Fra leggenda e tradizione

San Giorgio a Mirabello: la processione, i fuochi e la “pigna” benedetta fatta dai bambini

Le iniziative adi opera delle associazioni “Fratres” e “l’Isola che non c’era”. E quest'anno hanno promosso la distribuzione del leggendario biscotto per richiamare una simpatica tradizione

La tradizione che lega il santo alla comunità mirabellese risale a molti secoli addietro, quando gli abitanti del piccolo centro poco distante da Campobasso, furono costretti a difendere più volte il proprio territorio dalle varie incursioni dei saraceni. Durante una di queste battaglie, la popolazione notò un cavaliere coraggioso su un cavallo bianco che fece gridare al miracolo, quando egli trasformò i vigneti della zona in un esercito di valorosi soldati, che mise in fuga gli avversari. Da allora la collina prese il suo nome San Giorgio ed oggi la devozione presso il Santo Martire è più viva che nel passato.

L’evento così straordinario meraviglio tanto i mirabellesi che vollero collocare la statua di San Giorgio mentre si appresta ad uccidere il drago, all’interno della chiesa a lui dedicata sul colle dell’apparizione.

San Giorgio Mirabello

Da allora in avanti, ogni volta che i fedeli hanno provato a spostare la statua dalla chiesa, sono andati incontro a sventure come fulmini, tempeste ed incendi e per questo ancora oggi, durante la festa patronale viene lasciata nella sua nicchia e viene portata in processione lungo la stradina alberata della contrada, solo il braccio del Santo, parte del corpo che simboleggia la vittoria sul drago, la vittoria del bene sul male.  Il drago rappresenta l’uomo violento, brutale, la persona egoista, indifferente verso il prossimo. Perché una persona è adorata fino all’inverosimile? Cosa spinge un popolo ad amare una persona che non abbiamo mai visto? La devozione verso il santo guerriero ha innestato nel cuore dei mirabellesi munificenza ed altruismo. Mirabello, paese piccolo, ma grande per generosità! Ci sono alcune associazioni dedite ad aiutare il prossimo. Da cinque lustri operano a Mirabello l’Associazione “Fratres”, fratelli e “l’Isola che non c’era” che hanno realizzato negli anni decine e decine di iniziative e anche quest’anno in occasione della festa di San Giorgio, hanno promosso la distribuzione della “pigna” per richiamare una simpatica tradizione, quando un tempo, il 23 aprile bimbi e ragazzi su ricavano sulla collina di San Giorgio e vi restavano l’intera giornata, degustando la pigna benedetta durante la cerimonia religiosa. Questo grosso biscotto che richiede tanto tempo per la preparazione è stato realizzato dalle sapienti mani dei volontari delle due associazioni coinvolgendo i bambini alla materiale composizione della “pigna” costituita da strisce sufficientemente lunghe avvolte attorno ad un rametto di salice, modellato a forma di cappio. All’incrocio del nodo del cappio, si pone un uovo sodo, simbolo di prosperità e benessere, che legato con un sottile strato di pasta. Il biscotto viene indorato con il tuorlo dell’uovo e guarnito di confettini colorati, assumendo una forma leggiadra e desiderabile.

Il giorno 16 e 22 aprile, l’automobilista che da Campobasso scende verso Mirabello resta sorpreso nel vedere decine e decine di fuochi nelle campagne e nel paese. A guardare da lontano i falò, qualcuno potrebbe spaventarsi e pensare che il paese vada a fuoco. Nessun problema! Il territorio si infiamma con le “laure”, montagnette di sterpi e piccoli tronchi, accese dalle varie famiglie e da diversi gruppi e quartieri del paese. Passeggiando per le vie, si viene riscaldati dal fuoco ma anche dal calore della gente, pronta ad offrire da mangiare. Quanta generosità delle persone,  pronte ad accogliere anche i numerosi visitatori. Che spettacolo suggestivo! L’origine dei fuochi si ricollega proprio all’apparizione di San Giorgio e alla tradizione che nella sua semplicità rende il panorama favoloso creando un’atmosfera e riscaldando anche di più i cuori.

Giuseppe Lembo

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