Ipotesi spending review

Più tagli ai Comuni virtuosi col Pnrr, l’ex sindaco Gravina: “Campobasso ha progetti per 52 milioni di euro che ora sono a rischio”

Dal Terminal a Villa De Capoa, tanti i progetti candidati e finanziati col Pnrr dall'Amministrazione 5 Stelle che potrebbero subire pesati conseguenze se nei prossimi anni gli enti locali saranno costretti a risparmiare. L'ex sindaco Gravina critica duramente la bozza di decreto che vorrebbe applicare la spending review 'tenuto conto' dei finanziamenti europei ottenuti. "Un colpo basso ai Comuni che invece di essere premiati per la loro capacità di attrarre risorse vengono penalizzati"

I Comuni che alla fine del 2023 hanno più progetti del Pnrr finanziati potrebbero essere penalizzati dal governo nazionale intenzionato a tagliare loro maggiori  risorse per la spending review: l’ipotesi del Ministero di Economia  e Finanza dovrebbe abbattersi su Province, Città metropolitane e, si diceva, sui Comuni così come già stabilito nell’ultima manovra in cui si parla dei tagli alla spesa a partire dal 2024 quando saranno ‘segati’ 250 milioni di euro agli enti locali per un totale di 1,25 miliardi da qui al 2028.

Insomma, una brutta spada pende sul capo degli enti locali. Ora pare di capire anche in che modo cadrà.

E’ bastato questo a scatenare la bufera dei sindaci che attraverso l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani presieduta da Antonio Decaro, hanno lanciato un inquietante allarme per il futuro: non ci saranno soldi per poter gestire le opere pubbliche che sono in corso di realizzazione. E questo contraddice spirito e finalità del Piano di ripresa e resilienza che fu lanciato nel 2021 per dare una spinta all’economia dopo la pandemia da Covid 19.

La polemica in questi giorni è anche politica: l’avvio della spending review arriva a pochi giorni dalle elezioni Europee ma, in questo caso, soprattutto Amministrative. Ed è chiaro che dal governo Meloni sono ben consapevoli che non è conveniente farsi nemici, a meno di due settimane dal voto, i prossimi sindaci.

L’ex primo cittadino di Campobasso Roberto Gravina, anche in qualità di coordinatore degli enti locali del Movimento 5 Stelle, ha duramente criticato la bozza di decreto ministeriale del Mef e del ministro Giorgetti definendolo “un colpo basso ai Comuni che invece di essere premiati per la loro capacità di attrarre fondi Pnrr vengono penalizzati”.

Gravina parla a ragion veduta essendo stato proprio lui il sindaco della pandemia nella principale città molisana e anche quello della ripresa e resilienza. Durante la legislatura 5 Stelle – vale la pena ricordarlo – sono stati candidati progetti Pnrr per circa 50 milioni di euro. Dal Terminal a Villa De Capoa, da alcuni finanziamenti sulle scuole (D’Ovidio e Montini) alla piscina comunale, dalla sala Alphaville alla Collina Monforte passando per frane (come quella di contrada Macchie) e case comunali. Insomma, se ora si chiederà a Municipi come Campobasso di fare sacrifici non è escluso che questo sforzo per reperire risorse tanto importanti venga compromesso.

“Leggiamo con stupore – ha detto Gravina – che nella bozza del decreto attuativo preparata dal Mef i tagli maggiori al Pnrr saranno effettuati proprio in proporzione ai fondi ottenuti, mortificando non soltanto gli enti locali ma penalizzando quelli più virtuosi.

Tale decreto attua, in maniera distorta, una norma della manovra di bilancio (comma 533 della legge 213 del 2023) che chiede di assegnare i tagli ‘tenuto conto’ dei fondi Pnrr ricevuti da ogni ente. Una formulazione che doveva essere una sorta di salvaguardia degli investimenti del Pnrr , ma che in realtà si rivela essere il suo contrario, penalizzando i Comuni, soprattutto quelli che hanno ricevuto maggiori finanziamenti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Non bastava, quindi, il progetto dell’autonomia differenziata, peraltro aggravato dai tagli avvenuti a gennaio sul fondo perequativo che dai 4,4 miliardi previsti è stato ridotto a 800 milioni, ed i tagli avviati sull’edilizia sanitaria. Questa bozza di decreto ministeriale è un colpo basso ai Comuni, che invece di essere premiati per la loro capacità di attrarre fondi Pnrr , vengono penalizzati. È inaccettabile che i Comuni più virtuosi e capaci di progettare e realizzare investimenti strategici vengano ora puniti con ulteriori tagli. Questo decreto mina la fiducia degli enti locali nel governo e ostacola la programmazione e lo sviluppo territoriale”, ha dichiarato Gravina.

“Chi ha guidato o guida un Comune sa bene che i fondi non sono stati assegnati per magia ma solo grazie al lavoro straordinario degli uffici, che stressati dagli indirizzi politici dei sindaci, sono riusciti ad intercettare le opportunità del Pnrr in mezzo alle difficoltà della pandemia (e dello smart working) e del rincaro dei prezzi derivanti dal conflitto in Ucraina. Campobasso, solo per fare un esempio a me vicino, ha avuto la capacità di attirare circa 52 milioni di euro di finanziamento con il Pnrr e ora è tutta da capire quale sarebbe la percentuale reale della quale potrebbe essere costretto a fare a meno.

In piena campagna elettorale per le Europee, il Governo Meloni mostra una preoccupante ambiguità. È evidente che la mano destra non sa cosa fa la sinistra, continua Gravina. Mentre il ministro Fitto, responsabile del Pnrr, e il leader della Lega Salvini si affrettano a minimizzare l’attuazione di questa norma prevista da Giorgetti, anch’egli fra l’altro esponente di spicco del Carroccio, dall’altra parte il Mef resta in silenzio e procede imperterrito su questa strada. Questa instabilità e indecisione non consentono uno sviluppo e una programmazione adeguata per i Comuni e per gli enti locali. Si tratta di un comportamento irresponsabile che danneggia la coesione territoriale e la fiducia nelle istituzioni. Aspettiamo che il ministro Fitto smentisca questa volta con i fatti il collega dell’Economia e rispetti le ragioni dei Comuni, sempre penalizzati quando si tratta di raggranellare risorse per accontentare i desiderata di alleati più attenti alla performance elettorale che ad altro”.

Roberto Gravina chiede al Governo Meloni di fare chiarezza immediata e di ritirare questa bozza di decreto che, se approvata, avrà conseguenze disastrose per gli enti locali e per l’intero Paese.

 

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