Poggio sannita

Sul nuovo monumento ai caduti anche “camicia nera”. Comitato civico: “Vergogna, il fascismo è una disgrazia”. Il sindaco: “Il Comune non c’entra”

Insorge il comitato "Il cittadino c'è" che attacca sindaco e Prefetto e avverte l'Anpi. "Commessa un'azione ignobile e vergognosa nei confronti dei soldati poggesi". Ma il primo cittadino Pino Orlando frena: "Polemica strumentale, l'Amministrazione non c'entra perchè il monumento è stato realizzato dagli Artiglieri".

La comunità di Poggio Sannita, l’antica Caccavone, 500 anime in provincia di Isernia, si trova nuovamente investita dalla polemica per il soldato deceduto nella prima guerra mondiale che ha la qualifica di ‘Camicia nera’. E’ con questa definizione che a 4 anni dalla precedente bufera scoppiata nel paesino per la targa commemorativa (poi rimossa, ma non per ragioni politiche) torna di prepotenza il tema, e peraltro nella settimana delle celebrazioni del 25 aprile.

La polemica è nata a seguito della presenza del nome di un giovane deceduto nella prima guerra mondiale, preceduto dalla dicitura “c. nera”, presumibilmente riferita alla camicia nera, simbolo del fascismo. Il comitato civico ‘Il cittadino c’è’ ha espresso forte dissenso, senza girarci attorno. “Una vergogna, un’offesa alla memoria di coloro che hanno dato la propria vita per la libertà”.

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) sede di Isernia si sta interessando alla questione, e sarebbe imminente una denuncia pubblica. Il sindaco di Poggio Sannita, Pino Orlando, frena: “Il Comune non è coinvolto, poiché il monumento è stato realizzato dall’Associazione Artiglieri d’Italia che si è occupata non solo delle spese ma anche della progettazione, e che ha basato i nomi incisi sul monumento su documentazione fornita dal Ministero della Difesa, che avrebbe qualificato alcuni militari defunti come “camicie nere”, riferendosi al grado militare dell’epoca”.

Poggio sannita monumento caduti

Tutto regolare? Non proprio, visto che a Poggio Sannita la stessa cosa era successa già nel 2020, per la targa commemorativa che recava lo stesso elenco di nominativi di soldati deceduti tra cui uno identificato con “C. nera” finita nel mirino dell’Anpi Molise. La targa era stata poi rimossa, ma oggi il sindaco spiega che “non è stato per ragioni politiche, è perché si trovava su un momento storico che peraltro deve essere restaurato. La questione era stata stabilita dalla Sovrintendenza”.

Fatto sta che il nome è ricomparso, tale e quale, sulla stele in korten realizzata al centro del piazzale dove figura la rotatoria, all’ingresso di Poggio Sannita. Inaugurato sabato scorso. A fare scalpore è l’incisione tra i nomi dei soldati caduti nella seconda guerra mondiale di un giovane il cui nome è preceduto da “camicia nera”.

Poggio sannita monumento caduti

“Esprimere un encomio per un caduto con qualifica di “CAMICIA NERA” su una stele esposta al pubblico in un luogo importante e altamente simbolico come appunto il monumento ai caduti è un oltraggio e un’offesa a chi ha dato la propria vita a difesa della libertà, quella stessa libertà di cui oggi tutti noi beneficiano. E’ un fatto grave e al limite dell’indicibile: sia il sindaco di Poggio Sannita che il prefetto di Isernia hanno candidamente assistito, senza battere ciglio, alla cerimonia e sono rimasti indifferenti al loro posto incuranti della gravità della questione. Andrebbe ricordato loro con grande chiarezza e disegno di verità che la camicia nera è stata la divisa del fascismo e che il fascismo rimane la più grande disgrazia capitata al nostro Paese” dichiara Orazio La Rocca del comitato ‘Il cittadino c’è’.

“Encomio? – ribatte il sindaco – Non è vero, nessun encomio. Solo un nome tra tanti, che non abbiamo certo deciso noi. Il Comune – spiega Pino Orlando – non c’entra nulla perché il monumento è stato realizzato dall’Associazione Artiglieri d’Italia, che si è fatto carico delle spese, oltre che della progettazione, e i nomi incisi derivano da precisa documentazione fornita dal Ministero della Difesa che evidentemente ha qualificato alcuni militari morti con ‘camicia nera’ intendendo il grado militare dell’epoca”.

Il comitato incalza: “Lo Stato repubblicano è democratico e antifascista e questo consegna agli amministratori l’impegno ad onorare le norme e a rilanciare l’azione amministrativa in un’ottica inclusiva e democratica e al contempo impegna tutte le diramazioni periferiche dello Stato a rispettare e a fare rispettare la Costituzione”. E ancora: “Probabilmente tutto questo sfugge sia al nostro sindaco con tutta l’amministrazione comunale e sia al Prefetto che si sono resi protagonisti di un’azione ignobile e vergognosa nei confronti dei soldati poggesi caduti nel corso della seconda guerra mondiale, oltraggiandone la memoria”.

“Mi sembra una follia – controreplica il sindaco – ma di quale azione ignobile si sta parlando? Noi abbiamo inaugurato il piazzale e la rotonda ma il monumento è stato realizzato dagli Artiglieri sulla base di documentazione storica fornita dal ministero. A me questa denuncia pubblica sembra strumentale, solo una speculazione”.

Il monumento ha quattro lati: su tre ci sono i nomi dei caduti poggesi in entrambe le guerre mondiali, sull’altra c’è una frase di Papa Francesco contro la guerra (“é una follia”) e il nome del cittadino di Poggio Sannita insignito della medaglia d’argento al valore militare: l’artigliere Umberto Antinucci. Che, almeno lui ed è bene precisarlo, non è camicia nera.

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