Storico dell'Olivo di Venafro, nella provincia di Isernia, denuncia il persistente pascolo bovino abusivo all'interno dell'area vincolata. I proprietari di una mandria di bovini continuano a praticare il pascolo notturno tra gli oliveti del Campaglione, mettendo a rischio non solo l'ambiente protetto, ma anche la sicurezza stradale. Nonostante le denunce e le azioni intraprese, il fenomeno persiste, sollevando preoccupazioni per l'incolumità degli animali e dei cittadini. L'Ente Parco e i proprietari terrieri chiedono interventi urgenti per porre fine a questa situazione critica.

Il Parco Regionale Storico dell’Olivo di Venafro, un’oasi di biodiversità e patrimonio storico nella provincia di Isernia, è al centro di una controversia che minaccia la sua integrità e la sicurezza della comunità circostante. Il Consiglio Direttivo del Parco ha lanciato un allarme riguardante il persistente pascolo bovino abusivo all’interno dell’area vincolata, tornando a segnare una mandria di proprietà di un’azienda nel comune di Conca Casale, i cui allevatori sono già sati identificati dalla Forestale di Venafro, che continua a pascolare di notte tra gli Oliveti del Campaglione, peraltro senza custodia e con grossi pericoli per la circolazione stradale visto che gli animali vengono segnalati perfino sulla Statale 85 Venafrana.

“Non demordono i proprietari di una mandria di bovini con Azienza nel Comune di Conca Casale, identificati dalla Stazione Carabinieri Forestale di Venafro, nel loro persistente intento criminoso, atto al pascolo abusivo nel Comune di Venafro e in particolare nel Parco Regionale dell’Olivo di Venafro”.

Le autorità competenti, inclusa la Forestale di Venafro e la Stazione Carabinieri Forestale, hanno identificato ripetutamente i responsabili di questa attività illegale. Tuttavia, nonostante le numerose segnalazioni e denunce presentate dall’Ente Parco e dai proprietari terrieri, il fenomeno persiste senza che siano adottati provvedimenti efficaci.

“La situazione è diventata insostenibile”, afferma l’Ente Parco. “Non solo si registrano danni all’ambiente protetto e alle piante di olivo, ma vi è anche un grave rischio per la sicurezza stradale, con gli animali segnalati persino sulla Statale 85 Venafrana.”

Le autorità hanno documentato un elenco impressionante di violazioni commesse dai responsabili del pascolo abusivo, che includono danneggiamento di terreni, abbandono di animali, maltrattamento degli stessi, e distruzione del patrimonio archeologico e storico. Nonostante ciò, il sequestro della mandria non è ancora avvenuto, alimentando la frustrazione e l’indignazione tra i proprietari dei terreni che rientrano nel Parco storico.

Per fronteggiare questa emergenza, l’Ente Parco ha incaricato un avvocato di intraprendere azioni legali per porre fine a questa pratica illegale. Questo visto che le iniziative intraprese fino ad oggi non hanno sortito gli effetti sperati.

“Dal 2017 ad oggi risultano elevate 10 comunicazioni “Notizia di Reato” per invasione di terreni, danneggiamento, introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo, deturpamento e imbrattamento di cose altrui, maltrattamento di animali, abbandono di animali, danneggiamento al patrimonio archeologico e storico, Distruzione di habitat all’interno di un sito protetto, Distruzione o deturpamento di bellezze naturali.  Ancora risultano elevate a carico di tali allevatori ben 57 sanzioni amministrative – scrive il consiglio direttivo del Parco – Una situazione assurda che dopo 7 anni non ha prodotto alcun sequestro della mandria, obbiettivo primario da perseguire, per il quale l’Ente Parco ha recentemente incaricato l’Avvocato Gianluca Giammatteo”.

Neanche le segnalazioni sul pascolo notturno con evidente nocumento al benessere degli animali hanno sortito le conseguenze sperate presso gli organi preposti. “Il fenomeno ha raggiunto limiti non più sostenibili mettendo a repentaglio i provvedimenti regionali istitutivi del Parco (L.R. n. 30/2008), la persistenza dell’area nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici (decreto n. 6419 del 20.02.2018 del Ministro delle PAAFT), stante i danni arrecati ai terrazzamenti, la candidabilità dell’area al programma GIAHS della FAO, la fruizione del Parco e la produzione di olio (stante i danni arrecati alle piante). Il fenomeno ha assunto tale gravità da ingenerare allarme sociale per l’arroganza con la quale viene condotto il pascolo, in maniera soverchiante nei confronti delle legittime rimostranze da parte degli olivicoltori e dei preposti alla tutela del territorio”.

Una recente riunione con il Parco con proprietari terrieri e il Comitato tecnico scientifico dell’Ente, si è conclusa con la sottoscrizione di una richiesta al Prefetto di Isernia di voler convocare sull’argomento un nuovo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza al fine di concertare con gli Enti e Corpi di Polizia del territorio ogni utile iniziativa finalizzata a debellare il fenomeno in maniera definitiva con il sequestro della mandria e con il fine, non ultimo, di prevenire gravi incidenti stradali dovuti al pascolo incustodito nei pressi delle arterie stradali. La richiesta è sottoscritta anche dai proprietari e conduttori dei fondi nel Parco dell’olivo.

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