Incontri in trasferta

La passione di Marco e sua moglie che non sono molisani: “Scusa Milano ma io tifo per il Campobasso”

Ai cancelli del “Riviera delle Palme” l’incontro con un tifoso e sua moglie, giunti dal capoluogo lombardo per seguire il Lupo: “Mi sono innamorato dei vostri colori 43 anni fa. Da allora non ho più smesso di amarli”

Succede che sei ai cancelli dello stadio “Riviera delle Palme” di San Bendetto e chiedi se pur avendo il biglietto in tribuna puoi entrare in curva: “Sì – risponde l’addetto – le disposizioni sono di far confluire gli ospiti del Campobasso nello stesso settore”. Tiri un sospiro di sollievo e senti una pacca sulla spalla: “Scusi, ho sentito che chiedeva informazioni sui biglietti per la tribuna” dice un uomo sulla quarantina, insieme a sua moglie con un evidente accento del Nord. “Cosa le hanno detto?”, la risposta che conforta anche lui: “Possiamo accedere alla curva”. “Menomale” risponde lui e si stringe alla moglie con fare entusiasta. Ma a questo punto, la curiostà ha la meglio. Accento settentrionale, pensi siano molisani emigrati al Nord, i cancelli ancora non si aprono e quindi c’è tutto il tempo per scambiare quattro chiacchiere.

Da dove venite?

“Da Milano”

Un’altra coppia di molisani costretta ad emigrare ma che segue il Campobasso?

“No, non siamo di Campobasso nè abbiamo parenti in Molise. Noi siamo proprio di Milano”

Stupore. E la mente, finanche con qualche perplessità, si chiede come mai sia possibile. Poi quel pensiero fa il suo exploit palese: Siete di Milano e tifate Campobasso?

“Da sempre. Ero bambino”, è la risposta rapida e determinata.

Lui si chiama Marco, ha 45 anni e si è innamorato del Lupo quando bambino (aveva 7 anni) attaccava le figurine sull’album calciatori Panini. La sua è una storia di amore calcistico che sorprende e commuove. La moglie ha seguito poi la passione di Marco e insieme, quando possono, seguono i rossoblu in trasferta altrimenti si informano settimanalmente su risultati e traguardi. Marco indossa la maglia del Campobasso, la moglie ha la sciarpa del lupo e non vedono l’ora di entrare per partecipare alla bolgia.

Scusi la mia insistenza ma perchè proprio il Campobasso?

“Sono quegli amori che non ti spiegano. Ti folgorano e non li lasci più”.

Come è iniziata la sua storia con il Lupo?

“Ero bambino e seguivo il calcio. Come tutti facevo la raccolta di figurine e ogni pacchetto nuovo che mi compravano mi faceva salire l’adrenalina perchè volevo riempire la squadra del Campobasso prima di tutte. Volevo avere la rosa al completo. E crescendo poi ho capito che quella era la mia squadra. Che la domenica non era domenica se non seguivo il Campobasso e che nessun’altra squadra riusciva a distrarmi”.

E oggi avete fatto quasi sei ore di macchina per essere qui insieme a tutti i molisani che sostengono la squadra?

“Ovvio. Ci mancherebbe. Non abbiamo origini molisane, nè genitori, nè nonni, nè zii ma ci sentiamo molisani. E sugli spalti cerchiamo sempre di non mancare”.

Che vuole che dica: allora forza lupi!

“Sempre forza Lupi”.

 

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