Qui centrosinistra

MariaLuisa Forte: marito, carriera, passioni della candidata sindaca: “Non ho tessere di partito e non ne voglio. Il mio avversario? De Benedittis”

Intervista all'aspirante sindaca di Campobasso per il campo progressista che proviene dal mondo della scuola: "Sono un po' secchiona e sto studiando la macchina amministrativa e i progetti già avviati". Le priorità per il capoluogo? "Politiche sociali, giovani e centro storico"

Non sono trascorsi neppure due mesi da quel 2 marzo 2024 in cui MariaLuisa Forte, per tutti Luisa, ha fatto la sua prima uscita pubblica in Villa Musenga. Da quel momento la candidata sindaca del campo largo (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Socialisti e Movimento per l’equità territoriale) ha cercato di recuperare il tempo perduto con lo spirito e lo slancio di chi sa di doversi far conoscere anche fuori dal proprio ambiente di lavoro. Che nel caso di specie era la scuola.

DIETRO UNA GRANDE DONNA…

Uscire da quella sfera professionale per rinascere politica è un processo a cui i partiti che la sostengono stanno certamente contribuendo. Ma forse quel percorso non andrebbe così spedito se Luisa Forte non avesse alle sue spalle un uomo “leale, sincero, gentile, buono e ironico” capace di sostenere le sue scelte, compresa questa, senza risparmiarle critiche e di cui lei si fida ciecamente “perché mi conosce bene e posso sempre contare su di lui”.

Quel qualcuno non è lo stratega del Pd Roberto Ruta, ma l’elegantissimo marito della Forte, il signor Maurizio Mastropietro, un funzionario Inps col quale lei stessa ha quella che definisce “una unione molto solida fondata su una bella intesa”.

Non ci sono figli nella coppia, ma una adorabile nipotina adolescente (la figlia del fratello dell’aspirante sindaca) “che come spesso accade coi ragazzi di quell’età ha bisogno della complicità e di qualche dritta della zia”.

GLI STUDI

Dopo il liceo Classico al Mario Pagano di Campobasso e la laurea in Lettere alla Sapienza di Roma Marialuisa Forte ha iniziato a insegnare e l’ha fatto per vent’anni. Poi ha superato il concorso da dirigente scolastico e, esperienza dopo esperienza, dopo tanti anni di lavoro nell’ambiente scolastico, ha imparato a gestire risorse umane e finanziare, a lavorare in squadra condividendo idee e progetti e a lavorare per obiettivi. Per sei anni è stata dirigente presso l’Ufficio scolastico provinciale di Campobasso e Isernia con compiti amministrativi e organizzativi (al momento sta smaltendo le ferie e tra qualche giorno sarà in aspettativa, ndr). “Insomma – dice – sono sempre stata al servizio dello Stato ed ora vorrei mettermi al servizio della città”.

INTERESSI 

Ha interessi prevalentemente di natura culturale: cinema, teatro, libri, concerti di musica classica, ma anche live dei cantanti pop. Frequenta una palestra e ama camminare a piedi: “Uso l’auto solo se è proprio necessario”. Nel suo tempo libero c’è il marito, le cene e i viaggi. Non disdegna un calice di vino.

L’INTERVISTA

Partiamo dal principio: il suo nome è stato frutto di un compromesso tra i principali ‘azionisti’ del campo largo (Pd e M5S) che a un certo punto della trattativa l’hanno candidata alzando bandiera bianca in nome dell’unità della coalizione. Non pensa che così facendo possano aver sciupato le migliori risorse interne ai rispettivi partiti già dotate di esperienza amministrativa e politica?

“La scelta di realizzare una grande coalizione progressista nasce dalla convinzione che sia molto utile fare un passo indietro per poi farne, insieme, dieci in avanti. Non si è trattato di sciupare le migliori risorse interne ai partiti perché la squadra che mi sostiene comprende tantissime persone con competenze amministrative, ci sono consiglieri e assessori attuali e provenienti da amministrazioni del passato, tante donne e uomini di grande esperienza politica e molte persone nuove. Tutti mi sostengono. E’ una grande squadra che si è unita ed ha deciso, attraverso un processo democratico condiviso, di starmi accanto. Tutti abbiamo, allo stesso tempo e in egual misura, concretezza, esperienza ma anche capacità di sognare”.

Lei proviene dal mondo della scuola: oltre a fare campagna elettorale ha già iniziato a studiare da sindaca?

“Ho iniziato a studiare da sindaca? Ebbene sì. Perché, lo ammetto, sono un po’ secchiona e quindi quando intraprendo un nuovo percorso, studio moltissimo. Per anni mi sono presa cura di tanti ragazzi ed ora vorrei prendermi cura della mia città, senza improvvisare. Per questo, sto affrontando e approfondendo tutte le questioni che riguardano la città di Campobasso. Sto analizzando tutti i settori e, anche se ancora non conosco bene la macchina amministrativa, sto studiando i vari progetti già messi a punto per capire come proseguire, come migliorarli e integrarli con delle nuove iniziative da mettere in atto nei prossimi cinque anni”.

Pino Ruta e Aldo De Benedittis: chi teme di più come avversario e per quale ragione?

“Tra i due avversari temo di più Aldo De Benedittis. Anche se non userei questo verbo. Io non temo nessuno. Semplicemente, riconosco in De Benedittis il  mio competitor. Il mio avversario. Rappresenta il campo avverso, la coalizione di centrodestra  che si contrappone a quella di centrosinistra e progressista che io rappresento. Due visioni politiche diverse. Quando si voterà per le amministrative di Campobasso si voterà anche per le Europee e i partiti che sostengono me, come quelli che sostengono De Benedittis, sono in corsa anche per un seggio a Strasburgo. Si tratta di una competizione tra due poli a livello locale e nazionale. Sono sicura che la nostra squadra può vincere perché ha tutti i requisiti”.

Premesso che tutti i candidati vorrebbero vincere al primo turno, si percepisce – più nel centrosinistra – quasi un desiderio di ballottaggio. Anche lei è tra quelli che pensano che un secondo turno aumenterà le di vittoria?

“Non posso prevedere cosa accadrà. Aspettiamo di conoscere la composizione delle liste, di scoprire la valenza dei vari candidati alla carica di consigliere. Sicuramente il ballottaggio ha sempre favorito il centrosinistra ma questo lo lasciamo decidere agli elettori. Sarebbe bello vincere al primo turno e poter festeggiare già il 10 giugno con i miei elettori per poi diventare sindaca di tutti”.

Lei ha tessere di partito? Se sì quale e da quanto tempo? Se no pensa di prenderne una e quale?

“Non ho tessere di partito e non ho intenzione di prenderne alcuna perché voglio continuare a interpretare l’unitarietà della coalizione. Rappresento, in egual misura, tutti. Tutti i candidati di tutte le liste che mi sosterranno e il fatto che io non possegga una tessera è una garanzia per tutti i partiti e le forze politiche che compongono la coalizione progressista”.

Sta incontrando tante persone in questo periodo: qual è la richiesta più frequente che le viene fatta?

Sto incontrando tante persone e questo è l’aspetto più bello di questa prima fase di campagna elettorale. Un aspetto importantissimo perché si tratta di  un’esperienza che mi sta arricchendo dal punto di vista umano e relazionale. Le richieste dei miei concittadini, a volte, sono richieste semplici, soprattutto sono richieste di attenzione per il quartiere, per le strade, per il centro e le periferie. Altre volte le richieste riguardano le categorie più fragili, i bambini, gli anziani o sono rivolte ai giovani. Dalle questioni più piccole ai temi più importanti, quello che rilevo è un forte desiderio di partecipazione. Le persone desiderano attenzione, vogliono essere informati e condividere le scelte con gli amministratori, quotidianamente”.

Tre priorità per Campobasso

“La mia principale preoccupazione è quella di non lasciare indietro nessuno. La città di Campobasso può crescere e svilupparsi solo se nessuno verrà lasciato solo. Quindi, prima di tutto, le politiche sociali. Tema che abbiamo già affrontato e approfondito in questi primi incontri con i cittadini illustrando le nostre proposte che prevedono il salario minimo garantito, la reintroduzione dei patti sociali, un numero di pronto intervento sociale e civile,  l’emporio solidale e altre misure di sostegno per contrastare la povertà.

Seconda priorità sono i giovani molto spesso costretti a lasciare la città per trovare lavoro altrove. I giovani devono avere la possibilità di scegliere liberamente il loro futuro, scegliere liberamente di andar via, di restare o, magari, tornare. Tutto questo dipende dallo sviluppo economico perché il potenziamento dell’economia favorisce la crescita di nuove opportunità di lavoro che iniziano dalla formazione. Per questo vogliamo che Campobasso diventi un hub di formazione per preparare al meglio i nostri ragazzi.

La terza priorità è la rivitalizzazione del centro storico che può iniziare utilizzando i fondi per la rigenerazione urbana e la ristrutturazione. Il mio obiettivo è quello di trasformare il nostro centro storico in un punto di attrazione per i turisti, per i cittadini e per i molisani.

Voglio, nei cinque anni, fare in modo che il centro storico sia la parte più frequentata dai cittadini, insieme al centro murattiano”.