In casa rossoblu

Lupi in palla e il sogno tricolore, Rizzetta: “Ci stiamo pensando…”

Il presidente rossoblù felice dopo la vittoria del Campobasso sulla Pianese. Stuzzica tutto l’ambiente l’dea di provare a giocarsi anche lo scudetto nazionale. Tanta gloria e un bel colpo per il merchandising… capitolo quote societarie e questioni tecnico giuridiche, all’orizzonte la separazione dall’Ascoli

“Dispiace tantissimo per i nostri amici ascolani. Ma presto tornerete dove meritate”. Sono dichiarazioni limpide quelle che il presidente del Campobasso Matt Rizzetta ha rilasciato all’indomani della retrocessione dell’Ascoli in serie C. Limpide come la sua genuina voglia di dare un contributo concreto alla causa del club marchigiano di cui detiene al momento il 19 per cento. Ma limpide anche perché in quel ‘tornerete’ e non ‘torneremo’ c’è già la scontata decisione di cedere la quota azionaria, cosa che, per evitare possibili contrasti con la sua gestione campobassana, sarebbe avvenuta anche nel caso in cui l’Ascoli fosse rimasto tra i cadetti.

Si sta per chiudere dunque l’esperienza della North Sixth Soccer Holdings al servizio del ‘Picchio’. Tempi e modi della cessione non sono ad oggi noti. Ci sono aspetti tecnici e giuridici che vanno oltre le questioni calcistiche e che sarà il presidente a definire al momento opportuno.

Rizzetta era entrato nell’orbita bianconera nel settembre 2021 rilevando il 31 per cento con l’opzione per la scalata fino al 51% poi non concretizzatasi. L’operazione era avvenuta dopo la rottura con l’ex presidente dei lupi Mario Gesué. In quel momento l’imprenditore americano deteneva il 15 per cento della proprietà del Campobasso (era entrato nel dicembre 2020) e si dichiarava a più riprese pronto a trattare con Gesué per assicurarsi il pacchetto di maggioranza.

Non se ne fece nulla, perché Gesué non volle minimamente aprire alla trattativa e perché tra i due si stava già profilando una insanabile rottura dovuta anche ai dubbi espressi da Rizzetta sui bilanci societari. Da quei giorni il socio americano apriva alla possibilità di investire altrove, per approdare infine alla corte di Massimo Pulcinelli, patron della Bricofer, proprietario dell’Ascoli, con il quale si instaurava subito un rapporto di fiducia reciproca e proficuo lavoro. A fine giugno 2022 la holding statunitense North Sixth Group stipulava un accordo con l’Ascoli per una sponsorizzazione della durata di tre anni. La North Sixth Group diventava così sponsor ufficiale del club bianconero sino alla stagione sportiva 2024/2025 e conservava una partecipazione di quote societarie pari al 19%, avendo ceduto il 12% alla società del Gruppo Bricofer.

Il resto è storia oggi con Rizzetta che rientra da salvatore della patria a Campobasso e pone le basi per il trionfale – e clamoroso per tempi e modalità – ritorno tra i professionisti. Contemporaneamente, l’Ascoli comincia a perdere colpi in serie B, fino alla retrocessione in Lega pro arrivata due giorni fa nonostante la vittoria sul Pisa. Un ko che ha scatenato la rabbia di alcuni tifosi dell’Ascoli. Lanciati per strada bombe carta, fumogeni e bottiglie: squadre rimaste a lungo negli spogliatoi.

Il business italiano di Rizzetta proseguirà a quanto pare solo a Campobasso, un bene, probabilmente, visto che il patron potrà concentrarsi su un unico obiettivo: rafforzare la compagine societaria e la posizione del lupo in serie C, con prospettive dichiaratamente ambizione.

Tra tali ambiziosi rientra già il sogno tricolore che la società vuole coltivare senza stress dopo aver centrato il massimo obiettivo possibile.

Già, perché la vittoria di ieri a Piancastagnaio ha certificato che i lupi sono ancora in palla. La prospettiva di giocarsi la gara di domenica prossima al Molinari, contro il Carpi, sapendo di poter conquistare la semifinale scudetto con un risultato positivo, è parecchio allettante. Anche perché il lupo ostenta una invidiabile condizione fisica (ricordiamoci le vittorie di San Benedetto e Chieti).

Cosa ci guadagnano i lupi? Sul piano sportivo c’è un titolo nazionale in palio e la conseguente bella lucidata del blasone della società, con una decorazione mica male da aggiungere. In secondo luogo, lo stemma tricolore, ovvero lo scudetto nazionale, sarebbe un bel colpo sul piano del merchandising, perché una maglia con lo scudo tricolore cucito al centro petto, tra lo sponsor e il logo societario, non è da ‘semplice’ edizione limitata, ma proprio da cimelio storico da incorniciare sulla parete del soggiorno. E lui, il presidente venuto da New York, che dice in proposito? Ci crede? “Sono felicissimo per la bella vittoria con la Pianese – ci ha appena risposto via whatsapp – Lo scudetto sulla maglia? Beh, perché non ammettere che ci stiamo pensando?”.

Il 41enne Matt non mette limiti alla provvidenza che in questo caso vuol dire denaro che può arrivare dalla vendita di centinaia di magliette. E poi pensare di aver battuto la concorrenza di ben 166 squadre (tante sono quelle della serie D) non sarebbe male come biglietto da esibire al primo giorno di scuola tra i professionisti. O no?

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